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Mi chiamo Milano ma sono di Foggia e disegno Tex

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
3 Maggio 2010
Cultura //

Una tavola di Mario Milano presentata al festival dei fumetti di Spoleto (spoletofumetti.it)
Una tavola di Mario Milano presentata al festival dei fumetti di Spoleto (spoletofumetti.it)
Foggia -TEMPO fa, sfogliando l’albo 51 di Magico Vento, il Signore delle Mosche, restai stupefatto per i tratti decisi e dettagliati dei disegni che non avevano niente a che vedere con l’artificiosità tecnologica tipica di certi fumetti made in USA. Al contrario, le tavole presentavano quella tipica artigianalità dei grandi autori del fumetto western italiano. Questi autori hanno quell’innata capacità, così come è avvenuto sul grande schermo con registi quali Sam Peckinpah e Clint Eastwood, di far letteralmente “respirare” allo spettatore l’aria della sconfinata prateria americana. Quasi per caso (e con piacere) scopriì poi che l’autore del fumetto in questione è un cittadino della Capitanata come Pasquale Del Vecchio, intervistato qualche mese fa da Stato.

MARIO MILANO nasce nel 1968 a Foggia, dove attualmente risiede e lavora. Diplomatosi in Scenografia nel 1992 presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, inizia ad alternare all’attività di scenografo quella di disegnatore di fumetti. Nel 1994, inizia un rapporto di collaborazione con la Sergio Bonelli Editore, disegnando per la serie Zona X. Nel 1999 inizia a collaborare alla serie Nick Raider, cui seguirà l’impegno per Magico Vento. Nel 2006 viene pubblicata la sua prima storia per Tex. Sempre nel 2006 inizia un rapporto di collaborazione con la casa editrice francese Les Humanoides Associès, che porterà nel 2007 alla pubblicazione del primo episodio di Touna-Mara. Parallelamente si dedica all’illustrazione e alla pittura ad aerografo.

StatoLo scorso 10 aprile è intervenuto, insieme a Ivo Milazzo (creatore di Ken Parker insieme Giancarlo Berardi) all’evento “I grandi artisti del Fumetto a Spoleto per l’Abruzzo”. Ci parli della manifestazione.
Milano– E´stata un´interessante conversazione sul tema del fumetto grazie anche alla presenza di Renato Pallavicini, giornalista de “L´Unità” esperto di fumetto e di Vincenzo Cerami, scrittore e assessore alla cultura del comune di Spoleto. La manifestazione è stata ideata da quest’ultimo per il restauro della fontana di piazza San Marciano a L’Aquila danneggiata dal terremoto. Per me è stata un´occasione per parlare dell’arte del fumetto in tutti i suoi aspetti, da come si realizza, i rapporti con le altre arti, spiegare il mestiere del disegnatore e discutere della situazione del panorama editoriale in Italia.

S Quali fumetti ha iniziato a leggere da piccolo e quale, in particolar modo, l’ha spinta a diventare un disegnatore?
M– In verità non sono mai stato un grande lettore di fumetti, li leggevo certo, ma questi non sono stati preparatori per la mia professione di disegnatore di fumetti; sin da bambino disegnavo un po´ di tutto e crescendo ho frequentato un po´ tutte quelle che sono le pratiche artistiche. Ho cominciato a interessarmi seriamente al fumetto dopo i vent’anni. Quando frequentavo ancora l´accademia di belle arti, qualcuno mi aveva fatto notare che i miei disegni avevano uno stile un po´ fumettistico. Successivamente (per caso o per destino, non saprei) un amico appassionatissimo e grande collezionista mi propose di provare a disegnare fumetti prestandomi i suoi. Provai subito una forte attrazione per il fumetto d´autore. E´da allora che è cominciata l’avventura.

S Che differenza c’è nel disegnare Magico Vento e Tex Willer?
M Sono entrambi personaggi western ma hanno in effetti caratteri diversi: se parliamo del carattere di ognuno il primo è misterioso, inquieto, l´altro è l´eroe perfetto, vincente; ho disegnato Magico Vento cercando quindi di trasmettere la sua personalità e il clima delle storie lavorando più sui neri realizzando un disegno più contrastato, mentre per Tex ho recuperato il mio stile francese, più dettagliato e fluido al tempo stesso, che si è rivelato ideale soprattutto nelle scene d´azione.

S Secondo lei perchè il genere western continua ad appassionare dopo più di cento anni?
M Ha perso un po´di smalto ma è vero, ha molti sostenitori, per Tex ad esempio possiamo certo considerare che sin dall’inizio, grazie anche al genere western come fenomeno cinematografico, ha avuto moltissimi appassionati che amano tuttora il personaggio e che in molti casi hanno trasmesso questa passione ai loro figli, ma secondo me c´è anche dell’altro: il western è un “luogo” dove tutto può succedere, dove non ci sono regole, un territorio sterminato e selvaggio dove si possono incontrare uomini e donne dal carattere forte, imbattersi in situazioni estreme e risolvere tutto magari con una sonora scazzottata o un buon colpo di pistola…sarà forse che un po´ tutti coloro che amano questo genere sognano di vivere queste emozioni, abituati come siamo con la monotonia del nostro vivere moderno?

S Quali altri personaggi della Bonelli le piacerebbe disegnare?
M Tutti i personaggi della Bonelli sono bellissimi da disegnare, ognuno di essi ha il proprio carattere, ognuno di essi ha il proprio fascino.


S
E’ più legato ai disegni tradizionali o apprezza anche certi “effetti speciali” presenti soprattutto nei fumetti made in Usa?
M Sono molto affascinato da questi effetti, ma resto comunque legato al disegno tradizionale e mi auguro che questo continui a esistere, infatti nel fumetto che sto realizzando attualmente la colorazione è realizzata al computer ma il disegno è fatto rigorosamente a mano.

S Ci parli di Phenomenon.
M La ringrazio per questa domanda. Phenomenon è una piccola e grande ossessione artistica che porto avanti parallelamente al fumetto; si tratta di opere di grandi dimensioni realizzate ad aerografo a “mano alta” cioè senza l´ausilio di maschere fisse o altro, lavorando in questo modo c´è un rapporto diretto e immediato tra ciò che abbiamo dentro e la superficie da aerografare, è un procedimento che trovo molto affascinante e che mi permette di sondare, se così posso dire, le zone più profonde della mia anima.

S I suoi prossimi progetti?
M Dopo i due albi della serie Touna Mara che ho disegnato per la casa editrice francese Les Humanoides Associés a breve terminerò il primo di quattro album di una nuova serie che sto realizzando per la casa editrice Glénat, anch’essa francese; ho ricevuto diverse proposte anche da altre case editrici ma per il momento non c´è nulla di definitivo, mi auguro comunque per il prossimo futuro di disegnare una storia scritta da me.

1 commenti su "Mi chiamo Milano ma sono di Foggia e disegno Tex"

  1. mi chiamo Inna e` conosco un certo Daniele Milano e anche lui era di Foggia. Adesso e` mio. Puoi capire…)))
    Ti ho conosciuto tramite tuo fratello e tuoi disegni sono stupendi!!!

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