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Manfredonia. “San Domenico”. I leoni stilofori e il simbolismo del portale

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
7 Febbraio 2017
Cultura // Manfredonia //

Manfredonia. Nel Medioevo il portale delle chiese aveva un grande valore simbolico e comunicativo. Il protiro medievale non è altro che una reminiscenza del quadriportico delle basiliche paleocristiane e aveva funzione di filtro tra interno e esterno, tra sacro e profano, tra battezzati e non battezzati. Se la chiesa rappresenta il corpo di Cristo, l’ingresso è una sintesi della costruzione. Il portale è simbolicamente un arco di trionfo che non si apre nello spazio ma nel tempo, nell’aldilà. L’interno della chiesa tende a identificarsi con la Gerusalemme Celeste e la salvezza in Cristo.

Il portale è la soglia che divide il Cielo e la Terra. Esso deve essere difeso da guardiani simbolici, come ad esempio leoni, draghi e grifoni. A Roma, a difesa delle porte (januae), vi era Giano: il dio che apre l’anno e a cui è dedicato il mese di gennaio. Giano bifronte sarà sostituito nella religione cristiana, oltre che dai simbolismi degli animali, dai due Giovanni: il Battista e l’Evangelista. Questi guardiani posti davanti la soglia avevano il compito di ricordare, come ad esempio è scritto sulla facciata del santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, che: ”Terribilis est locus iste! Hic domus Dei est et porta coeli” (Genesi: 28, 17), cioè: ”Terribile è questo luogo! Qui è la casa di Dio e la porta del cielo”.

La Chiesa quindi simbolicamente è un “luogo terribile”, essendo la “casa di Dio” e la “porta del cielo”, ovvero l’accesso per la Gerusalemme Celeste descritta nell’Apocalisse di Giovanni Evangelista. Questa è la ragione per cui troviamo nei portali delle chiese medievali riferimenti alla città giovannea. Nella nostra chiesa di San Domenico, sulla facciata sono posti a guardia due leoni. Il leone è posto all’ingresso delle chiese perché rappresenta la forza che sta a guardia del Templum. Ma il leone è anche il simbolo di Cristo, poiché Gesù è chiamato ”Il Leone che è della tribù di Giuda” (Apocalisse di Giovanni: 5, 56). Come viene indicato nel Physiologus, Gesù risuscitò dopo tre giorni come i leoni che si credeva nascessero morti e venissero alla vita quando il padre soffiava loro sul volto dopo tre giorni. Il leone nell’iconografia medievale è anche il simbolo della giustizia divina che si amministrava “inter leones et coram populo” (tra i leoni e davanti al popolo in assemblea).

I leoni stilofori posti sul protiro davanti all’ingresso di San Domenico, vista la natura diversa del materiale utilizzato per la loro realizzazione rispetto al resto della costruzione, sono stati ivi collocati asportandoli da un altro luogo e costruzione preesistente. Sia Giuseppe Gentile che Vincenzo Valente asseriscono che siano stati prelevati da un antica chiesa dedicata a San Giovanni Battista, esistente nella distrutta Siponto, costruzione che si può ipotizzare si trovasse nell’area su cui sorge l’attuale Basilica di Siponto. L’ipotesi potrebbe essere valida ed è ragionevole pensare che le sculture siano state inserite durante la fase edificativa medievale della chiesa, che Alfredo Petrucci nel suo libro Cattedrali di Puglia attribuisce all’architetto Giordano di Monte Sant’Angelo, il magister delle mura della città di Manfredonia. Sull’architrave del portale è presente l’Agnus Dei, simbolo di Gesù che con la sua presenza e il suo sacrificio illumina la porta del Cielo e della salvezza. La luce proveniente dall’Agnello illumina la porta perché è simbolo dell’ “eterno solstizio”, come afferma San Bernardo. L’agnello in San Domenico è diretto a sinistra mentre il capo è rivolto a destra verso la croce. Un agnus dei simile nella composizione iconografica verrà dipinto nello stesso periodo sul retro della statua lignea della Vergine con il Bambino detta la Sipontina. La scultura che aveva funzioni di reliquario era posta nella basilica inferiore (cripta) di Santa Maria di Siponto. Essa è stata recentemente datata <>, sfatando la pervicace tradizione locale che faceva risalire la sua realizzazione al VI sec. Si veda, in merito, lo studio di Antonella Martinelli, citata in un articolo di Matteo Di Sabato, in Manfredonia News n. 6, anno III, del 1 Aprile 2012, pag. 2.

MICHELE DI LAURO
(a cura dell’arch. Michele Di Lauro docente di Storia dell’Arte del Liceo”Roncalli” di Manfredonia)

Visionabile anche sul sito http://www.architettodilauro.it/Articoli/San%20Domenico%20Leoni%20Stilofori/San-Domenico-Leoni.pdf

Portale protogotico della chiesa San Domenico con i leoni stilofori e l’ Agnus Dei sull’architrave. Alfredo Petrucci attribuisce la sua realizzazione all’architetto Giordano di Monte Sant’Angelo.

San Domenico: particolare della facciata con i leoni stilofori di materiale e manifattura differente rispetto al resto della facciata

Il retro della statua lignea detta la Sipontina con l’Agnus Dei abraso nella parte superiore

fotogallery

Portale protogotico della chiesa  San Domenico con i leoni stilofori e l’ Agnus Dei sull’architrave. Alfredo Petrucci attribuisce la sua realizzazione all’architetto Giordano di Monte Sant’Angelo.
Portale protogotico della chiesa San Domenico con i leoni stilofori e l’ Agnus Dei sull’architrave. Alfredo Petrucci attribuisce la sua realizzazione all’architetto Giordano di Monte Sant’Angelo.

San Domenico: particolare della facciata con i  leoni stilofori di materiale e manifattura differente rispetto al resto della facciata
San Domenico: particolare della facciata con i leoni stilofori di materiale e manifattura differente rispetto al resto della facciata
Il retro  della statua lignea detta la Sipontina  con l’Agnus Dei abraso nella parte superiore
Il retro della statua lignea detta la Sipontina con l’Agnus Dei abraso nella parte superiore

redazione stato quotidiano.it

1 commenti su "Manfredonia. “San Domenico”. I leoni stilofori e il simbolismo del portale"

  1. Gentilissimo architetto/prof, chiedo: perchè sulla porta della chiesa di San Domenico manca il rosone, era presente all’epoca del sacco dei turchi, se si perchè non è stato ripristinato ?
    Esso renderebbe più bella la facciata, tra l’altro è un’opera tipica di altre chiese antiche della Puglia.

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