Foggia – SEMPLICI cittadini, consumatori e soci Coop, colleghi di altre Regioni, ovviamente tanti dirigenti sindacali, ma anche politici, calciatori e soprattutto artisti. La campagna virale di sostegno alla vertenza dei lavoratori di Coop Estense in Puglia e Basilicata sta riscuotendo in rete grande successo. Il primo è stato Caparezza a farsi ritrarre con un cartello con su scritto #conilavoratoriCoop, che è l’hashtag utilizzato per manifestare la propria solidarietà. Nei giorni se ne sono aggiunti tanti altri: dal finalista di Masterchef Almo Bibolotti al dj di Radio 101 Stefano Mastrolitti, quindi gli attori Antonio Stornaiolo, Carmela Vincenti, Dante Marmone, il comico e blogger Pinuccio. E ancora Mingo, il calciatore del Bari Enrico Guarna, il deputato di Sel, Fratoianni.
Per domani 30 giugno è previsto un nuovo incontro a Roma, presso il Ministero del Lavoro, tra l’azienda e i sindacati. La vertenza è nota: Coop Estense ha prima annunciato un piano di mobilità per 147 unità in Puglia e Basilicata (nelle previsioni 18 a Foggia) ed esternalizzazione di alcuni reparti. Quindi la disponibilità a ritirare i licenziamenti solo in cambio della firma di Cgil Cisl Uil su un accordo che preveda la sperimentazione dell’esternalizzazione in tre ipermercati, la sospensione della parte economica del contratto integrativo, contratti di solidarietà.
“Fin dall’inizio – afferma Gianni Palma, segretario generale della Filcams Cgil di Capitanata – abbiamo denunciato l’assurdità di un piano che nel mentre denuncia esuberi a fronte del calo delle vendite, intende esternalizzare prezzi di produzioni, cioè di fatto si chiede allo Stato con gli ammortizzatori sociali e ai lavoratori con il salario di farsi carico delle perdite, e nello stesso tempo si rende strutturale l’esubero appaltando all’esterno parti di lavoro”.
I sindacati, al tavolo ministeriale, si aspettano “che l’azienda ritiri il piano di esternalizzazioni. Il contributo dei lavoratori giova ricordarlo non si limiterebbe alla sospensione della parte economica dell’integrativo, ma in termini salariali andrebbe quantificato rispetto all’accordo sulla flessibilità firmato quasi due anni fa. E soprattutto, nelle proposte dell’azienda, c’è una cornice di profonda ingiustizia in quanto si fa pagare il costo della crisi solo ai profili più bassi. Alle figure apicali e i manager nulla viene chiesto. Ma che cooperativa è mai questa?”.