Roma – NESSUNA notizia da ieri di Pino Masciari, imprenditore edile 53enne, originario di Catanzaro, sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, insieme a sua moglie (medico odontoiatra) e ai loro due bambini.
La scorta avrebbe abbandonato improvvisamente l’uomo. In base a quanto riferito dalla moglie, l’uomo prima di sparire nel nulla avrebbe riferito che la scorta lo avrebbe lasciato senza motivo. “Non so se sia scomparso, se l’abbiano preso, se impaurito si sia rifugiato da quale che parte in Calabria – ha detto la moglie di Masciari – non so ancora nulla. So solo che la scorta che avrebbe dovuto riportarlo a casa, qui al Nord, è arrivata sotto l’albergo di Cosenza dove risiedeva da due notti, gli ha comunicato che non poteva accompagnarlo e se ne è andata”.
In Calabria, a Cosenza, Masciari – che nella sua regione denunciò usurai e cosche e per questo ha tanto “perso tutto ” quanto modificato la sua vita – aveva partecipato il 23 maggio a dibattiti sulla legalità all’Università e a una rappresentazione teatrale tratta dal libro che ha scritto con la moglie.
Gli amici. “Ansia e angoscia” degli amici di Pino Masciari come riportato sul sito ufficiale dell’imprenditore http://www.pinomasciari.it/ – “Sgombriamo il campo, almeno per un momento, dalla rabbia e dall’indignazione che in queste ore montano come una marea nera nelle nostre coscienze. Lo schifo, la nausea, non devono annebbiare il nostro ragionamento. Ci dobbiamo provare”.
“Ci dobbiamo provare perchè dobbiamo porci e porre delle domande, e dobbiamo avere la fermezza di pretendere delle risposte. La prima domanda è: perchè ogni qualvolta Pino si reca in Calabria succede qualcosa? La seconda domanda , fatta fuor di retorica, è: che paese è quello che toglie la scorta a Pino Masciari? La terza domanda è: che significato vogliamo dare NOI a tutto questo? Che insegnamento ne possiamo trarre? Quale la denuncia che ne può uscire? Quando le forze dell’ordine chiamano la moglie di Pino per sapere se ‘per caso sa dov’è suo marito?’, noi cosa dobbiamo pensare?”.
“Perchè noi DOBBIAMO pensare, prima di farci riprendere dalla rabbia, dallo sconforto, dalla consapevolezza di vivere in un paese che non si prende cura di chi per lo Stato e per le Istituzioni ha dato TUTTO. Ed in ultimo: è davvero tempo che chi ne ha facoltà, si renda conto che Pino Masciari viaggia per l’Italia con un intento chiarissimo, e con una sola missione: portare nei cuori e nelle menti dei ragazzi il messaggio per cui vale sempre la pena lottare e non piegarsi mai. Legalità, trasparenza, lotta a tutte le mafie”.
“Pino Masciari non fa gite di piacere alle quali la scorta deve accompagnarlo, come fosse un contentino. Se invece così si pensa, chi può si prenda la resonsabilità di scrivere a chiare lettere e poi firmare un documento che attesti come la famiglia Maciari non è in pericolo di vita e che quindi non necessita più di una scorta. E adesso, possiamo anche farci riprendere dall’angoscia e dalla rabbia”, dice Pierluigi Ubezio – Amici di Pino Masciari.
Si ricorda che Masciari fu allontanato dalla sua terra “per l’imminente pericolo di vita a cui si è trovato esposto lui e la sua famiglia”.
Redazione Stato@riproduzione riservata