Foggia, 12/01/2022 – (ilsole24ore) La fiammata del prezzo del grano e il caro-bolletta alla fine sono arrivati fin dentro al carrello della spesa. Un chilo di pasta, che a settembre la grande distribuzione comprava a 1,10 euro, ora ne costa 1,40. E per la fine di gennaio arriverà a 1,52 euro. Un aumento del 38%.
A fare i conti di quanto dovrà uscire in più dalle tasche delle famiglie per il prodotto simbolo della tavola italiana è Vincenzo Divella, amministratore delegato dell’omonimo gruppo pugliese. Mille tonnellate di pasta secca prodotta al giorno, 300 milioni di giro d’affari. Il secondo marchio di pasta del Paese.
Fonte: FIRSTonline
Come si è arrivati a questo aumento?
I primi 30 centesimi li abbiamo dovuti chiedere dopo l’estate, per far fronte all’aumento vertiginoso del costo della nostra principale materia prima, cioè il grano. Tra giugno e oggi, il prezzo del grano alla borsa di Foggia è cresciuto del 90%. Un rincaro che non avremmo mai potuto ammortizzare da soli, basta pensare che per noi la semola rappresenta il 60% di tutto il costo di produzione della pasta. Con l’arrivo dell’autunno, poi, ci si sono messi tutti gli altri rincari: il costo del cellophane è aumentato del 25%, il gas del 300%, l’elettricità anche. Per questo a gennaio abbiamo chiesto alla grande distribuzione altri 12 centesimi al chilo. Un aumento, questo, che dovrebbe diventare effettivo con il rinnovo degli ordini alla fine di questo mese. (ilsole24ore)
Non dovrebbero permetterlo perché pane e pasta sono gli alimenti vitali.