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Pecorella, “Trivelle: modificare le norme”. Altre 3 prospezioni a Termoli (VD)

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
6 Settembre 2012
Manfredonia //

Nasce il comitato\laboratorio delle istituzioni e delle regioni dell'adriatico. All'unanimita' dei presenti al vertice odierno di Termoli, nominato coordinatore Stefano Pecorella, presidente del parco naz. del Gargano (st@)
Foggia/Manfredonia – “SE si è contrari alla realizzazione di piattaforme si è contrari agli eolici offshore. Sono più impattanti. Per il resto il ‘problema trivelle’ deve coinvolgere tutti gli Stati che si affacciano sull’Adriatico. Se si riuscisse a modificare la normativa italiana ed a impedire la realizzazione di piattaforme nei nostri mari ci potrebbero essere in Croazia a poche miglia di distanza dal confine del Demanio. C’è bisogno di una discussione di livello globale”. A dirlo a Stato è l’avvocato Stefano Pecorella, presidente dell’Ente nazionale Parco del Gargano, a due giorni dagli incontri nella sede del Parco a Monte e del Consiglio regionale pugliese.


Dal decreto dell’ex ministro Prestigiacomo alle proteste di Termoli.
“Ad oltre un anno dal nostro no all’ipotesi delle ricerche di idrocarburi della Petrolceltic Elsa a largo delle Tremiti, prima con la Road map del Parco poi con le proteste di Termoli e Monopoli, verifichiamo che non è cambiato nulla. Al contrario: dopo il decreto ministeriale dell’ex ministro Prestigiacomo, l’iter autorizzatorio del Governo Tecnico (Clini,ndr) e dei ministeri dello Sviluppo Economico è andato avanti realizzando l’emanazione di un decreto con il quale si è autorizzata la multinazione irlandese ad effettuare le prospezioni geofisiche attraverso il metodo dell’Air-Gun, vale a dire proiettili sparati ad aria compressa ad alta densità per ottenere una rifrazione del sottofondo del Mare Adriatico protesi alla ricerca di caverne, dunque di giacimenti di petrolio. La nostra opposizione è arrivata con il deliberato dei 18 comuni dell’area garganica (road map): la ricchezza della Puglia non può e non deve arrivare dal petrolio ma dalla tutela e valorizzazione delle aree marine protette come quella delle Tremiti”.

Per il presidente del Parco per evitare l’ipotesi trivellazioni nelle coste italiane che si affacciano nell’Adriatico è necessario “una riforma legislativa per evitare nuovi concessioni alle prospezioni alle diverse società interessate”.

Impossibile dunque individuare aspetti positivi dalla realizzazione di piattaforme petrolifere nei mari dell’Adriarico? “Non esistono aspetti favorevoli per avvallare le ricerche di idrocarburi nel Mare Adriatico, in aree marine protette; l’unica via da perseguire è quella della tutela e conservazione della biodiversità del Mare Adriatico”. Inoltre “da uno studio dello stesso Ministero dello Sviluppo Economico, anche se si trovasse del petrolio all’interno di queste caverne, nel sottofondo del nostro mare, lo stesso potrebbe alimentare il fabbisogno energetico italiano solo per alcune settimane. Da qui una sola considerazione: le ricerche e le trivellazioni sono inutili”.


Capitolo royalties.
“Risultati per le popolazioni a noi vicine non ce ne sono mai state in considerazione delle royalties risibili percepite dalle diverse multinazionali”. In termini percentuali? “Anche se la percentuale è stata aumentata dal 4 al 7 per cento con la modifica normativa approvata il 7 agosto del 2012, ci sono paesi esteri che arrivano fino all’80% delle royalties. E noi dovremmo depredare la biodiversità dei nostri mari per pochi spiccioli?”.


Le polemiche. 1) Sel Manfredonia: Esponenti Pdl Manfredonia? Ipocriti, giocano a fare i finti ecologisti
. “Io penso che nell’interscambio quotidiano fra istituzioni e privati, fra istituzioni e comunità e fra le stesse istituzioni sia necessario un clima di moderazione, di scambio ma fondato sulle analisi, sullo studio di quello di cui si discute. Le dichiarazioni degli esponenti del Sel rientrano nella categoria del protagonismo fallace. Mi sono opposto alle trivellazioni tanto con il Governo Berlusconi quanto con quello tecnico di Monti, inutile aggiungere altro”.

Teoria: ENI cede la tenuta di Santa Tecla – 2300 HA valore 7/8 milioni – al Parco del Gargano – nella cui area ricade – in cambio del silenzio assenso per le ricerche della subappaltatrice Petrolceltic Elsa. Quanto c’è di vero in questa trattativa? “Assolutamente falso. Inesistente qualsiasi trattativa. Su Santa Tecla l’unica attività dell’Ente Parco è quello dell’attivazione di un progetto Life, nel caso di presenza di fondi, per acquistare Santa Tecla. La tenuta gratis al Parco per avere la bocca chiusa sulle ricerche di idrocarburi? Non scherziamo cortesemente. La trattativa è in corso con l’Eni per l’acquisizione di un’area che è di pregio naturalistico importantissimo trattandosi di Zona 1 del Parco nazionale del Gargano. Abbiamo dato mandato all’UTE – ufficio del Registro – per una valutazione della pertinenza immobiliare di Santa Tecla. Dopo la valutazione decideremo. Nel caso non riuscissimo ad acquisirla chiederemo all’Eni di attuare tutte le misure della tenuta per ricondurla ad una dovuta naturalizzazione”.


Verso la manifestazione del 6 ottobre a Manfredonia. Vertice odierno a Termoli: nasce il comitato/laboratorio delle istituzioni e delle regioni dell’Adriatico. All’unanimità dei presenti nominato coordinatore il presidente del Parco S.Pecorella.
“Certo, ci sono rischi di strumentalizzazioni, come tutte le manifestazioni di piazza di livello nazionale”. Nel frattempo lo stesso presidente del Parco del Gargano è stato indicato, su proposta del Sindaco di Termoli, Antonio Di Brino, immediatamente accolta all’unanimità dei presenti all’incontro, quale coordinatore per la costituzione del Comitato\Laboratorio delle Istituzioni e delle Regioni dell’Adriatico per le azioni necessarie ad opporsi alle prospezioni geosismiche e trivellazioni di petrolio in mare.

“Nello specifico il Comitato\Laboratorio permanente proposto dal sindaco di Termoli, Antonio Di Brino, servirà a raccordare e sintetizzare il lavoro svolto da diversi soggetti interessati su più livelli. Vi prenderanno parte 2 parlamentari per regione, 1 rappresentante di ogni giunta regionale, 1 rappresentante delle province interessate (al momento Foggia, Termoli, Chieti e Campobasso), 1 sindaco di Comuni costieri per regione ed il sindaco delle Isole Tremiti”.

La proposta è quella di “una riforma normativa al decreto Passera attraverso un’iniziativa legislativa di almeno 5 regioni ed il coinvolgimento delle Regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico; sensibilizzare i rappresentanti Italiani in Parlamento Europeo a presentare una proposta di legge per il riconoscimento dell’importanza della tutela della biodiversità del mare Adriatico; coinvolgere tutte le Istituzioni ed i loro rappresentanti (Comuni, Province, Regioni, Parlamento italiano ed europeo); attivare ogni iniziativa legale avverso il decreto ed ogni atto successivo”.


Termoli: nuovo allarme per altre 3 autorizzazioni per le ricerche di idrocarburi.
Come detto dal presidente del Parco, l’allarme trivellazioni in verità riguarda l’intero Adriatico. Il sindaco di Termoli, l’assessore all’ambiente del Molise, Luigi Velardi e i due parlamentari Ulisse Di Giacomo e Giuseppe Astore hanno sostenuto in data odierna le azioni attivate dai sindaci del Gargano. “Ha ragione il Presidente Pecorella – ha affermato Astore-, queste questione delle prospezioni a Tremiti è solo lo spunto per sciogliere definitivamente il nodo legato allo sviluppo e tutela dell’Adriatico. So per certo che sono pronte le autorizzazioni per altri tre pozzi petroliferi al largo di Termoli”. Meno 30 giorni alla manifestazione di Manfredonia.

g.defilippo@statoquotidiano.it

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4 commenti su "Pecorella, “Trivelle: modificare le norme”. Altre 3 prospezioni a Termoli (VD)"

  1. Ma il nostro sindaco sulle prospezioni si e’ espresso? E sull’eolico in mare cosa ne pensa? A sentire Ognissanti e’ favorevole!?

  2. Mica comandono o decidono loro, sono la manovalanza dei capoccioni di Roma, eli che si decide, e loro eseguono gli ordini dei superiori diretti di Roma.

  3. POSITIVO PER IL WWF IL COORDINAMENTO DEL PARCO DEL GARGANO CONTRO LE TRIVELLE NELL’ADRIATICO

    Come prevedibile, considerati gli enormi interessi in gioco, l’attacco al mare delle Tremiti da parte delle Multinazionali non si ferma. Ma non si ferma, e questo è il dato confortante – osserva il WWF Puglia – neanche la rivolta e l’indignazione popolare di fronte all’assurdo progetto di trivellare il mare antistante le isole. Inoltre, in questa battaglia di civiltà, si sta verificando, e questo è l’altro dato incoraggiante, una totale coesione fra forze politiche, appartenenti a qualsiasi orientamento, istituzioni locali e cittadini.

    In questo contesto il WWF Puglia ritiene positiva la proposta dell’assemblea, indetta dalle amministrazioni comunali di Termoli e delle Isole Tremiti, dei sindaci del Gargano e del Basso Molise, di nominare il presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, coordinatore del tavolo permanente dei rappresentanti istituzionali delle regioni adriatiche per dire no alle trivellazioni petrolifere.

    “Mentre il pericolo di una peste nera e oleosa per il mare e la natura delle Tremiti e del Gargano ancora una volta ha fatto scendere in campo associazioni, cittadini e amministratori locali – evidenzia Matteo Orsino, vicepresidente del WWF Puglia – i vari Governi che si succedono nel nostro Paese non hanno appreso nulla dalla lezione dei referendum su acqua e centrali nucleari. Continuano, infatti, sulle tematiche che riguardano l’ambiente e perciò la salute di tutti, a non ascoltare la voce dei cittadini, procedendo a folle velocità in direzione opposta, nella direzione cioè apprezzata dalle multinazionali.”

    “Il WWF sarà al fianco del Parco e di tutti coloro che oggi protestano per le possibili trivelle in mare, ma – conclude Orsino – altrettanto impegno ci aspettiamo dalle istituzioni del Gargano contro i quotidiani scempi ambientali che tutti i giorni continuano a deturpare e cementificare la Montagna del Sole, come evidenziato dalle numerose telefonate pervenute questa estate al numero verde del WWF per la segnalazione dei reati ambientali”.

    Bari, 06 Settembre 2012
    Prot. 100_12

  4. Le piattaforme sono più impattanti? invito l’avvocato pecorella a rimanere nel suo ambito accademico e a non pronunciarsi. Nel bilancio ambientale generale di una piattaforma va sì considerato il “peso” della struttura ma va anche sottratto a questo peso la capacità produttiva: per ogni Kw prodotto ne utilizzo uno in meno preso da fonti non rinnovabili e altamente impattanti.

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