Manfredonia, 27 giugno 2018. E’ passato quasi un anno (3 agosto 2017,ndr) da quando si è deciso, nel settembre scorso, di far cessare le attività del Mercato ittico di Manfredonia tra le proteste dei pescatori che da sempre sostengono l’importanza della pesca per l’economia della città sipontina.
Un breve excursus per comprendere l’iter e le vicissitudini di questa complicata questione fino ad oggi: dopo il fallimento del Cogemim, il Mercato ittico è stato gestito dalla partecipata in house del Comune di Manfredonia, Ase SpA che nella persona dell’allora A.U. Adriano Carbone aveva con fermezza fatto sapere: “Abbiamo rinunciato responsabilmente alla gestione del Mercato in quanto è stato ritenuto impossibile gestire una struttura con un numero così esiguo di barche che andavano a conferire. Il massimo? 10-12 al giorno ma a volte anche nessuna. Le perdite hanno determinato la scelta”.
Nel gennaio 2018, la marineria di Manfredonia aveva dichiarato lo stato di agitazione nei confronti dell’Autorità di Sistema del Mare Adriatico Meridionale. Alcuni delegati della “Produttori ittici Manfredonia SOC. COOP” avevano fatto richiesta ufficiale al Comune di Manfredonia per poter gestire, ai sensi dell’art. 45 bis del codice della navigazione, il Mercato ittico recandosi presso l’autorità per chiedere un incontro con il Presidente Patroni Griffi e “chiarire definitivamente la problematica del canone di concessione demaniale da applicare al Mercato Ittico”.
Ad oggi, invece, cosa è cambiato e come si è evoluta la difficile situazione del Mercato ittico?
“E’ stata avviata la procedura per la riconsegna dell’immobile all’Autorità portuale che ha intanto indetto una manifestazione d’interesse per ciò che riguarda la gestione. E’ stata presentata regolare istanza ma l’Autorità portuale ha richiesto delle integrazioni per definire la procedura che dovrebbe terminare il 25 agosto; di qui poi si deciderà a quale dei due soggetti interessati affidare la gestione del Mercato ittico. La decisione di non detenere più il Mercato da parte dell’amministrazione comunale è legata a questioni economiche…non solo non c’era più un rientro economico ma c’erano anche delle ingenti perdite. Le imbarcazione che accedevano al Mercato, nel momento in cui si è deciso per la chiusura, erano solo 7; la Corte dei Conti premeva nel sapere il motivo per cui si gestiva un’attività in perdita”, afferma l’assessora alle Attività produttive del Comune di Manfredonia, Dorella Zammarano.
Si accodano a quanto detto dall’assessora Zammarano le parole del Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi: “I soggetti interessati alla gestione del Mercato ittico sono risultati due, in seguito a manifestazione d’interesse dell’Autorità portuale; adesso bisognerà aspettare che il bando si chiuda e capire a chi sarà assegnata”.
Ancora forte, d’altro canto, però l’indignazione del Presidente del PIM, Luigi Di Nuovo: “L’Amministrazione stenta a farsi carico delle proprie responsabilità in quanto, nonostante sia in corso un bando di assegnazione, la stessa è dovuta ad aprire il Mercato ittico proprio perché il settore pesca attraversa un periodo di forte crisi.
Durante alcuni consigli comunali si è parlato di soldi stanziati per il Mercato ma in realtà nulla di questo si è poi concretizzato; i pescatori di Manfredonia si sentono abbandonati dall’Amministrazione Riccardi, nonostante i numerosi incontri e manifestazioni non si è giunti a nessun proficuo risultato”.
Il Mercato ittico poteva restare aperto ed è la legge stessa a prevederlo, l’art. 45-bis del codice di navigazione parla chiaro a questo proposito”.
A cura di Libera Maria Ciociola
Manfredonia, 27 giugno 2018
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Io non ci andavo e non lo voglio i compagni che lo vogliono si vedono solo i fatti loro vogliono sapere il prezzo e vendere in nero lo chiedono le persone che non venivano da nu sacco di tempo.Controllate le carte se dico il falso
Ma se non sei mai andato e non lo vuoi, come ti permetti di dire ad altri come comportarsi. Tu sei uno di quelli che ha venduto il pesce sempre in nero X questo non puoi dare nessun consiglio. A parte questo spero che il mercato riapraal più presto X il bene di tutti i pescatori. Vi salutò.
La riapertura del mercato ittico è legata alla ragionevole prospettiva di gestirlo in condizioni di equilibrio economico e finanziario e non in perdita come è avvenuto, soprattutto, negli ultimi anni della sua (si fa per dire…) attività.
È vero, ci sono stati errori di natura politica, strategica ed operativa sul nostro mercato ittico. Tuttavia, le motivazioni della chiusura della struttura, addotte dall’ex A.U. dell’ Ase SpA Adriano Carbone: “Abbiamo rinunciato responsabilmente alla gestione del Mercato in quanto è stato ritenuto impossibile gestire una struttura con un numero così esiguo di barche che andavano a conferire. Il massimo? 10-12 al giorno ma a volte anche nessuna”, non sono opinioni ma un fatto.
Se in altre realtà, simili alla nostra, i mercati ittici riescono a mantenersi anche in presenza di notevoli perdite, ciò dipende dal fatto che l’Ente pubblico cui appartiene, pone a a carico del proprio bilancio le perdite.
Credere di risolvere la grave crisi, che da diversi anni ormai attraversa il nostro mercato, è un’illusione se, in prima fila, non si mobilita la categoria dei pescatori insieme al mondo delle cooperative che li riguarda.
Mentre nel recente passato era possibile gestire, in perdita , attività d’impresa sulla base di considerazioni politico-sociali, oggi per effetto dei vincoli finanziari e di bilancio (vedi patto di stabilità interno e pareggio di bilancio), derivanti dalla nostra appartenenza all’Unione europea, determinate scelte politiche “extraeconomiche” che incidono pesantemente sui bilanci dell’Ente pubblico di riferimento (Stato, Regioni, Comuni, ecc.), e quindi sui cittadini contribuenti, sono diventate estremamente difficili da realizzare.
Se la politica e il “pubblico” fanno un passo indietro, sono soprattutto i pescatori di Manfredonia che devono, invece, fare un passo avanti…
In caso contrario si cade nella solita e stucchevole retorica di circostanza.
Raffaele Vairo