Foggia – APPROCCIO, conoscenza, adescamento, violenza, ricatto. Cinque fasi meditate con certosina precisione e con altrettanto meticoloso fare messe in pratica. La logica cruenta del gruppo che prende il sopravvento sulla socialità, il piacere fisico trasformato in divertimento macabro. O, come da epitaffio del dirigente della Polizia di Cerignola, Gianpaolo Patruno, “una storia triste che lascia un senso di amaro in bocca”. E’ la ‘sua città’, il teatro macabro della violenza consumata da due 14enni ai danni di una tredicenne, tutti cerignolani, tutti appartenenti a famglie senza alcun problema con la giustizia.
I FATTI. Tutto inizia quando M.I., 14 anni, conosce attraverso il socialnetowork facebook la ragazzina. Lui è al primo anno delle scuole superiori, lei è all’ultimo delle medie. L’approccio conoscitivo è quello solito dei giovani del Terzo Millennio: un computer e quella sbarazzina certezza che nulla può andare male. A chattate, post e link, il ragazzino “carpisce la fiducia” della minorenne, tanto che decidono di spostare la conoscenza nella vita reale. Il primo incontro avviene il 2 febbraio. Lei si presenta sola; M.I., accompagnato da due amici (13enni). E’ l’inizio di un incubo: la ragazzina diventa bersaglio di offese e minacce. Il capetto del gruppo paventa la possibilità di diffondere in giro quelle che il Commissariato di Cerignola sintetizza come “voci negative sulla sua persona”. Per la ragazza scatta il panico. “In un’età delicata – spiega Patruno – la diffusione di certe voci, anche se non fondate, può creare turbamento”.
Il 18 febbraio, sedici giorni dopo il primo contatto, i due fissano un secondo incontro nelle campagne cerignolane che, nelle intenzioni, sarebbe dovuto essere chiarificatore. Quel che va in scena, invece, è un vero e proprio “agguato”. M.I. è scortato da un alto 14enne (G.D.), e da altri tre ragazzini (13enni e, dunque, non imputabili) che fanno da palo. La ragazza ed il capetto si scambiano baci ed effusioni, G.D. li filma di nascosto. E’ a questo punto che la minaccia si fa pressante. Per non diffondere su youtube il filmino, i due le impongono un rapporto sessuale completo con tutti e cinque. Lei, spaventata, accetta.
LA DENUNCIA. Ma la 13enne non regge lo stress e si confessa con un’amica maggiorenne la quale, la convince a parlarne ai genitori. La notte 19 febbraio, sono loro ad accompagnarla in Commissariato. I poliziotti ricostruiscono la vicenda, supportati anche dal materiale trovato sui cellulari dei ragazzi. Due di loro, su disposizione del tribunale dei minori di Bari, sono stati rinchiusi in comunità nel brindisino, mentre i 3 13enni non sono imputabili.
PATRUNO: “Genitori, occhio a facebook”. Durante la conferenza stampa, il dirigente cerignolano ha messo in guardia i genitori: “Quanto accaduto dimostra le insidie che si nascondono su facebook e sui socialnetwork in generale”. Patruno ha anche consgliato ai genitori di monitorere l’attività dei propri figli, precisando che, nel caso dei ragazzi coinvolti, “si tratta di soggetti appartenenti a famiglie non inserite nel ramo criminale. gente che lavora”. Tanto che, di fronte alla Polizia, uno dei padri è scoppiato in lacrime, non potendosi spiegare i motivi di un gesto tanto grave da parte del proprio figlio
CICOLELLA, P.O.: “Il dolore e’ una morsa che prende allo stomaco, mentre l’orrore manda in corto circuito il cervello e annega la coscienza. Forse sono state queste le sensazioni e le emozioni che hanno devastato la ragazzina tradita e brutalizzata dai suoi coetanei”. E’ il commento di Rosa Cicolella, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia, alla notizia dell’arresto di un “branco di giovanissimi predatori, anche loro vittime della nuova subcultura maschilista che mercifica e offende l’animo e il corpo delle donne. Le istituzioni tutte devono garantire percorsi di assistenza e recupero dei protagonisti di questa drammatica vicenda, coinvolgendo anche i genitori di tutti loro, responsabili dei percorsi educativi e di crescita civica dei loro figli”.
STUPRO RAGAZZINA, GIANNATEMPO: “UN ATTO ABOMINEVOLE CHE INDIGNA LA NOSTRA COMUNITA’“ “Lo stupro e le violenze ai danni di una ragazzina di 14 anni sono atti abominevoli che feriscono e indignano un’intera comunità. Quanto avvenuto è un fatto di gravità inaudita che testimonia il livello del degrado morale e civile a cui si è arrivati nella nostra città e al quale bisogna reagire prontamente”. Così il Sindaco, Antonio Giannatempo, si esprime sull’ennesimo episodio di cronaca avvenuto a Cerignola, che stavolta vede protagonista una adolescente ferocemente brutalizzata da un gruppo di coetanei, due dei quali fermati dagli agenti del locale Commissariato di P.S. e trasferiti in una comunità in provincia di Brindisi. Gli altri tre componenti del branco, perché di un branco si è trattato, sono stati segnalati al Tribunale dei Minorenni.
“Tutte le istituzioni devono fare la loro parte e nessuno può tirarsi indietro di fronte a vicende come questa, tutti devono sentirsi corresponsabili della perdita totale di valori come il rispetto delle persone e, nel caso specifico, del corpo delle donne – aggiunge il primo cittadino – . E’ fondamentale il ruolo delle famiglie e delle agenzie educative nei percorsi di crescita dei nostri ragazzi e nel contrasto a una subcultura maschilista che continua a provocare danni incalcolabili nel nostro territorio come in altri. Dobbiamo imporre ai ragazzi limiti e regole che possano aiutarli ad assumere un senso di responsabilità maggiore. Le famiglie non possono delegare tutto alla scuola, ma devono collaborare con chi può facilitare il loro ruolo educativo. Sono insopportabili le posizioni autoassolutorie di moltissimi genitori che reagiscono malissimo quando gli si dice che i loro figli hanno compiuto gesti scellerati in classe piuttosto che in strada. Non si va da nessuna parte se si continua in questo modo”.
p.ferrante@statoquotidiano.it
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Far usare facebook ai ragazzini è un po’ come permettere ai tredicenni di guidare le ferrari. Ma se le ferrari non le sanno guidare nemmeno molti adulti (e nemmeno sanno usare facebook, se non in modo improprio)come volete che i ragazzini usino fb? Lo so che è pratica comune e diffusissima ma, insomma, teniamo presente questo paragone e non smettiamo mai di vigilare sui ragazzi! Non si può poi rimanere sconvolti a seguito di vicende come questa, se non abbiamo ben chiare, in ogni momento, come certe dinamiche possano innescarsi e deflaglare, letteralmente. Non siamo impotenti. Più vigilanza sui ragazzi; gli romperete le p.., come dicono loro, ma alla fine non potranno che ringraziarvi!
per questi reati ci vorebbe la pena di m………coloro che si divertono in questo schi..
ancora non sono intervenuti a dire: “sono dei bravi ragazzi e non siete nessuno per giudicare? chi è senza peccato scagli la prima pietra! ecc ecc”
ormai va di moda cosi..
be’ lo auguro di cuore a questa gente che la pensa cosi .di averlo subito nella propia casa.poi vediamo se e’ moda