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Parco Rossani: liberato, ma non tutti possono entrarci

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
3 Aprile 2014
BAT //

Maglietta stappata (st)
Bari – LA Caserma Rossani, oggi parco liberato, è un pezzo di città, è di tutti e nessuno può indicare come entrarci. La cosa è talmente chiara ed evidente che, anche tra coloro che costituiscono il collettivo, abbiamo ricevuto attestati di solidarietà, dopo i tristi fatti di domenica scorsa; altri, addirittura, si sono schierati contro l’insano gesto di chiusura che abbiamo subito, etichettando chi ci ha insultati, come una minoranza rumorosa e rissosa.

Inoltre, qualcuno degli occupanti ci ha anche confessato il cambiamento di atteggiamento di alcuni di loro dal primo giorno di liberazione dell’ex caserma all’incontro con il Sindaco di Bari prima e con Fabio Losito e Antonio Decaro dopo. Quest’ultimo, in particolare, ha saputo conquistare il “cuore” di alcuni tra gli occupanti e innanzitutto dei rappresentanti del Comitato Rossani, con la promessa da campagna elettorale, di risolvere la questione, nei fatidici primi 100 giorni da Sindaco.

Come? Con un parco urbano gestito dallo stesso Comitato e da operatori culturali. Ovvio che questi stessi si possano rendere disponibili per comparsate negli spot elettorali a favore del candidato sindaco piddino, mentre fa il giardiniere. In tale prospettiva, non ci sembra neppure più tanto strano il controsenso di coloro che, nonostante si rifacciano al libertarismo, si trasformino poi in poliziotti al servizio di un sindaco e del proprio pupillo, che fino ad ora, hanno favorito gli interessi dei peggiori palazzinari baresi.

Vogliamo chiarire ancora una volta, che il MoVimento 5 Stelle non è un partito e noi attivisti non vogliamo collocarci su posizioni ideologiche, siamo semplicemente cittadini informati, con l’elmetto, in guerra contro le false promesse dei politicanti. Inoltre – a differenza di certi candidati sovraesposti mediaticamente, che con lo stipendio da parlamentari si fanno una costosissima campagna elettorale a Bari, malgrado le promesse di rifuggire da qualsiasi spreco – noi abbiamo scelto di non imbrattare muri e cartelloni con i nostri faccioni, di operare in questa campagna elettorale nel più assoluto rispetto dell’ambiente, di utilizzare il web e il passaparola come strumenti di propaganda. E’ per questo allora che, ovunque andiamo, ci dobbiamo rendere riconoscibili con magliette, distintivi, bandiere, come avvenuto domenica scorsa, durante il nostro tentativo di visitare la Rossani.

Dunque, l’incongruenza di trattamento che abbiamo ricevuto in tale occasione è totalmente faziosa ed ostile, ad opera di chi parla bene e razzola male.

Ancora una volta chiediamo ad Emiliano: gli occupanti hanno preso in gestione l’area o sono diventati i suoi proprietari esclusivi?

Nel primo caso, gli occupanti si devono impegnare e limitare ad aprire e chiudere l’area, ma chiunque deve poterci entrare senza atti discriminatori di carattere religioso, politico, culturale, etc. Contrariamente, tutto ciò risulta un utilizzo privatistico di un bene comune ed è una violazione del diritto costituzionale alla libertà.

Dal video prodotto si possono constatare la violenza verbale e fisica, nonché i danni materiali, che qualcuno di noi ha subito ad opera di quella che noi sappiamo essere una minoranza.

Tempo fa, parlando con un rappresentante degli occupanti, si accennò alla comune volontà di aprire i cancelli e abbattere i muri, che non consentono l’attraversamento della Rossani da parte dei cittadini, come dimostrazione dell’appartenenza della Caserma all’intera città e alla sua comunità. Aprire sta a significare che chiunque possa liberamente entrare e uscire. Questi rappresentanti sono stati messi a tacere o hanno ancora diritto di parola, malgrado ora ci sia una evidente e ingombrante presenza degli sbirri di Decaro?

Redazione Stato

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