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Fonti rinnovabili, battuta d’arresto in Regione. Vendola “chiude” all’UdC

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
4 Settembre 2012
Economia //

Salvatore Negro, UdC (fonte image: iltaccod'italia.it)
Bari – SULLA richiesta di verifica del numero legale da parte del capogruppo Udc, Salvatore Negro, si è arrestato in Consiglio regionale l’esame della proposta di legge per la “Regolazione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”. Il testo arriva in Aula dopo una gestazione di quasi due anni, unificando due provvedimenti – il primo a firma dei consiglieri Pd Epifani, Caracciolo, De Gennaro, Ognissanti e il secondo del gruppo consiliare Sel – presentati per la prima volta nel 2010. Prima dell’interruzione, e dopo aver incassato la disponibilità da parte della struttura tecnica a valutare i sub-emendamenti presentati per evitare di sconvolgere il provvedimento, l’Aula aveva approvato a maggioranza (con l’astensione delle opposizioni) i primi cinque articoli, così come emendati.

Alla ripresa dei lavori, l’intervento del capogruppo Sel Michele Losappio ha dato il via al dibattito politico: dai banchi del centrosinistra il richiamo al senso di responsabilità per approvare una legge “attesa e necessaria per regolamentare un settore così importante e delicato, evitando di far ricadere sulla Puglia problemi di carattere nazionale”. Dall’opposizione invece la richiesta alla maggioranza di dare prova di compattezza garantendo i numeri per l’approvazione della legge. Alla discussione sono intervenuti i consiglieri Arcangelo Sannicandro (Sel), Euprepio Curto (Fli), Angelo Disabato (PpV), Pino Lonigro (Sel) Sergio Blasi (Pd), Antonio Decaro (Pd), Franco Pastore (Gruppo misto-Psi), Rocco Palese (PdL), Giovanni Brigante (PpV), Alfredo Cervellera (Sel), Michele Ventricelli (Sel), Giuseppe Romano (Pd), Ignazio Zullo (Pdl). In conclusione gli interventi dell’assessore all’Energia Loredana Capone e del presidente della Regione Nichi Vendola.

Vendola “chiude” all’Udc. Secondo Vendola “l’atteggiamento politico degli esponenti dell’Udc (regionale ndr) ha di fatto stoppato il dibattito sulla legge all’ordine del giorno per spostare la contesa politica su un piano ritorsivo isterico e infantile”. “L’Udc – ha sottolineato il presidente nel suo intervento conclusivo – ha adottato un comportamento estremistico da moderatismo che non condurrà da nessuna parte politicamente”. Loredana Capone ha chiesto al presidente Introna di “fissare a brevissimo la prossima data per l’approvazione di questo importante provvedimento per la Regione”. Il presidente Introna ha annunciato che la discussione su questo provvedimento proseguirà il 18 settembre.

Negro: Vendola distratto. Puglia senza maggioranza . Il Presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro: “Il presidente Vendola è troppo distratto dagli impegni della campagna elettorale nazionale, trascura gli interessi della Puglia e non assicura il governo della Regione. In questo momento non c’è più una maggioranza e mancano i numeri per governare. È questa la realtà. Le offese di “infantilismo politico” rivolte all’Udc sono solo tentativo di spostare l’attenzione dal problema concreto e di ricompattare, per quanto possibile, quel che resta della maggioranza”.

“L’Udc ha solo esercitato le prerogative di chi siede tra i banchi dell’opposizione – ha sottolineato il capogruppo Negro – Se la maggioranza è andata sotto con i numeri è segno che qualcosa non va e il presidente Vendola dovrebbe prenderne atto e fare un esame di coscienza prima di lanciare offese. Occorre fare chiarezza su quanto accaduto“. “Dal 2010 che chiediamo al governatore Vendola di mettere da parte le aspirazioni nazionali per onorare gli impegni presi con i pugliesi che per due volte di seguito gli hanno rinnovato la fiducia”.


Capone.
“Con l’approvazione dei primi quattro articoli della nuova legge regionale sono stati già conseguiti importanti risultati – spiega la Capone – le modifiche radicali al quadro normativo nazionale sulle incentivazioni tariffarie hanno comportato una serie di incertezze e difficoltà agli imprenditori, anche semplicemente per realizzare impianti già autorizzati. L’emendamento consente, invece, lo svincolo delle fideiussioni in caso di rinuncia al progetto e quindi di evitare che l’imprenditore proponente sia danneggiato due volte, la prima perché non più conveniente la realizzazione dell’impianto, con conseguente dissolvimento dei costi sostenuti, e la seconda in quanto la Regione andrebbe ad escutere le fideiussioni prodotte dall’imprenditore stesso”.

Redazione Stato@riproduzione riservata

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