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Biogas da biomassa vegetale, impianto nell’ex DI/46 (VIDEO)

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
27 Ottobre 2012
Manfredonia //

ENERGIA elettrica da biogas da biomassa vegetale grazie a un impianto in costruzione a Manfredonia, a nord della DI/46 (stato@)
Manfredonia – ENERGIA elettrica da biogas da biomassa vegetale grazie a un impianto in costruzione a Manfredonia, a nord della DI/46 (interessata dagli insediamenti del Patto territoriale). La committente è la Agrispes s.a.r.l. di Foggia, con autorizzazione PAS protocollata il 16.02.2012, con imprese costruttrici: la TMT di Manfredonia. Progettista architettonico e direttore dei lavori l’ingegnere Giuseppe Velluzzi, anche progettista strutturale con l’ing. Michele Ciotti e l’architetto Luigi Bettoni. Coordinatore per l’esecuzioni dei lavori l’ing. Gaetano Palumbo. Si ricorda che l’ingegnere Giuseppe Velluzzi riporta ad un altro progetto previsto a Manfredonia della R.T.I. Ingegneria Ambientale S.r.L./ing. Giuseppe Velluzzi di Potenza con approvazione del progetto preliminare e “prevista realizzazione (con finanziamento regionale) di un impianto di compostaggio nella zona industriale DI/46”, come già riferito dall’assessorato all’ambiente del Comune (vedi link in basso). In condizioni anaerobiche si produce biogas dalla rimozione della sostanza organica. Possibile che cio’ che resti della cellulosa non degradata possa passare a compostaggio (in un altro impianto) per un’ulteriore stabilizzazione.

Sulla cartellonista dei lavori, nella ex DI/46, è riportata la sigla Biogas Nord gmbH relativa – da raccolta dati – alla Biogas Nord Anlagenbau GmbH di Bielefeld (Germania), azienda leader nella generazione degli impianti a biogas.

Dalla raccolta dati, l’impianto per la produzione di biogas – “operante in assetto cogenerativo” – ha una produzione di energia elettrica pari ad un 1 MW (“energia prodotta dalle biomasse diretta all’alimentazione della rete Enel”). Per la produzione, si parla di una capacità pari a 16/17mila tonnellate di combustibile.

Come detto, si tratta di un impianto operante in assetto cogenerativo, adibito vale a dire alla produzione combinata di energia elettrica ed energia termica. Gli impianti di potenza elettrica inferiore a 1 MW accedono alla Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) di competenza del Comune.


Il processo di fermentazione.
A titolo esemplificativo,
le colture vengono raccolte, per mezzo di trinciatura, allo stato ceroso (ovvero prima della maturazione per la mietitura). La fermentazione, quindi, non è un processo che avviene in campo, ma nei digestori (i cilindri a forma di silos). La biomassa viene immessa nel fermentatore (e non nel cogeneratore) nel quale avviene il processo di digestione (fermentazione) anaerobica (in assenza di ossigeno)”.

Da tale processo viene prodotto del biogas che va ad alimentare il cogeneratore che genera, appunto, energia elettrica. Le 16/17mila tonnellate si riferiscono più propriamente alla quantità di biomassa da immettere nell’impianto per la produzione del biogas.

In merito alle tipologie di biomasse utilizzabili in un impianto biogas, tra i residui colturali sono esclusi tutti quelli con alto contenuto di lignina (p.e. ramaglie, residui di potature, ecc.) i quali vengono utilizzati con altre tecnologie.

Una nota particolare verte sulla FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) la quale teoricamente potrebbe essere utilizzata in un impianto biogas, “ma realmente no perché fintantoché non parta una raccolta differenziata seria (che preveda già dal cittadino una selezione, e che, con la nostra mentalità – percisa la società – ritengo ci vorranno alcuni decenni per metterla in pratica) non potrà essere inserita in un impianto della tecnologia di Agrispes: la presenza di carta, plastica, ferro, o altro che non sia degradabile bloccherebbe l’impianto con l’alto rischio di rottura dell’impiantistica”.

Si ricorda che la Agrispes è una società agricola di Foggia dedita anche alla “Coltivazione agricola di colture con finalita’ non alimentari ultime, (biomasse)”, nonchè la “Raccolta, trasporto, pretrattamento, trasformazione stoccaggio di queste e valorizzazione attraverso la ‘produzione di energia elettrica e termica, di liquidi gassosi derivanti dall’utilizzo di biomasse e relativa distribuzione agli utilizzatori finali”. Una cooperazione tra gli agricoltori dell’area, in considerazione della bassissima percentuale del terreno coltivato necessario per le produzioni, potrebbe favorire lo sviluppo della metolodogia di produzione citata.


Si parla di un investimento di oltre “3/4 milioni di euro”. Una cinquantina gli occupati con l’indotto, poche dovrebbero essere le unità occupate con l’impianto a regime (gennaio/febbraio 2013). Al di là del fitto o acquisto dei suoli dell’area (D3E, ex DI/46), si ricorda che l’elettricità prodotta da impianti alimentati a biogas, entrati in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2007, a seguito di nuova costruzione, rifacimento o potenziamento, ha diritto a beneficiare del meccanismo incentivante della Tariffa onnicomprensiva (se non superiori a 1 MW) o dei Certificati Verdi, già per un periodo di 15 anni.

Si ricorda come gli impianti di biogas possono presentare diverse configurazioni impiantistiche, variabili in base alle tipologie di biomassa trattata ma anche in base all’utilizzo che si intende fare del biogas prodotto. Grande diffusione negli ultimi anni degli impianti di produzione di biogas da reflui zootecnici. In Italia si calcola l’esistenza di 520 impianti di biogas agro-zootecnici (di cui 130 in costruzione – dati 2011, in gran parte al Nord, meno nel Meridione, pochissimi in Capitanata). A parte il caso particolare degli impianti semplificati, normalmente si attua una co-digestione di reflui zootecnici (suini, bovini, avicoli, ecc.) con colture energetiche (mais, sorgo, ecc.) e/o scarti organici.


Tipologie di biomassa.
Fra la tipologia di biomassa dalla quale è possibile ricavare biogas si annovera: il Liquame bovino e suino; le deiezioni avicole; gli scarti di macellazione; i residui colturali; le colture energetiche, gli scarti organici dell’agro-industria; i fanghi di depurazione; la frazione organica dei rifiuti urbani.

Ad esempio (fonte: nextville): da un metro cubo di Liquame e letame suino è possibile ottenere (dati nextville) 15-23 di biogas (m³), 28-42 (Elettricità, kWh) e 56-84 (Calore, kWh); da un metro cubo di insilato di mais 67 di biogas(m3), 121 (elettricità, kWh), 243 (calore, kWh).

segue

L’altro progetto della R.T.I. Ingegneria Ambientale S.r.L./ing. Giuseppe Velluzzi – Impianti biologici anaerobici per la produzione di compost; 3 milioni di euro stanziati dalla Regione Manfredonia, “impianti biologici anaerobici per la produzione di compost”. Dal Comune a Stato: “sorgerà nella DI/46” – Finanziamento a fondo perduto di 3 milioni di euro e Delibera approvazione progetto preliminare e Delibera sostituzione RUP e Lo smaltimento della Cymodocea

g.defilippo@statoquotidiano.it


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12 commenti su "Biogas da biomassa vegetale, impianto nell’ex DI/46 (VIDEO)"

  1. NOT: l’impianto per godere della procedutra semplificata (Pas, ex DIA) può solo partire da materiale pulito e coltivato (set a side). Se si parte da rifiuti organici, ed altro (alcune regioni fanno problemi anche con i sottoprodotti di industria alimentare e liquami) si va in conferenza servizi etc etc.

    PS: sui vaòlori delle rese in biogas, eviterei di sbilanciarmi. quelli scritti sono dati vecchissimi, prima che la tecnologia evolvesse insieme alle prove di biometanizzazione dei substrati (a seconda del regime termico e del tipo di substrato c’è una resa…)..come ogni metabolismo che si rispetti vi sono dlle regole da rispettare in termini di bilancio di nutrienti. Vabbè, stay tuned 😉

  2. La normativa nazionale, recependo quella europea, definisce la biomassa come: “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.

    Gentile red. chieda lumi all’assessorato che sta raccontando solo frottole.

    Sui n.ri meglio non commentare ci sono DM dello scorso marzo che hanno modificato tanto.

    Come al solito tutti gli uffici tecnici …. gente che si aggiorna. Degli assessori meglio non parlare.

    concordo con ines

  3. Gentile Nando,
    i dati dell’Assessorato sono quelli inseriti nella delibera di giunta in fondo al testo che fa riferimento all’impianto di compostaggio (“impianti biologici anaerobici per la produzione di compost”), tutti gli altri dati derivano da una nostra ricerca. Sull’impianto dell’Agrispes i dati sono quelli che vede; si è citata una coltura a titolo di esempio; l’altro impianto che si cita – produzione di compost – fa riferimento ad un progetto per il quale era stata indicata la ex DI/46 quale zona interessata. Seguono aggiornamenti.

    Inoltre, nel testo – a titolo di esempio – si citano le “Tipologie di biomassa”: fra il tipo di biomassa dai quali è possibile ricavare biogas ci sono appunto “il Liquame bovino e suino; le deiezioni avicole; gli scarti di macellazione; i residui colturali; le colture energetiche, gli scarti organici dell’agro-industria; i fanghi di depurazione; la frazione organica dei rifiuti urbani”.

    La ringraziamo per la Sua segnalazione; seguono aggiornamenti; G.de Filippo; g.defilippo@statoquotidiano.it

  4. Ma dove li trovano? Chi li recupera? Come? La differenziata a Maanfredonia non esiste, nei cassonetti dell'”umido”, si cestina di tutto!!!

  5. Attenzione: se trattano rifiuti, o altro materiale diverso dall’unico che ho citato (biomassa coltivata ad hoc) la PAS non è consentita.

    Il piano di conferimento se si trattano organici che in realtà hanno un codice CER è obbligatorio 8com il piano di viabilità, il numeero di mezzi che viaggiano su ruote per il trasporto etc, impianti di preigienizzazione, selezione e preselezione, depurazione da polveri e inquinanti gassosi nelle fasi di precarico etc etc), è invece indicativo nella PAS. Stessa cosa per VIA e VAS

    In genere dico cosa – specie i krukki – si fa: fanno approvare un impianto in procedura semplificata (più veloce, ma solo in teoria – dipende da disponibilità comune, comitati cittadini etc)che parta da biomassa coltivata ad esclusivo uso in digestione anaerobica e poi dopo la costruzione + un anno c.ca di messa a regime + i primi introiti da certificati verdi e bianchi, chiedono l’ampliamento ad altri substrati (si apre la procedura di conferenza servizi).

    Per quanto riguarda l’impianto di compostaggio vale la stessa cosa, e cioè in base alla “tipologia” di prodotto di partenza.

    Sull’anaerobico quello che andrebbe appurato è se sono stati previsti post trattamenti sul separato liquido (rispetto della direttiva comunitaria sui nitrati, e valori limite regionali acquisiti,se siamo in aree vulnerabili o no in caso di eventuale spandimento nei campi, se è stato previsto un bacino di equalizzazione durante i periodi invernali, e del separato solido (dopo digestione molto stabile, e di solito inviato a compostaggio – meglio del rifiuto “tal quale”, o essiccato).

  6. X Redazione: se nella delibera è scritto ““impianti biologici anaerobici per la produzione di compost”, è stata scritta una gran castroneria. Gli impianti di compostaggio (biocelle) sono AEROBICHE. In assenza di ossigeno ( ANAEROBICI) sono i digestori chiusi che fanno biogas. E’ l’A,B,C.

  7. Caro Nando non ho perso tempo, ci ho impiegato due minuti di orologio, seguo e sono molto interessata all’argomento messo in luce da Red.

    Vedremo gli sviluppi. Certo è che Giuseppe ne ha messo di materiale 😀

  8. Cara Ines, il verbo era un eufemismo, inteso come perdita di tempo per chi legge e deve fare qualcosa e non la fa. Concordo sul lavoro della redazione, ma ripeto è possibile che una notizia del genere passi inosservata?

  9. il limite per la pas in Puglia , con la nuova legge regionale del 24 settembre 2012 n.25 , quanto è per un impianto a biogas in cogenerazione ?
    Si va in PAS se l’impianto è di 800 kw in cogenerazione ?

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