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Antiche tradizioni sipontine – Virne (Inverno)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Dicembre 2020
Gargano // Manfredonia //
Manfredonia, 27 dicembre 2020. Per le vecchie generazioni,  l’inverno era il periodo più triste dell’anno; esso  per i lavoratori giornalieri e per i pescatori significava non potere lavorare, a causa dei  cattivi tempi, per cui la miseria era incombente sulle loro famiglie.

Va pur detto  che il ricordo si è perpetuato (e per molti aspetti, anche se con emotività diverse, senza fare  retorica o metafora, pare ancora attuale) con i proverbi ed i modi dire che  qui riportiamo, a fare inizio subito  da dopo Natale.

Dope Natéle
(de virne)
ce vole fuche e strafuche
Dopo Natale (d’inverno)/ occorre fuoco e cibo
Dope Natéle fridde e féme
Dopo Natale freddo e fame
Ji ttriste a scì
pe mmére u Virne
E’ triste (terribile) andare/ per mare d’Inverno
 
I maletimbe de virne
ne mbassene méje
I cattivi tempi d’inverno/ non passano mai (durano molto tempo)
 
Timbe de virne:
timbe de nFirne
Tempi di Inverno:/ tempi di Inferno
U Virne vene schjitte p’i puverille
L’Inverno arriva solo per i poveri
Vene Virne
p’i méle vestite
Viene Inverno/ per i mali vestiti
Virne assutte:
virne curte
Inverno asciutto; inverno corto

A cura di Pasquale Ognissanti (Archivio Storico Sipontino)

1 commenti su "Antiche tradizioni sipontine – Virne (Inverno)"

  1. Grande Pasquale! E’ il solo a saper scrivere correttamente in lingua dialettale di Manfredonia. Una delle sue più belle pubblicazioni di poesie “Controre” meriterebbe di essere pubblicizzata su questo giornale.

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