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Operazione antidroga Lombardia: gruppo Gadaleta rifornitore di clan cerignolani

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
13 Ottobre 2009
Cronaca //

droga-sequestroCerignola – UNA struttura internazionale dedita all’importazione di hashish e cocaina dalla Spagna e Marocco, grazie alla transazione di broker specializzati, è stata sgominata dalla prime ore dell’alba dai carabinieri dei comandi nazionali. La droga veniva importata dall’estero per poi essere distribuita nelle regioni del Mezzogiorno italiano, in primis in Puglia e Campania, ma anche nel territorio della Lombardia. Sono state 75 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse stamane a carico degli indagati, dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, per i reati di “associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti”ed altro. L’operazione si e’ svolta nelle province di Milano, Pavia, Bologna, Genova, Napoli, Lecce e Bari. Anche se il gruppo vendeva droga anche ad esponenti della criminalità organizzata di Cerignola.

Le indagini, partite dal 2006, hanno riguardato in una prima fase l’esponente criminale Gerardo Gadaleta, esponente di spicco della malavita pugliese radicata a Milano, dove era conosciuto come ‘Gerardo il criminale’, accusato di numerosi precedenti “per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti”. Nel territorio spagnolo, il gruppo facente capo a Gadaleta si avvaleva di un broker montenegrino, atto allo smistamento della droga nell’hinterland milanese. Come detto il gruppo di Gadaleta era anche rifornitore di clan malavitosi foggiani, precisamente di Cerignola.

Una seconda consorteria collegata a quella di Gadaleta, è stata scoperta dai carabinieri nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro. Il gruppo era capeggiato da Francesco Castriotta, legato a sua volta, per il traffico della droga, a Domenico Brescia. L’uomo, gia’ condannato per associazione a delinquere e omicidio, vantava intensi rapporti di frequentazione con dirigenti e calciatori dell’Inter, essendo proprietario di un negozio di abbigliamento sportivo a Rovello Porro, nel Comasco, utilizzato come copertura.

Per la commercializzazione al dettaglio a Milano, Castriotta si avvaleva invece del pregiudicato Giordano Filisetti, già condannato per legami con l’organizzazione criminale capeggiata da Biagio Crisafulli detto Dentino, per conto del quale spacciava a Quarto Oggiaro. Nello stesso quartiere Francesco Crisafulli, fratello maggiore di Biagio, e’ stato ucciso nel maggio scorso, mentre Biagio sta scontando un ergastolo in carcere.

Nel maggio 2008, dopo la pubblicazione del testo di alcune intercettazioni telefoniche tra Brescia e tesserati dell’Inter, le cui posizioni erano state stralciate perche’ prive di rilevanza penale, la Procura di Milano aveva disposto il fermo sia per Brescia che per Francesco e Massimo Castriotta, Marco Brunetti e Antonio Mazzilli. Agli uomini era stata contestata la vendita nel 2006 di una partita di 2 kg di cocaina. Secondo le accuse, il gruppo Castriotta aveva sostenuto i detenuti, rifornendoli anche di droga: nell’ambito delle indagini era stato arrestato anche un agente della Polizia penitenziaria di servizio nel carcere di Livorno, incaricato di ritirare a Milano un quantitativo di droga da consegnare al detenuto della banda. Un terzo sodalizio, risultato collegato alla banda Gadaleta, e’ costituito prevalentemente da elementi della criminalita’ organizzata campana, capeggiati dal latitante Luigi Siciliano.

Siciliano, arrestato nel corso delle indagini, e’ stato identificato come autore di un tentato omicidio, dovuto al mancato pagamento di una partita di cocaina. Nel corso della sua reclusione in carcere, Siciliano tentò anche di corrompere un agente della Polizia penitenziaria, per ottenere il trasferimento di cella e ricevere informazioni dall’esterno. La banda era interessata anche al riciclaggio di vetture di grossa cilindrata, che venivano spedite in Spagna. Il gruppo di Siciliano, inoltre, appoggiava la latitanza di esponenti di primo piano del clan camorristico De Luca Bossa, riconducibile all’Alleanza di Secondigliano, localizzati ed arrestati durante le indagini. In particolare, il gruppo era in stretti rapporti con Ciro Minichini, un pericoloso latitante arrestato nel 2006 a Mandatoriccio (Cosenza), dove era ospitato in un appartamento dell’organizzazione.

Le indagini hanno consentito l’arresto in flagranza di 19 persone e il sequestro di 22 kg di cocaina. Sono state sequestrate numerose pistole, alcune dotate di silenziatore. I proventi del narcotraffico venivano reinvestiti nell’acquisto di immobili, esercizi pubblici e commerciali, imprese operanti nel settore edile a Milano, Bollate (Milano), Novate Milanese e Valleve, nella Bergamasca. Sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 20 mln di euro.

L’operazione ha confermato, scrivono i carabinieri, la centralita’ del capoluogo lombardo nel narcotraffico internazionale e il radicamento di organizzazioni criminali dedite al narcotraffico, intenzionate ad esercitare un vero controllo mafioso del territorio, soprattutto nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro. Finora nell’operazione sono stati eseguiti 64 arresti. (fonte: Liberonews.eu – foto d’archivio )

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