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Presto un “laboratorio” per difendere gli interessi dei Comuni Dauni

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
12 Marzo 2015
Gargano // Manfredonia //

Rignano Garganico – L’unione fa la forza!. Il saggio motto ancora una volta calza bene con quanto si dirà. Si apprende, infatti, (la notizia non ancora è ufficiale) che presto potrebbe nascere, a Rignano Garganico, il Comitato dei Comuni Dauni. Ad auspicarlo sono in molti dentro e fuori il paese, a cominciare dall’agronomo Roberto Carchia, intervenuto più volte sull’argomento in veste di rappresentante della Commissione – estimi dell’Ordine Agronomi della provincia di Foggia.

Sulla medesima lunghezza d’onda si è espresso pure Nicola Saracino, amministratore di lungo corso e sindaco per due volte della cittadina che ci ha dichiarato: “Basta con gli annunci, ora bisogna passare alla politica dei fatti, decidendo non contro, ma con il concorso dei cittadini più deboli, tartassati e solitamente ignorati”. All’idea del comitato si è pervenuti alla luce di quanto sperimentato positivamente nell’assemblea svoltasi il 28 febbraio scorso, che ha visto accomunati per la prima volta le rappresentanze istituzionali dei piccoli centri del Sub Appennino, quelli del Gargano, compreso l’Ente Parco, le associazioni di categoria (imprenditori, coltivatori diretti), tecnici e quanti altri interessati Lo scopo è di coordinare, condividere e risolvere le emergenze di ogni genere verificatesi sui propri territori, a cominciare dall’odiosa tassa Imu sui terreni montani, in massima parte incolti e abbandonati, quindi con rendita e reddito zero.

Ciò vale anche per i fabbricati rurali per i quali l’agenzia del territorio impone contro ogni logica tecnico estimativa che li annovera nei costi di produzione, l’accatastamento nel catasto urbano con l’attribuzione di una rendita pur se inesistente. Non solo, ma il sodalizio, facendo leva sulla sinergia delle singole esperienze, potrebbe rivelarsi un gruppo di lavoro costruttivo e propositivo, capace di affrontare con conoscenza e competenza le problematiche incontrate sul proprio territorio, proponendo soluzioni ponderate e calibrate alle singole realtà in maniera condivisa e solidale. Tale modo nuovo di operare nasce dalla necessità di far sentire la voce viva del territorio e del mondo produttivo della Daunia nelle sfere alte della politica e dell’amministrazione pubblica centrale, specie quando si va a legiferare sul fisco e la tassazione in genere, tipo l’Imu sui terreni montani (non diciamo “agricoli”, perché di agricolo non hanno ormai più niente, sempre che per i terreni agricoli si riesca a dimostrare un reddito dal momento che all’attualità l’unico reddito certo è quello degli esigui aiuti al reddito comunitari) perché l’uomo – faber è ormai lontano da molti decenni e gli stessi sono utilizzati per lo più a pascolo.

Tassazione, quest’ultima, messa su senza discernimento alcuno, in netto contrasto con i dettami della legge quadro 976 del 1939 che stabilisce la metodologia operativa per il calcolo delle rendite dominicali quale base imponibile dell’IMU. A partire dagli anni ’80, infatti, la base imponibile viene ricavata dall’agenzia del territorio moltiplicando le rendite catastali ottenute dalla predetta legge per dei coefficienti stabiliti arbitrariamente e senza alcuna logica, se non quella di fare cassa ad ogni costo, disinteressandosi completamente della sopravvivenza delle aziende e dello sviluppo dell’Agricoltura, l’unica che resta ancora a tirare, dopo la chiusura giornaliera delle piccole e medie imprese appartenenti agli altri settori produttivi.

Per di più, a differenza dell’Imu sui fabbricati urbani, Tasi e Tari, all’Ente locale non si è dato alcun spazio di manovra-adattamento. L’iniziativa in itinere serve anche- come ci è stato precisato – per mantenere caldo il laboratorio assembleare sopraccennato e fare in modo che gli intervenuti mantengano gli impegni presi pubblicamente in tale assise. L’organismo in menzione dovrebbe avere il carattere consultivo – propositivo, al fine di evidenziare le competenze pubblico – private sul piano operativo, stimolando di volta in volta i soggetti interessati con proposte e percorsi fattibili. La collaborazione potrebbe diventare in seguito ancora più pregnante, specie sul piano turistico, appartenendo il paese al club dei “Borghi più belli d’Italia” e prossimo ad ottenere dal Touring Club l’ambita “bandiera arancione”.

Lo si farà promuovendo pacchetti di offerta turistica variegati, originali e stimolanti. Per quanto riguarda Rignano, basti pensare al Museo sui reperti paleolitici di Grotta Paglicci, ai Dolmen di Madonna di Cristo e Lamasecca, al centro storico medievale, al panorama mozzafiato sul Tavoliere; alla Dolina “Centopozzi”, al volo libero con il deltaplano, ecc.

(A cura di Antonio Del Vecchio)

Redazione Stato

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