Roma, 27 ottobre 2020. «Il presunto aumento delle imprese edili, sbandierato oggi da Unioncamere-InfoCamere, non è un motivo di soddisfazione. E’ ciclico, infatti, che molti piccole e medie aziende del settore chiudano per poi riaprire, evadendo l’Iva e le altre imposte e aggirando le norme sul lavoro».
È quanto dichiara il prof. Sandro Simoncini, urbanista, docente a contratto di economia delle imprese all’Università Uninettuno.
«In un momento così delicato per l’intera economia italiana – continua Simoncini – sostenere che il superbonus abbia stimolato la nascita di imprese è quanto meno azzardato. La pratica dell’“apri e chiudi” è assai diffusa, basti pensare che in Italia non esiste azienda edile che abbia più di vent’anni».
«È probabile invece – conclude Simoncini – che dietro l’incremento del settore delle costruzioni si nasconda un meccanismo perverso in cui al posto di un’impresa, che dopo pochi anni termina la sua attività, subentra una nuova ditta appositamente costituita, che prosegue l’attività di quella precedente, utilizzando gli stessi locali e macchinari».