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Presidenza Consiglio Ministri, tesi, premio a 25enne di S.G.Rotondo

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
12 Ottobre 2014
Manfredonia // Scuola e Giovani //

San Giovanni Rotondo – LA venticinquenne Maria Pia Di Nonno, nata nel 1989 a San Giovanni Rotondo, ha vinto il Premio nazionale “Giacomo Matteotti” sezione tesi. La premiazione avverrà nella Sala Stampa di Palazzo Chigi il 13 Ottobre alle 12:00.

Il Premio Matteotti, istituito con legge nel 2004, giunto alla sua decima edizione, viene assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Esso è diviso in tre sezioni – saggistica, opere letterarie o teatrali e tesi di laurea – e si pone l’obiettivo di rendere omaggio alla figura di Matteotti o agli ideali che lo hanno animato.

La giovane studentessa, laureatasi presso l’Università Lumsa di Roma il 17 ottobre 2013 con il massimo dei voti, ha discusso una tesi dal titolo “Una democrazia a misura d’uomo: la Comunità olivettiana come luogo di risanamento politico, socio-economico e morale” e consigliata dalla dott.ssa Francesca Limana (Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione della Fondazione Olivetti) ha deciso di partecipare al concorso. L’elaborato della dottoressa, che sarà possibile scaricare gratuitamente dal sito della Fondazione Adriano Olivetti, è incentrato sul pensiero meno conosciuto di Adriano Olivetti; ovvero il suo pensiero politico.

L’ingegnere, durante l’esilio svizzero, scrisse infatti un’opera intitolata “L’Ordine politico delle Comunità” (ristampata proprio quest’anno dalle Edizioni di Comunità) in cui prospettava una riforma integrale della società: a livello politico, amministrativo, socio-economico e morale. Una riforma che partiva essenzialmente da un punto cardine ben saldo: il rispetto della dignità umana.

È proprio la dignità umana – e quindi la tutela di principi quali la libertà, la giustizia, la bellezza, la verità – a creare un nesso tra Adriano Olivetti e Giacomo Matteotti. Come ha scritto il relatore della tesi -il professore Nicola D’Angelo nella lettera di presentazione della candidata inviata alla Commissione-: “del nome Giacomo Matteotti nello scritto non ve n’è traccia, ma appare subito evidente a chi quell’uomo – che combatté in prima linea contro il fascismo, che fu perseguitato, che diede la propria vita per difendere i principi di fratellanza, libertà, di giustizia sociale – un po’ se lo ricorda, che c’è un nesso tra la figura di Olivetti e di Matteotti. Entrambi pedinati dal regime fascista, entrambi grandi viaggiatori, entrambi instancabili nel denunciare i soprusi rischiando la propria vita, entrambi convinti che il mondo potesse cambiare e che il sistema potesse essere migliorato. Entrambi politici di altri tempi che non si limitavano a discorsi ridondanti e infarciti di parole senza senso, ma che agivano, che creavano ed immaginavano. Entrambi personaggi, che per via del loro grande senso di responsabilità, risultavano troppo scomodi. Entrambi coautori di un periodo storico, il Novecento, che noi italiani dovremmo conoscere meglio.”

Quali sono le aspettative future di Maria Pia? Maria Pia vorrebbe poter portare in giro questa sua scoperta di Adriano Olivetti, assieme alle testimonianze delle Spille d’Oro (gli ex dipendenti olivettiani con venticinque anni di servizio) in giro per l’Italia e in particolare nelle scuole e nelle università. Per far questo vorrebbe anche che il testo in versione “intangibile” possa diventare “tangibile” ed essere stampato per poi essere distribuito non solo nelle scuole e nelle università; ma anche nelle biblioteche, nelle pubbliche amministrazioni e nei centri culturali.

Questo a dimostrazione di come i giovani italiani non sia affatto disinteressati alla politica e alla società. Sperando che quello di Maria Pia possa diventare un esempio per gli altri giovani della Capitanata.

Redazione Stato@riproduzioneriservata

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