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Assembramento Venerdì Santo in pieno COVID. Assolto sindaco di San Marco in Lamis

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
6 Aprile 2023
Focus e Inchieste // Gargano //

www.statoquotidiano.it, Foggia – San Marco in Lamis. “Il fatto non costituisce reato“. Con recente provvedimento, la Corte d’Appello di Bari ha assolto il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, al quale erano stati contestati i reati di “attentato alla salute pubblica e inosservanza degli obblighi di assembramento“.

I fatti risalgono all’aprile 2020, quando, in pieno periodo di Covid e limitazioni governative,  ci fu a San Marco in Lamis (Fg) il raduno di circa 200 persone all’esterno della chiesa Addolorata nella serata del venerdì santo. Al tempo, la Procura di Foggia aveva aperto un’inchiesta sull’assembramento del Venerdì Santo.

Con Merla furono indagati anche due Carabinieri, della Compagnia di San Giovanni Rotondo e della Stazione di San Marco in Lamis, entrambi assolti in primo grado.

Mi assumo la colpa di non aver avuto il coraggio di dire a don Matteo di interrompere il momento di preghiera. Non me la sono sentita, ma mi rendo conto, col senno di poi, di aver sbagliato. Ma avrei voluto interromperlo. Questa è la mia colpa e me la prendo“. Aveva detto il sindaco di San Marco in Lamis, Merla, commentando i fatti.

In primo grado, il sindaco Merla era stato condannato a 8 mesi di reclusione, ora l’assoluzione in Appello. L’uomo è stato difeso dall’avvocato Angelo Pio Gaggiano del Foro di Foggia.

L'AVVOCATO ANGELO GAGGIANO DEL FORO DI FOGGIA (archivio)
L’AVVOCATO ANGELO GAGGIANO DEL FORO DI FOGGIA (archivio)

L’arcivescovo della diocesi di Foggia, Vincenzo Pelvi, aveva stigmatizzato l’accaduto. ”Meraviglia non poco quanto avvenuto sul sagrato della chiesa Maria Santissima Addolorata in San Marco in Lamis, nella serata di venerdì 10 aprile, dove un momento di preghiera silenziosa, programmato per essere teletrasmesso, si è trasformato in manifestazione con partecipazione di popolo. Un atto grave perché da parte dei presenti è venuto meno il buon senso e la prudenza nel contribuire alla tutela della salute ed evitare un ulteriore estensione del contagio”.

A cura di Giuseppe de Filippo, g.defilippo@statoquotidiano.it

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