La paura infatti era quella che il cattivo stato dei pannelli di copertura dei tetti potesse favorire la dispersione di polveri di amianto e quindi causare potenziali pericoli per la salute. L’amianto rappresenta infatti un materiale killer per la salute umana, in grado di provocare l’asbestosi, tumori della pleura, il il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma polmonare. Per anni è stato utilizzato in innumerevoli usi, perché di basso costo e estremamente resistente. Proprio per questa caratteristica venne battezzato Eternit (aeternitas, eternità). La sua commercializzazione è vietata dagli anni novanta e ultimamente è salito alla ribalta delle cronache a seguito delle pesantissime condanne (guarda) inflitte ai proprietari dell’azienda che ne deteneva il brevetto. L’azienda di proprietà di un barone svizzero ha inquinato per anni la città di Casale Monferrato in provincia di Torino con morti e migliaia di contaminati.
Lo stabilimento disperdeva con dei potenti aeratori la polvere di amianto in tutta la città, causando la contaminazione anche di persone non legate alle attività produttive dell’Eternit. L’ex ILCA, ubicata a pochi chilometri dal centro abitato, subito dopo le curve che immettono sulla statale per San Severo, rappresenta una delle storiche problematiche ambientali di Lucera, più volte al centro delle proteste dei cittadini. L’ex fornace, di proprietà di diverse famiglie di noti imprenditori lucerini, venne chiusa nel lontano 1971 e da allora nulla è stato fatto per mettere in sicurezza il sito, oppure per procedere alla sua bonifica.
Una vicenda intricata di cui solo ultimamente è stato possibile venire a capo anche a seguito dell’intervento dell’ARPA che ha ribadito lo stato di pericolo del sito. In diverse occasioni il Laboratorio Politico Autonomo LPA55, di area vicina al Circolo PRC Gramsci di Lucera, ha raccolto firme e installato pannelli informativi per cercare di sensibilizzare la popolazioni su uno dei tanti mostri ecologici che affollano le campagne di Capitanata.
La chiusura di questa vicenda rappresenta un importante risultato per l’amministrazione lucerina che può ben vantarsi di aver portato a soluzione un problema che ha attraversato il corso di innumerevoli amministrazioni di tutti i colori politici. Renato Gentile – uno dei consiglieri comunali che più si è impegnato su questo fronte – ha ribadito che «la bonifica del sito è senz’altro un grande risultato per l’amministrazione cittadina, in quanto elimina una potenziale fonte di pericolo per la salute dei cittadini». Lo stesso sindaco Dotoli si è detto «molto soddisfatto per questo risultato, che indubbiamente costituisce un fiore all’occhiello per l’amministrazione comunale».
Una storia che si chiude nel migliore dei modi e che speriamo possa avere un seguito con un altro dei mostri ambientali che da anni fa bella mostra di se sulla statale 17: l’Alghisa.
Come confermato dall’Assessore all’Ambiente, Andrea Bernardi, a seguito di ordinanza sindacale la proprietà dell’ex Opificio Ilca, situato in via San Severo, in data 23/01/2012 ha iniziato i lavori di smantellamento del fibrocemento presente sui capannoni. I lavori sono stati affidati alla ditta specializzata IN.DI.COS.
(A cura di Pasquale Trivisonne – redazione Adesso Il SUD di Lucera – www.adessoilsud.it)
Lucera, ex Ilca, iniziata la bonifica
