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“Quale progetto di sviluppo del Gargano?”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
4 Agosto 2020
Focus e Inchieste // Gargano //

(fuoriporta) Gentile Direttore,mi chiamo Philippe Royer.

Sono belga e professore di francese e filosofia in pensione. Il mio primo contatto con il Gargano fu in marzo 2000, 20 anni fa. Un colpo di fulmine! Sono 12 anni che vivo felice a Vico del Gargano quasi tutto l’anno. Pago l’IMU, i rifiuti e provo ad integrarmi con la popolazione parlando l’italiano e vivendo come loro. Durante questa pandemia sono rimasto a Vico perché ho capito che qui ero più protetto e i fatti mi hanno dato ragione aggiungo che io amo questo paese!

Per caso a febbraio, poi giugno e luglio su internet ho letto gli articoli che parlano del progetto di completamento della superstrada che taglierà il Parco nazionale del Gargano da Vico a Vieste – Mattinata. Questa notizia sorprendente mi ha motivato nel desiderio urgente urgente di dire la mia opinione sperando di alimentare il dibattito futuro.

Ho viaggiato tanto durante la mia vita: “Bolivia, Cile, Vietnam, Grecia, Spagna, Canada ecc”. Questa esperienze ha sviluppato il desiderio di comunicare, di capire le culture e ha sensibilizzato il mio sguardo al rispetto della natura troppo spesso ignorata (ECOCIDE). La natura, per l’uomo, è senza diritti, senza parole! L’uomo per interessi economici passa il suo tempo a distruggerla senza vergogna. Oggi la natura si ribella e provoca tanti danni. La natura è un bene comune di tutti, è patrimonio dell’umanità! Ogni persona, al suo livello, detiene un frammento di responsabilità per la generazione attuale e futura. Un gesto fatto qui ha ripercussione globale. Quale società e quale valori vogliamo costruire e trasmettere? Oggi per necessità urgente (riscaldamento globale) abbiamo l’obbligo di inventare un nuovo mondo. Questo stato d’emergenza è un’opportunità incredibile!

 

Inventare un nuovo mondo, un’altra realtà più bella! Un progetto a livello planetario!

Un progetto che interessa tutta l’umanità che renda i popoli felici di vivere.

So, per esperienza, che l’interesse politico può cercare ad accarezzare la pelle del popolo. L’impegno dei bravi politici, prova a sviluppare il paese creando posti di lavoro e pensando al benessere della popolazione e al suo futuro.

 

Alcuni dicono che costruire una superstrada è inventare un nuovo mondo, che la velocità stradale deve essere al servizio dello sviluppo (Costi! Benefici?). Tanti esperti internazionali del clima affermano oggi che concepire lo sviluppo economico con il concetto della velocità è obsoleto, sbagliato e che dobbiamo riconsiderare il ritmo della nostra società e della nostra vita. La velocità stradale! È questo il progresso, la novità? Quale progresso! Quale sviluppo! La modernità per il Parco, santuario protetto dal 1991: 854 milioni di euro di cemento armato, sedici gallerie, undici viadotti per un percorso totale di 50 chilometri, 17 milioni di euro per chilometro. Ecosistema distrutto, ulivi secolari e macchia mediterranea abbattuta, paesaggi protetti trasformati… per due mesi di attività turistica, due mesi d’inferno che Peschici e Vieste vivono ogni estate.

 

Il Gargano non può diventare Ibiza, Myconos, Torre Molinos o la Costa Brava. Dopo uno sviluppo turistico straordinario gli spagnoli ne hanno abbastanza del turismo di massa in estate diventando essi stranieri nel loro paese!

 

Non è questo il modo di pensare lo sviluppo del Gargano! Questi politici non hanno ancora capito bene l’emergenza della situazione climatica, l’estate al sud con 45° gradi di temperatura.

 

Oggi, la vera modernità è dire no a questo sviluppo frenetico e alle conseguenze disastrose che comporta: tempeste, grandinate e alluvioni.

Vero progresso potrebbe essere promuovere:

1) Lotta contro l’inquinamento.

2) Promozione energie alternative e rinnovabili.

3) Diminuzione del traffico privato.

4) Sviluppo della mobilità sostenibile.

5) Lotta alla velocità stradale, parcheggi fuori dai centri urbani.

6) Promozione di un turismo verde, lento e sostenibile.

7) Educazione al rispetto della natura.

8) Formazione professionale all’accoglienza turistica.

In molti paesi del mondo si cerca di diminuire la velocità sulle strade.

I garganici ed anche io abbiamo la fortuna di vivere all’interno di un Paradiso, una delle regioni più belle del mondo!

Dobbiamo viaggiare fuori per capire questo privilegio. Abbiamo anche il dovere di difendere e proteggere il nostro luogo di vita, patrimonio ancora preservato, intatto da trasmettere alle generazioni future.

Entrare nel Parco nazionale del Gargano è come entrare all’interno di una bellissima cattedrale! Si entra con silenzioso rispetto, attenzione, sensibilità, tempo da dedicare, lentezza, curiosità, emozione, appetito culturale, cercando di scoprire ogni angolo, ogni meraviglia visibile o nascosta respirandone felice ogni profumo…

Non si può entrare in questo edificio a 130 – 150 km orari con una superstrada.

Dicono che la superstrada farà sviluppare l’economia locale. Argomentazione falsa. Vieste e Peschici insieme hanno una popolazione di 18.347 abitanti e totalizzano più di 2.500.000 (ufficiali) di presenze turistiche all’anno (2019. Questo turismo di massa crea lavoro per gli abitanti giusto e legittimo. Però questo lavoro dura soltanto pochi mesi e a fine estate è tutto chiuso.

Il Gargano non ha la vocazione e neanche la capacità di accogliere milioni di turisti in più e di assorbire questo “choc”. Il turismo di massa non ha la libertà di venire fuori stagione. L’organizzazione del lavoro impedisce questa possibilità! Tutti insieme solo d’estate!

Il Gargano ha bisogno anche di un turismo di qualità , a dimensione umana che possa godere del Parco in ogni periodo dell’anno e non solo durante la frenetica estate, un turismo rispettoso della natura che creerà lavoro.

La responsabilità dei politici del posto è di creare una strategia capace di attirare questa clientela italiana e straniera e trattenerla. Questo è un bel progetto, una bella sfida. Siamo lontani dal cemento armato e dalle code sulle strade.

Affermo che la costruzione di questa superstrada va a nascondere, fa dimenticare i veri problemi del promontorio e la loro gestione efficace come:

1) La sanità.

2) La depurazione delle acque.

3) La siccità.

4) L’acqua potabile per tutti.

5) Le falde acquifere.

6) I pozzi abusivi.

7) Le case abusive da demolire.

8) L’isolamento delle case.

9) Costruzioni antisismiche.

10) La buona manutenzione stradale.

11) Pulizia dei canali.

12) Gestione dei rifiuti.

13) Qualità dell’acqua di balneazione.

Il Gargano già verde, merita una vera rivoluzione verde, un progetto ambizioso di sviluppo sostenibile che va a creare tanti posti di lavoro.

Il covid 19 ha messo l’economia mondiale inginocchio. Il Pil dell’Italia meno 13%? Dobbiamo “approfittare” di questo disastro per rilanciare l’economia: dimenticare le vecchie ricette del passato (per esempio come distruggere la natura per creare lavoro effimero), privilegiare le innovazioni e le tecnologie del futuro, aiutare le iniziative individuali e collettive, cambiare il nostro modo di spostarsi e consumare.

 

Il principio per il Gargano è semplice: gestire con intelligenza la bellezza del posto, proteggerla come un tesoro e sviluppare l’attività economica intorno al patrimonio umano e culturale eccezionale con una pubblicità moderna ed efficace che tocca un turismo sensibile all’emergenza climatica e futura. L’Italia ha bisogno di un forte stato strategico. La Puglia deve essere capace di dare questo impulso di sviluppo sostenibile. Questo impegno politico sarà l’anima di questo territorio garganico ancora autentico. Per quanto tempo? L’obbiettivo dei politici è di fare di questo promontorio un modello di economia verde, un esempio a livello internazionale e provare che esiste un’alternativa credibile ad uno sviluppo irresponsabile. Credo che Bruxelles è pronta ad aiutare questo sogno accessibile e un certo turismo aspetta questa opportunità per manifestare il suo appoggio fuori stagione. Sarà una bellissima pubblicità! Sarebbe bellissimo avere la bandiera blu per tutta la costa garganica.

Philippe Royer

(Uno straniero che ama l’Italia verde!)

(fuoriporta)

17 commenti su "“Quale progetto di sviluppo del Gargano?”"

  1. L’illustre professore ha fatto una attenta analisi, inappuntabile. Sono in perfetto accordo con lui. Il Gargano è bello perché è così,se viene stravolto perderà tutto il suo fascino.

  2. Grazie Philippe per esprimere i miei pensieri parole per parola…Un altro Gargano è possibile

  3. puoi anche non essere d’accordo con questo signore che vede quello che noi non riusciamo a vedere ma non è giusto che lo insulti sul piano personale solo perchè non hai la stessa visione del verde.
    Ci sarà di sicuro un’altra visione di sviluppo delle città del gargano e penso che sia più giusto lasciare decidere a loro e non solo nell’interesse di coloro che pensano solo al business.
    Il difficile è proprio quello di trovare un punto di equilibrio e siccome siamo nel gargano non penso che si possa raggiungere per la presenza di interessi tutt’altro che umani.
    Un caro saluto a tutti

  4. Caro Philippe il problema del Gargano sono i politici locali, privi di ogni visione, tanto meno turistica. Il Gargano è un gioiello naturale, per alimentarne la bellezza, basterebbe custodirlo , rispettarlo e fare uno scatto verso il turismo di qualità, attraverso delle migliorie di varie conoscenze, con una maggiore attenzione verso il turismo e tutele ambientali, sarebbe bello custodire ogni singolo scrigno, attraverso la salvaguardia della natura… L unica vera battaglia che farei è sull aeroporto per consentire un accesso più veloce, grazie per il pensiero espresso e dell amore che si legge nella tua bellissima lettera.

  5. Non credo che l’allungamento della superstrada fino a Vieste sia così drasticamente d’impatto ambientale,visto che sono stati elencati solo ed esclusivamente i contro e non i pro. Si pensi a consumi di carburante, usura pneumatici, ecc…su strade ove per percorrere 30 km. ci vuole 1 ora. Senza parlare dei problemi di collegamento con strutture di prima necessità. Mi sarei preoccupato più dell’abusivismo edilizio che di una strada… Il Gargano non è una riserva per gli indiani. Abbiamo bisogno di una strada comoda che unisce tutti i paesi.

  6. Giustissimo, condivido le idee di Philippe, penso che i politici locali potrebbero prenderne spunto e attuarle. Forse, però, sarebbe necessario cambiare la mentalità dei garganici: salvaguardia del territorio e delle bellezze, non distruzione del territorio e delle bellezze per produrre ricchezza aumentando il flusso del turismo e non la qualità di esso.
    Il problema va affrontato e risolto a monte.

  7. Questo appello e analisi allo stesso tempo merita rispetto ed è anche da riflettere.

  8. Dopo una attenta lettura su quanto esposto non posso che concordare col il Professore. Velocità di spostamento non significa per forza evoluzione. Magari lo è in alcuni contesti ma non li dove c’è uno dei patrimoni ambientali da tutelare. Sono a favore del progresso ma di quello intelligente. Valorizzare invece che stravolgere . Molto spesso chi viene da fuori ci fornisce un punto di vista più critico e completo del nostro.

  9. Grazie prof. Philippe Royer di onorarci della sua presenza sul Gargano!
    Sig. Pasquale, ce ne fossero di persone come il Professore nel nostro Gargano, non ci sarebbe la “giungla” che abbiamo adesso!

  10. La Natura ha voluto che il Gargano fosse così:
    – scomodo (le poche strade sono tortuose e precarie),
    – pietroso (c’è poca terra buona e larghe zone impercorribili per le rocce affioranti),
    – arido (non esistono corsi d’acqua superficiali ma sicuramente sotterranee per i fenomeni Carsici),
    – tellurico (rischio sismico tettonico medio-alto),
    – ecosistema precario per la piaga degli incendi dolosi e delle periodiche alluvioni torrentizie.
    – il carattere tipico delle popolazioni garganiche risente dei limiti naturalistici del territorio

    L’Uomo s’è comportato così:
    – non ha potuto utilizzarlo per il transito, essendo, di fatto, una sorte d’isola “collegata allo stivale”
    – la sua difficile accessibilità ha ispirato storie leggendarie di apparizioni angeliche
    – lo ha chiamato “montagna del Sole”, “dell’Angelo” o di Padre Pio.
    – ha potuto creare un’agricoltura arcaica (senz’acqua) se non addirittura “eroica”
    – lo ha scarsamente abitato con piccoli centri spesso distanti tra loro
    – ha iniziato a sfruttarlo turisticamente solo negli ultimi sessant’anni
    – ad inizio degli anni settanta fu fatta la scelta politica per aprirlo a un turismo di massa anziché d’élite.

    QUAL’E’ DUNQUE, IL FUTURO PIU’ IDONEO PER QUESTA AMABILE TERRA ?

    PROSEGUIRE NELLO STRUTTAMENTO A FINI TURISTICI O IMBOCCARE STRADE NUOVE E, SE SI’, QUALI?

    Caro Philippe, facendo seguito ai nostri piacevoli incontri ai tavolini del Pizzicato, mi dichiaro in difficoltà nel proporre scelte future (preferisco studiare il passato che progettare il futuro).
    Voglio tuttavia concludere con le considerazioni di Papa Francesco sugli “ingredienti” che non devono mancare nel progettare il futuro:
    – difesa dell’ambiente naturale
    – energie, strumenti e materiali ecosostenibili
    – dare spazio ai giovani.

    Giancarlo Zaffarano

  11. Gentilissimo signor Giancarlo Zaffarano, nel rispetto della libertà di pensiero e di parola, accolgo pur non condividendo questa sua riflessione sul mio amato Gargano, ricco di tradizione e di un passato storico di profonda e immensa importanza. L’antropologia di un popolo è legata non solo alle sue montagne, ai suoi pochi corsi d’acqua, scomodo, pietroso come lei ha detto, ma è anche legata alle tradizioni culturali, storiche e religiose. Detto questo condivido pienamente l’attenta e rispettosa riflessione fatta dal professore Philippe Royer.

  12. Gentile Signora Rita,
    nella prima parte del commento, per dare una ulteriore chiave di lettura all’amico Philippe, ho voluto elencare quelle che, obiettivamente, sono le CONDIZIONI FISICHE DI BASE che la Natura ha creato, da cui, secondo me, è necessario partire per comprendere, con metodologia logico-scientifica, tutti i successivi sviluppi umani e ambientali del Gargano (di cui fa parte l’ANTROPOLOGIA garganica a lei, giustamente, tanto cara).
    Nella seconda parte ho voluto sintetizzare il tipo di antropizzazione che da sempre caratterizza questo territorio.
    Vorrei ribadire che la scelta a favore d’un turismo esclusivamente estivo di massa “MORDI E FUGGI” non fu frutto del caso bensì una scelta politica precisa (l’alternativa, infine scartata, prevedeva un turismo d’élite fatto di alberghi di lusso, casinò, porti ed eliporti turistici, campi da golf, etc.). Col senno di poi possiamo dire che fu la scelta giusta?

  13. P.S.
    se si fosse scelto il secondo tipo di sviluppo turistico (quello d’élite), i problemi di viabilità che abbiamo oggi, sarebbero stati gli stessi?

  14. Gentile signor Zaffarano comprendo il suo punto di vista, ma credo che l’aspetto scientifico, geologico e antropologico di un territorio vadano considerati con la stessa importanza senza approfondire l’uno (aspetto scientifico, geologico) e sintetizzandone l’altro (antropologico), cosa ne pensa lei delle mete turistiche come: lago di Garda, Portofino, la bella Rimini…
    Anche in queste località turistiche è stata fatta la stessa scelta di un turismo esclusivamente di massa “MORDI E FUGGI?

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