Foggia – IL fenomeno dell’uccellagione in Provincia di Foggia è una pratica illecita molto diffusa e perpetrata da decenni. La stessa consiste nella cattura di avifauna di specie cacciabili, protette e particolarmente protette ed è praticata con mezzi illeciti come, ad esempio, con reti “da posta” posizionate verticalmente rispetto al terreno.
Tale pratica è generalmente utilizzata per catturare volatili, che rimangono impigliati nelle reti stesse, come fringuelli – cardellini – verzellini – cinciallegre – fanelli – pettirossi – capinere – storni – tordi ed altre specie particolarmente protette e non protette. Negli ultimi anni si è riscontrato un notevole incremento dell’attività di cattura mediante reti “da posta” posizionate parallelamente al terreno, ad una altezza di circa trenta centimetri e per una estensione che varia dai 300 ai 1000 metri quadrati.
Al centro di tale impianto viene posizionato un richiamo acustico, composto generalmente da un accumulatore al piombo, un mangianastri ed una tromba/altoparlante, utilizzato per attirare i volatili. Detta pratica viene utilizzata prevalentemente per la cattura di allodole che, una volta catturate, vengono vendute vive a commercianti spregiudicati. Le stesse vengono rivendute come richiami vivi per l’attività venatoria.
Tale pratica, si ribadisce illegale, produce redditi per alcune centinaia di migliaia di euro, basti pensare che un solo impianto come su descritto consente la cattura, nei due mesi di migrazione dei volatili, di almeno 1.500 allodole. Sul territorio della nostra provincia tale pratica viene esercitata mediante centinaia di questi impianti di cattura situati principalmente negli agri di Manfredonia e Zapponeta, purtroppo, non facilmente individuabili come non sono facilmente individuabili gli autori di tale illeciti.
Comunque la Polizia Provinciale di Foggia negli ultimi anni è riuscita ad individuare ed a sequestrare numerosi impianti di cattura, liberando circa diecimila allodole, e, ove è stato possibile individuare i responsabili, a denunciare gli stessi all’A.G. Da evidenziare che, solo dallo scorso anno la giurisprudenza consente di ipotizzare il reato/delitto del “furto venatorio” a carico dei bracconieri uccellatori che possono portare anche all’arrestato in flagranza di tale reato ovvero furto aggravato di fauna selvatica ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato. In virtù di tali norme, ai soggetti che acquistano i volatili oggetto di uccellagione può essere ipotizzato il reato di ricettazione. Da evidenziare altresì che, qualora ci siano i presupposti, si la legge consente anche di ipotizzare il reato di maltrattamento di animali.
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Redazione Stato@riproduzioneriservata
Ma non solo, l’altra volta passando sulla sp141 all’altezza dell’ingresso del ristorante ho sentito indistintamente degli spari verosimilmente indirizzati ai volatili….