Foggia. OGGI pomeriggio, a San Ferdinando di Puglia, Forza Nuova raccoglierà le firme per accorpare il corpo bracciantile e contadino “contro un sistema economico che li soffoca”. Lo rende noto il coordinamento regionale di Puglia e Basilicata in un comunicato: “Dopo anni di immobilismo e false promesse, i braccianti ed i piccoli contadini italiani del Basso Tavoliere hanno deciso di dire basta”.
“Contratti nazionali e provinciali insufficienti”
La critica è rivolta principalmente ai “sindacati di sistema e alle associazioni che hanno dimenticato di difendere quei braccianti e quei contadini che per anni li hanno sostenuti anche economicamente. L’inflazione galoppante e l’innalzamento della pressione fiscale a limiti non più tollerabili hanno reso sempre più poveri e deboli sia i braccianti italiani che i piccoli imprenditori agricoli, spingendoli sul lastrico, nelle mani di (ex)Equitalia o delle banche . Ad oggi, quale dato di fatto, la paga giornaliera prevista nel CNNL e dai Contratti Provinciali di Lavoro per gli operatori agricoli di ogni qualifica non è più sufficiente al sostentamento delle proprie famiglie”.
Ma non solo pressione fiscale, difficoltà anche sul mercato ortofrutticolo “invaso da prodotti stranieri a costi irrisori e anticoncorrenziali, mentre i contadini son ‘dissanguati’ da dal fisco che strappa loro la terra per rivenderla a prezzi stracciati alle aste pubbliche. A ciò si aggiunge l’incertezza della disciplina sul TFR anticipato in busta paga, che va ad innalzare il reddito formalmente ma che poi, sostanzialmente, non giunge mai nelle mani del lavoratore”.
Le richieste
“L’innalzamento della retribuzione giornaliera almeno del 10%, in parte anche per il tramite dell’abbassamento consistente del carico fiscale in busta paga, così che l’aumento della paga gravi solo in parte sui datori, in special modo piccoli imprenditori agricoli, mentre la restante risulterà dal dimezzamento delle aliquote”. “L’annullamento della disciplina del TFR in busta paga, con la sua liquidazione a fine rapporto com’era in origine”.
“L’abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni per gli operai agricoli ed i piccoli imprenditori agricoli in quanto soggetti svolgenti un lavoro pesante e logorante (abolizione c.d., Legge Fornero)”. “Dimezzamento della pressione fiscale a carico dei piccoli imprenditori agricoli e una maggiore tutela dei prodotti tipici dall’aggressività del mercato globale e dei prodotti scadenti esteri, nonché un sostentamento temporaneo per resistere alla devastazione della crisi economica nazionale, o economico e in termini di esenzione fiscale”.
Con loro in questa battaglia il Sindacato Nazionale Lavoratori Italiani (SINLAI) e il Comitato spontaneo “Contadini in Marcia”. “Allo stesso tempo- aggiungono- chiediamo al presidente Emiliano e agli assessori regionali all’agricoltura e alle politiche del lavoro regionali un tempestivo intervento”.
(nota stampa)