Manfredonia. ”Può succedere in una calda mattinata d’estate di ritrovarsi alle pendici del Gargano, davanti all’imboccatura di una grotta e vedere il proprio figlio indossare un casco, accenderne la luce e senza salutare cominciare a scendere lungo una scala, dentro una grotta del paleolitico. Può succedere che i genitori aspettino per una buona ora con i sensi di ragno amplificati in ascolto di possibili richieste di aiuto, ma niente. Tutto sembra filare liscio e ciò paradossalmente rende i genitori più nervosi.
Fa caldo, molto, ma una sigaretta tira l’altra. Si parla con altri genitori, quasi tutti e venti alla prima esperienza di baby speleologia per i propri figli. Il paesaggio alle pendici di Rignano Garganico è terso, si vede lontano, ma il pensiero è sempre li sottoterra alla grotta. Gli speleologi del Gruppo Archeo Speleologico Città di Manfredonia rimasti all’imbocco della grotta sono pazienti, rispondono alle domande ripetitive e rassicurano. Qualcuno ha anche il proprio figlio nella grotta… Quando riaffiorano dalla terra i baby speleologi condividono in viso una sola emozione: un lungo sorriso di soddisfazione, espressione sempre più rara da leggere sul viso dei nativi digitali. Vengono guidati nella risalita e non appena riabituano gli occhi alla luce vanno verso i genitori a raccontare cosa hanno trovato e visto.
Non gli erano mancati li sotto, questo è certo. La disponibilità dei volontari del Gruppo Archeo Speleologico è tale che si rendono disponibili sia a tenere i bambini sia a portare i loro genitori nella viscere del Gargano cosi che in famiglia si abbia da raccontare e avere esperienze condivise. La bellezza della roccia carsica stratificata ha effetto e cosi anche la maggior parte dei genitori risale sentendosi arricchito di una nuova esperienza…e chissà che a breve non la si voglia ripetere!”.
Luigi Starace,giornalista pubblicista, media consultant,
Direttore Stigmamente.it, Arte e Psichiatria sullo Stigma e la Diversità-APS
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