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Orrore nella Rsa di Manfredonia, Fi: “Bene proposta Gatta per riaprire le strutture ai parenti senza limitazioni”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
4 Agosto 2022
Gargano // Manfredonia //

Orrore nella Rsa di Manfredonia, Circolo Fi: “Bene proposta Gatta per riaprire le strutture ai parenti senza limitazioni. Favorevoli ad ogni ulteriore misura di prevenzione e controllo, tra cui l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza.

“Apprezziamo la proposta del consigliere regionale Giandiego Gatta di riaprire le Rsa alle visite dei parenti senza alcuna limitazione per cercare di prevenire abusi e violenze che, purtroppo, stanno venendo a galla e che sarebbero stati perpetrati ai danni degli ospiti della struttura di Manfredonia. La nostra comunità è sconvolta e ferita e si stringe attorno alle vittime di tale barbarie e alle loro famiglie”.

“Cattiveria e violenza scagliate contro pazienti già fragili: un orrore che non potremo mai dimenticare. Perciò, aprire i battenti ai parenti senza alcuna limitazione, con le regole pre-Covid, significa consentire alle famiglie di poter controllare in qualsiasi momento le condizioni del proprio caro. Ci auguriamo che si possano attuare tutte le necessarie misure preventive, tra le quali l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza, nel più breve tempo possibile, a tutela della dignità e sicurezza delle persone”.

(nota stampa)

3 commenti su "Orrore nella Rsa di Manfredonia, Fi: “Bene proposta Gatta per riaprire le strutture ai parenti senza limitazioni”"

  1. Si va bene tutto ma i dirigenti il presidente ei direttori che dovevono controllare dove stanno so anche loro responsabili bisogna licenziarli

  2. Gradirei sapere chi diede il posto a questi individui, secondo quali titoli, chi avrebbe dovuto sovrintendere e vigilare, perché il fattaccio sia venuto fuori solo ora. E, inoltre, perché i parenti delle vittime non si siano mai accorti di nulla? Da quanto tempo non parlavano con le vittime? Tanti ed altri potrebbero essere i molteplici interrogativi sui quali bisognerebbe fare molta chiarezza

  3. Queste cose accadevano anche prima della pandemia, solo che adesso qualche collega stufo di ‘sti merdoni umani si sarà stancato di queste vessazioni e ha deciso di denunciare tutto anonimamente.
    Dunque non diamo mò la botta al virus.
    E poi le visite dei familiari, per quanto frequenti possano essere, non sufficienti a riconoscere eventuali segni di abusi e maltrattamenti.
    Ci vuole vigilanza interna costante, altro che visite

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