Organizzata da Legambiente insieme a Anci, Coldiretti, Symbola e un vasto comitato promotore di associazioni ed enti la festa sarà l’occasione per valorizzare le eccellenze di quella Piccola Grande Italia che merita di essere promossa e festeggiata per la sua quotidiana e infaticabile attività di tutela del territorio e della biodiversità, cura dei prodotti tipici, custodia delle tradizioni, dei sapori e delle culture, tutela del patrimonio artistico minore e di promozione delle nuove tecnologie, ma anche per il buon governo dei territori. Una grande giornata corale sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, realizzata grazie alla collaborazione di Enel Green Power e dedicata alle bellezze del patrimonio italiano, realtà preziose che hanno contribuito alla storia e all’identità del Paese.
“Sarà un vero e proprio “Italian pride”: un modo per ricordare le cose che rendono unica l’Italia nel mondo. Non solo una festa ma anche l’occasione per valorizzare i tanti talenti dei nostri territori, per tenere presente che la coesione delle nostre comunità è indispensabile anche per affrontare con successo la difficile crisi che stiamo vivendo”, afferma Ermete Realacci, Presidente Comitato Promotore della Festa Piccoli Comuni. “E’ da qui che possiamo ripartire per cambiare, con più attenzione alla giustizia sociale e all’utilizzo della sfida ambientale, per rilanciare la nostra economia, mobilitare le migliori energie, e trovare una missione comune per il nostro paese. Una missione che non può che partire dalle comunità e dai territori che anche per questo non possono essere impoveriti indebolendo i servizi essenziali come scuole, presidi sanitari e delle forze dell’ordine, uffici postali, piccoli esercizi commerciali, parrocchie. Da qui riparte la sfida del futuro.”
“Piccoli non vuol dire necessariamente fragili o marginali – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente -, anzi se si è consapevoli delle sfide da affrontare e se si sanno cogliere le opportunità, a volte la dimensione ridotta e circoscritta può costituire un vero e proprio vantaggio. E’ questa la scommessa che sta vincendo la Piccola Grande Italia, che contrappone alla omogeneità e alla globalizzazione dei grandi centri urbani il rilancio della propria identità e della qualità del territorio, distinguendosi nelle produzioni tipiche del Made in Italy ma anche nei settori più moderni e innovativi della soft economy. Voler bene all’Italia vuole quindi accendere i riflettori su queste piccole grandi realtà capaci di indicare a tutto il Paese la direzione per un futuro più forte e pulito”.
DATI – Sono ben 5703 i piccoli comuni al di sotto dei 5000 abitanti, pari al 70,4% del totale dei comuni del Belpaese, roccaforti di identità e custodi del nostro patrimonio storico-artistico, naturale ed enogastronomico, che si confermano spesso come luogo privilegiato di sperimentazione in fatto di energia, economia verde e riciclo dei rifiuti. È proprio nei nostri centri “minori”, infatti, che si realizza la gran parte delle pratiche virtuose che consentono di soddisfare la domanda energetica e termica di energia pulita delle famiglie italiane. Su 6.993 comuni italiani che utilizzano fonti rinnovabili infatti, ben il 69% sono località con meno di 5 mila abitanti. Sono quindi 4.850 i piccoli comuni nei quali è installato almeno un impianto ad energia rinnovabile (erano 1.664 nel 2008), gran parte dei quali – attraverso un mix di impianti eolici, geotermici, idroelettrici, da biomasse – riescono addirittura a coprire l’intero fabbisogno energetico delle famiglie residenti.Nello specifico, sono 4.540 i piccoli comuni che hanno installato sul proprio territorio almeno un impianto solare, termico o fotovoltaico, mentre il 55% di queste Amministrazioni possiede entrambe le tecnologie. 4.073 sono i borghi con solare fotovoltaico che soddisfano il fabbisogno di 112mila famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di 168 milioni di kg di CO2. Tra i più virtuosi c’è Craco (Mt) che, grazie a 4.315 kW e una media di 5.420 kW ogni 1.000 abitanti, vanta la maggior potenza installata sia in termini assoluti che in relazione al numero di abitanti, seguito da Ottobiano (Pv), con una media di 3.920 kW/1.000 abitanti, e il Comune di San Pietro Mosezzo, con 3.784 kW/1.000 abitanti.
Con 2.505 presenze, anche i piccoli comuni del solare termico sono cresciuti di 825 unità rispetto al 2008 pur continuando ad essere concentrati soprattutto nel Nord Italia. La migliore prestazione la registra Fiè allo Sciliar (Bz), con una media di 1.152 mq ogni 1.000 abitanti e 3,.500 mq complessivi, seguito da Terento (Bz), con 1.145 mq/1.000 abitanti, e Don (Tn), con 1.035 mq/1.000 ab.
IL PRIMATO DI SANT’AGATA DI PUGLIA (NONOSTANTE LE INCHIESTE GIUDIZIARIE) – Anche nell’eolico i piccoli comuni giocano un ruolo da protagonisti: il 66% dei centri italiani in cui è presente almeno un impianto eolico ha meno di 5.000 abitanti, con il 69% del totale installato del nostro Paese. Grazie al vento i piccoli comuni sono in grado di produrre circa 7 milioni di MWh annui di energia elettrica, pari al fabbisogno di 2.850 famiglie, evitando di immettere in atmosfera circa 4.282.000 di kg di CO2. L’eccellenza in questo caso spetta a Sant’Agata di Puglia (Fg) con 97,2 MW (nonostante i recenti problemi giudiziari della giunta locale I furbetti dell’eolico , seguito dal Bisaccia (Av) con 93,6 MW e da Ulassai (Og) con 84 MW (Fonte: Comuni rinnovabili 2010 di Legambiente).