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Matteo Renzi e i poteri forti

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
3 Novembre 2012
Editoriali //

Matteo Renzi (ph image: ilgiunco.net)
Manfredonia/Roma – “RENZI mi piace. Non vado in casa d’altri a votare alle primarie ma è un gigante nel panorama politico di oggi, una persona giusta per questi tempi”. Parola di Marcello Dell’Utri, senatore del Partito della Libertà, noto soprattutto per una serie di procedimenti giudiziari, tra i quali “concorso esterno in associazione mafiosa”. ”Mi ricorda un pò Berlusconi, per esempio nell’essere anticonformista”. “Alle politiche, se non ci fosse Berlusconi, Renzi lo voterei assolutamente – insiste Dell’Utri – Molti del Pdl se non ci fosse Silvio lo voterebbero”. D’altra parte, dopo il recente crollo della Destra nelle recenti elezioni siciliane, Renzi ha di nuovo ripetuto l’appello di “stanare” gli elettori del Pdl, uno a uno.

Molti elettori del centro sinistra non hanno dimenticato la famosa e criticatissima cena con l’ex leader del centro destra dal quale uscirono espressioni tutt’altro che belligeranti. “Un po’ mi somiglia, è fuori dagli schemi”, confidò Berlusconi a un amico. “La sinistra – affermò Renzi di risposta – non può mettere insieme la solita ammucchiata selvaggia anti-Berlusconi”. La sua “simpatia”, se vogliamo chiamarla così, appare oggi non proprio di facciata. Infatti, come fu riportato sul quotidiano il foglio Foglio il candidato premier del centro sinistra “non è percepito solo come l’anti-Bersani, quel tizio di sinistra che nel dicembre del 2010 (in piena crisi) si è fatto ricevere ad Arcore dal premier Arcinemico e non se ne è mai pentito, è il brusco rinnovatore che tende a cancellare il confine ideologico otto-novecentesco tra sinistra e destra”. Ci sono poi altri “indizi” che rendono la situazione ancora più torbida.

Nello staff di Renzi, dall’inizio di Novembre 2011 c’è Giorgio Gori, l’ex direttore di Canale 5 che si è dimesso dalla presidenza di Magnolia (società di produzione televisiva) e da tutti gli incarichi televisivi per seguire Renzi. Un uomo molto vicino a Berlusconi al quale aveva affidato la direzione della sua rete ammiraglia. Il mensile ‘L’Espresso’ sostiene, inoltre, di essere entrato in possesso del documento riservato, messo a punto per il Cavaliere da un gruppo ristretto di consiglieri capeggiati da Dell’Utri e Verdini, che proverebbe il progetto della nascita di una Lista Civica nazionale che dovrà allearsi con il sindaco di Firenze.

Al di là di tanta propaganda televisiva il programma politico di Renzi, diffuso sul suo sito che fa il verso ai colori della bandiera Usa, appare in continuità programmatica e politica con quello dell’attuale governo Monti Monti: maggiore integrazione europea, maggiore cessione di sovranità nazionale, dismissione del patrimonio pubblico, riduzione del 20-25% degli investimenti e dei trasferimenti alle imprese, obbligo per le Università di stabilire accordi con almeno tre banche per erogare mutui agli studenti, accelerazione sulle liberalizzazioni. Matteo Renzi in passato si è dichiarato più volte favorevole alla privatizzazione dell’acqua, dell’energia atomica e degli inceneritori di rifiuti.

Di recente ha destato molto scalpore l’incontro a porte chiuse di Renzi con i rappresentanti delle maggiori banche europee, molte facenti capo alla famiglia Rothschild, che controlla, attraverso i loro diversi rami famigliari, il Gruppo The Economist, il Daily Telegraph, Libération, il British Petroleum, RIT Capital, Atticus Capital, JNR Limited, la banca d’affari NM Rothschild, Vanco, Trigranit, Rio Tinto, Alliance Assurance e De Beers.

Ecco così sfilare di fronte al “volto nuovo” e rinnovatore del centro sinistra Flavio Valeri, numero uno di Deutsche Bank Italia, Carlo Salvatori, presidente della filiale italiana della Allianz, l’ex dg di Bpm, Enzo Chiesa, Andrea Soro di Royal Bank of Scotland, il banchiere Guido Roberto Vitale che all’uscita dirà: “Renzi è bravo, è un uomo di sinistra che non demonizza il capitale e che, soprattutto, non ha letto Marx”. Senza dimenticare i giovani manager della Pirelli, finanzieri di Santander e, soprattutto, di Mediobanca. Di fronte a tutto questo che un futuro governo presieduto da Renzi possa essere in reale discontinuità con quello catastrofico di Mario Monti fa sorgere più di un dubbio.

(A cura di Agostino Del Vecchioa.delvecchio@statoquotidiano.it)

1 commenti su "Matteo Renzi e i poteri forti"

  1. mi hai tolto le parole di bocca, se mai ci fosse stata una pur lieve possibilità di votarlo il fatto che piaccia troppo al porkonano e ad i suoi accoliti me lo fa scartare a priori.
    a parte la “rottamazione”-orribile parola se riferita ad umani-non mi sembra che parli d’altro.
    disgusting

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