A Bari, diciannove dei trentasei membri del prossimo Consiglio comunale sono già stati identificati. Gli altri dipenderanno dall’esito del ballottaggio del 23 e 24 giugno, a seconda che vinca Vito Leccese o Fabio Romito.
In gioco ci sono i 22 seggi del premio di maggioranza, che se andassero al centrosinistra darebbero al Pd dieci consiglieri. In caso di vittoria del centrodestra, la lista di Fratelli d’Italia verrebbe premiata con nove consiglieri. Nel mezzo ci sono i candidati della coalizione guidata da Michele Laforgia, ufficialmente alleata di Leccese: un’apparente alleanza formale sarebbe controproducente in termini numerici, mentre una vittoria di Leccese porterebbe due seggi in più alle liste di Laforgia.
La dichiarazione di apparentamento, che confluirebbe una coalizione nell’altra per il ballottaggio, è stata scartata nella notte tra lunedì e martedì dai comitati elettorali. Il motivo è semplice: secondo il meccanismo della legge elettorale, chi si apparenta con la coalizione meno votata al primo turno viene premiato. Se le liste di Laforgia si unissero formalmente a quelle di Leccese, dovrebbero dividere i 22 seggi destinati al vincitore del ballottaggio, risultando in sei consiglieri in meno rispetto a quelli ottenibili andando separatamente. Questo farebbe perdere un seggio a Laforgia e cinque a Leccese, che andrebbero all’opposizione. Se, per ipotesi, Laforgia si apparentasse con Romito, salirebbe a 9 seggi rispetto ai 4 ottenuti separatamente.
Le elezioni sono caratterizzate da un calo del numero di preferenze, evidente soprattutto tra gli ex esponenti di Sud al Centro e i loro alleati. Leccese, Romito e Laforgia hanno ottenuto più voti rispetto alle rispettive coalizioni, ma saranno le preferenze a determinare la composizione del Consiglio dopo il ballottaggio.
Tra i sicuri ingressi ci sono i campioni di preferenze del Pd, Elisabetta Vaccarella e Pietro Petruzzelli, insieme a Lorenzo Leonetti, Paola Romano e l’esordiente Giovanna Salemmi. Due assessori uscenti, Vito Lacoppola e Carla Palone, potrebbero essere riconfermati con la vittoria di Leccese. Nella lista “Con”, il primo eletto è l’uscente Romeo Ranieri, mentre in “Leccese Sindaco” c’è l’ex pd Pierluigi Introna, e in “Progetto Bari” entra l’ex presidente Amgas, Diego De Marzo.
In Fratelli d’Italia sono sicuri l’uscente Giuseppe Viggiano, Laura De Marzo e Antonio Ciaula. Irma Melini tornerebbe in Consiglio in caso di vittoria di Romito o se Romito si dimettesse dopo la sconfitta. Nell’Udc, l’eletto è Pino Neviera, ex centrosinistra. In Forza Italia rientra Giuseppe Carrieri.
Per la coalizione esclusa dal ballottaggio, nella lista “Laforgia Sindaco” entra Victor Laforgia, mentre tra i Cinque Stelle c’è l’uscente Antonello Delle Fontane, e per “Bari Bene Comune” l’assessore in carica Francesca Bottalico. Con la vittoria di Leccese entrerebbero un secondo consigliere in “Laforgia Sindaco” e il primo di “Bari Città d’Europa”. Se Laforgia si dimettesse, scattarebbe il secondo seggio per i grillini.
La lista di chi non ce l’ha fatta è lunga, soprattutto tra gli uscenti. Nessuna chance per l’assessore alla cultura Ines Pierucci, Barbara Valenzano, Gennaro Palmiotti, Peppino Loiacono, Alessandra Anaclerio, e altri. Pino Di Giorgio, candidato anche con l’Udc, ha ottenuto meno voti rispetto alla precedente elezione. Mario Visciglia, indagato nell’inchiesta “Codice Interno”, non è stato eletto con la lista Liberali e Riformisti. Tommy Attanasio e Pino Monaco non ce l’hanno fatta nel centrodestra. Tra i candidati di Laforgia, Danilo Cipriani e Lino Pasculli, ex assessore, non sono stati eletti, nonostante un buon risultato personale.
Lo riporta Lagazzettadelmezzogiorno.it