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120 milioni di euro Nastri trasportatori, Ugo Patroni Griffi a StatoQuotidiano: “Sì, saranno rimossi. Ecco come”. La storia

"I lavori che riguardano la ristrutturazione del BAF sono quotati oltre 120 milioni e restituiranno a Manfredonia un porto industriale - commerciale di rilevanza nazionale".

LEGGI ANCHE //  Manfredonia. Nastri trasportatori, il nulla. “C’è più interesse nel dire: ‘li ho tolti io’, che toglierli realmente”
AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
23 Maggio 2024
Focus e Inchieste // Inchieste Manfredonia //

Manfredonia. “E’ un’opera probabilmente inutile e anche dannosa perché impedisce l’operatività della banchina. Oggi ancora più dannosa perché intralcia i lavori che riguardano la ristrutturazione del Bacino Alti Fondali, lavori quotati oltre 120 milioni di euro e che restituiranno a Manfredonia un porto industriale – commerciale di rilevanza nazionale”.

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E’ quanto dice oggi a StatoQuotidiano.it il prof. Avv. Ugo Patroni Griffi, con decreto ministeriale del 16 giugno 2021, rinominato Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale di cui fanno parte i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli e Termoli. Ad oggi, Patroni Griffi sarà in carica fino al 16/06/2025.

Perché i nastri trasportatori non sono stati ancora rimossi? Prima esisteva un contenzioso tra il consorzio ASI e l’appaltatore che li aveva realizzati. Un contenzioso che si è risolto solo ultimamente, dopo tanti anni. In un secondo momento si era pensato che sarebbe stata la stessa ASI a potersi occupare della rimozione. Oggi, avendo noi consegnato i cantieri all’appaltatore, può operare sul pontile solamente il consorzio che si è aggiudicato i lavori. Pertanto, per la rimozione dei nastri nell’area retroportuale provvederebbe direttamente il consorzio ASI attraverso accordi con le imprese interessate eventualmente al recupero del ferro. Per i nastri che insistono in area demaniale, sul BAF (Bacino Alti Fondali) provvederemo noi dell’Autorità di Sistema portuale avvalendoci chiaramente dell’appaltatore che sta realizzando i lavori di ristrutturazione”.

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Il sindaco di Manfredonia e presidente del Consorzio Asi di Manfredonia, Angelo Riccardi
Il sindaco di Manfredonia e presidente del Consorzio Asi di Manfredonia, Angelo Riccardi

 

LA STORIA.

Il procedimento penale. Dopo 50 anni circa, a oggi, l’unico dato correlabile ai “nastri” resta il procedimento penale che si concluse con 4 condanne e 5 assoluzioni dopo una sentenza della Corte d’Appello di Bari; i magistrati baresi – dopo 2 ore e 30 circa di Camera di consiglio – riformarono infatti il verdetto del Tribunale di Foggia che, il 22 aprile 2004, “condannò 9 imputati a pene da 4 a 6 anni, con l’assoluzione di altri 7“. L’accusa principale fu quella che “dal manager della Emit di Milano (l’impresa che vinse l’appalto al tempo del Consorzio Asi, pari a circa 78 miliardi di lire)” vi fu “l’obbligo di una tangente pari a 5 miliardi di lire” per “evitare intralci nei lavori” per “il primo lotto dei nastri trasportatori”.

L’iniziale ipotesi per l’utilizzo. Del resto, lo stesso Bacino Alti Fondali lega la sua storia allo scandalo dei nastri che, inizialmente, avrebbero dovuto “sostituire i traffici dei mezzi su gomma dalla zona di scarico delle merci, a terra, mai entrati in funzione“. Come risaputo, dai primi degli anni ’70 ad oggi, l’impianto “verte in uno stato di semi abbandono e necessita di un’importante opera di ristrutturazione, o di rimozione“.

Gli atti. “Al di là di narrazioni politiche – disse l’11 giugno 2023 il già presidente del Consorzio Asi, Angelo Riccardi, a StatoQuotidiano – un intervento concreto per i nastri trasportatori ci fu con la mia presidenza nell’ASI (con deliberazione del 27.09.2017, l’Assemblea Generale dell’ASI aveva conferito a Riccardi l’incarico di Presidente del Consorzio; a seguito di segnalazione pervenuta con note successive, l’ANAC – secondo deliberato consiliare dell’01.03.2018 – comunicò allo stesso Riccardi, l’avvio del procedimento relativo a una possibile ipotesi di inconferibilità dell’incarico. Il 28 febbraio 2020, il Consiglio di Stato, definitivamente pronunciandosi sull’appello, ha respinto il ricorso del 2019, presentato dai legali del già sindaco di Manfredonia, per la riforma di una passata sentenza del T.A.R. Lazio – sezione prima, n.4780/2019 –, che aveva respinto il ricorso e i motivi aggiunti presentati dal ricorrente relativamente al procedimento di contestazione dell’inconferibilità dell’incarico,ndr)”.

La Commissione per la valutazione. “Sono gli atti che parlano, non io“, aggiunse nel giugno 2023, Riccardi. Leggiamoli dunque direttamente dall’ex presidente: “Con una delibera del 2018 del Consorzio ASI era stato deliberato di ‘procedere alla costituzione, individuazione e nomina della commissione di studio in premessa indicata per l’esame delle criticità dei Nastri Trasportatori realizzati e non completati nell’area portuale e retro portuale del Porto industriale di Manfredonia in agglomerato Asi‘”. Con la stessa delibera del 2018, era stato mandato al Direttore generale dell’ASI di “procedere alla costituzione della commissione di analisi e studio delle criticità, necessità e concreta utilizzazione dei nastri trasportatori, preliminarmente valutando le ipotesi progettuali di riferimento e la contemporaneità con analisi della concreta eventuale utilizzazione degli impianti collegate alla reali odierne necessità infrastrutturali‘. “Di fatto oltre a questo, c’è stato il nulla“, aggiunse Riccardi.

“In concreto, attraverso la costituzione della Commissione, e dunque l’incarico ai professionisti, – disse Riccardi- abbiamo cercato di comprendere se, dopo anni, quell’opera fosse utilizzabile o meno. Successivamente, sono stato in Regione a Bari e la mia tesi, l’inutilità dell’opera, è stata confermata anche dai dirigenti (da tale dott. Pulli,ndr)”.

“Sulla vicenda dei nastri – aggiunse Riccardi – si sono consumate vicende giudiziarie, con relativi sprechi di miliardi per la collettività. Come presidente dell’ASI, avevo mosso un passo importante, per una risoluzione della vicenda”. “Bisognava – aggiunse Riccardi – evitare che un giorno qualcuno si alzasse per contestare l’acquisizione dell’impianto (da parte dell’ASI,ndr) con condanna al pagamento di un danno erariale. In sintesi, non potevamo prendere una gru e demolire tutto. Credo che questo sia chiaro a tutti”.

Il contenzioso giudiziario. “Non è vero che dei nastri si sa poco, che la documentazione è ingarbugliata, che non si sa a chi appartenga la struttura, che non ci sono autorizzazioni. Chiacchiere. L’opera è stata commissionata dall’Asi di Foggia nei primi degli anni ’70; per l’impianto non è stato effettuato alcun collaudo. Al tempo, la ditta (Termomeccanica,ndr) contattò l’ASI, l’ASI non si presenta. Parte un contenzioso infinito. Nel primo grado di giudizio l’ASI fu condannata al pagamento di circa 3 milioni di euro in favore di TMT”.

Ora, facendo un salto in avanti di alcuni decenni. “Forti di questa situazione – disse Riccardi – durante la mia presidenza all’ASI, chiamiamo gli esperti, e diciamo: valutate e diteci se quest’opera si può collaudare. La Commissione è giunta a questa conclusione: ‘i nastri trasportatori non sono collaudabili’. Anche ipotizzando il percorso migliore: i costi di gestione dell’opera risulterebbero di gran lunga superiori a un eventuale trasporti delle merci”.

Superata la possibilità di un collaudo e utilizzo, resta un’unica soluzione percorribile: la rimozione totale. “Si, ma come la rimuoviamo? Cosa ho proposto e avrebbe fatto il sottoscritto”, disse nel giugno 2023 Angelo Riccardi. “Un avviso pubblico, con il quale cercare un’azienda in grado di smontare i nastri (costituiti tra l’altro da alluminio, zinco, ferro, gru), e dagli utili della vendita dei materiali, da una parte, pagare i costi dell’intervento, e dall’altra restituirli (gli utili,ndr) all’ASI, anche per provare a risolvere il contenzioso in atto con TMT”. “Il valore degli utili di questa operazione di vendita? Circa 1.5 milioni di euro. Il costo totale per la rimozione dell’opera? Al momento, non lo conosco”. Dunque, a naso, la vendita dei materiale non è comunque sufficiente per coprire i costi della rimozione.

Ora invece l’annunciato stanziamento di una somma pari a circa 120 milioni di euro per rimozione, come ha spiegato stamani il presidente dell’Autorità del sistema portuale, Ugo Patroni Griffi.

Bisogna modificare la convenzione in atto con la Regione, perché questa convenzione dice che l’opera può essere utilizzata solo dopo il collaudo”, disse Riccardi nel giugno 2023. “Come detto: il collaudo non ci sarà mai, i nastri possono essere solo smantellati, lo ha ribadito la stessa Commissione nominata per le verifiche (istituita con determinazione dirigenziale ASI di Foggia n.11-2018 del 16 aprile 2018; composta da: prof. ing. Leonardo Damiani; prof. ing.Nicola Costantini di Bari; ing. Antonello Antonicelli di Bari; avv. Vittorio Triggiani di Bari. Totale spesa per le competenze: 16.000 euro, da dividere in quote di euro 4.000 procapite, oltre oneri fiscali come per legge”,ndr)”.

“Chi è arrivato dopo di me deve farsi carico di portare avanti l’intervento. L’augurio è che quest’iniziativa, che quanto fatto durante la mia presidenza, possa portare gli effetti sperati. Cosa prevedo? Nulla, dico solo che sembra che ci sia più interesse a dire chi li ha tolti, che toglierli realmente”.

Ora sembra essere giunta finalmente l’ora per la partenza dei lavori per la rimozione. Date al momento non pervenute.

© StatoQuotidiano - Riproduzione riservata

Ph: STATOQUOTIDIANO

1 commenti su "Nastri trasportatori, Ugo Patroni Griffi a StatoQuotidiano: “Sì, saranno rimossi. Ecco come”. La storia"

  1. Va va il foraggiamento come si adesso usa dire da noi sta arrivando …. Chi ne ha più ne prende …. €€€€€€€€€€€€€€€€€€€

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