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Auguri grande, immenso Fo

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
24 Marzo 2016
Spettacoli // Teatro //

Roma. «Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi. »(Motivazione del Premio Nobel per la letteratura 1997). Tanti auguri a Dario Fo, drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo e attivista italiano, che oggi – 24 marzo 2016 – compie 90 anni.

(from wikipedia). Vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1997 (già candidato nel 1975). I suoi lavori teatrali fanno uso degli stilemi comici propri della Commedia dell’arte italiana e sono rappresentati con successo in tutto il mondo. In quanto attore, regista, scrittore, scenografo, costumista e impresario della sua stessa compagnia, Fo è uomo di teatro a tutto tondo. È famoso per i suoi testi teatrali di satira politica e sociale e per l’impegno politico di sinistra. Con la moglie Franca Rame fu tra gli esponenti del Soccorso Rosso Militante.

Compiuti gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dal 1950 Fo cominciò a lavorare per la RAI come attore e autore di testi satirici. È del 1952 la serie di suoi monologhi radiofonici intitolata Poer nano. Il 24 giugno 1954 sposò l’attrice e collega Franca Rame a Milano, nella basilica di Sant’Ambrogio. Poco dopo la coppia si trasferì a Roma. Qui il 31 marzo 1955 nacque il loro figlio Jacopo. Sempre a Roma Fo, dal 1955 al 1958, lavorò come soggettista per il cinema. Nel 1956 Fo scrisse e interpretò, insieme a Franco Parenti, un varietà per la radio intitolato Non si vive di solo pane, che lo stesso Fo ricorderà in seguito come un programma di grande successo.

Nel 1962 Fo e la moglie, che nel frattempo avevano fondato la Compagnia Dario Fo-Franca Rame, prepararono una serie di brevi pezzi per il varietà televisivo Canzonissima. La censura intervenne così spesso che abbandonarono la televisione in favore del teatro. Le commedie prodotte tra il 1959 e il 1961 avevano la struttura della farsa, dilatata e arricchita da elementi di satira di costume. Con atteggiamento critico verso quello che lui denominava “teatro borghese”, Fo recitava in luoghi alternativi quali piazze, case del popolo, fabbriche: luoghi dove egli poteva trovare un pubblico diverso da quello tipico dei teatri, un pubblico che era composto soprattutto dalle classi subalterne e che normalmente aveva meno opportunità di accesso agli spettacoli teatrali.

Il teatro di Fo permette di cogliere l’attualità anche in argomenti che a prima vista ne sono lontani; altra caratteristica è l’anticlericalismo. Entrambi gli elementi si ritrovano nella commedia Il papa e la strega. Fo la scrisse durante l’estate 1989, quando (fuori e dentro le aule del Parlamento italiano) ferveva il dibattito sulla lotta alla droga e sulla necessità o meno di una riforma della legge n. 685 del 22 dicembre 1975 in senso maggiormente repressivo.

Il 9 ottobre 1997 Fo ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Il commento di Fo è stato: « Con me hanno voluto premiare la Gente di Teatro ». Il fatto ha provocato un certo scalpore, in Italia come all’estero. La scelta di Fo da parte dell’Accademia Svedese, fra gli altri, prese in contropiede i molti rappresentanti della cultura italiana che, da anni, patrocinavano la candidatura di Mario Luzi.

Per le elezioni politiche italiane del 2013 ha manifestato il proprio appoggio alla lista Rivoluzione civile di Antonio Ingroia e al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, insieme al quale ha scritto anche il libro “Il Grillo canta sempre al tramonto – Dialogo sull’Italia e il Movimento 5 Stelle” in uscita l’11 febbraio per Chiarelettere. Il 19 febbraio per il comizio di Grillo è salito sul palco a Piazza Duomo a Milano dove, davanti a migliaia di persone, paragonando il percorso politico dei 5 Stelle alla guerra di liberazione, ha incoraggiato: “L’ultima guerra mondiale: ci fu una festa come questa e c’era tanta gente come siete voi, felici, pieni di gioia. Si sarebbe rovesciato tutto, e non ci siamo riusciti. Fatelo voi per favore, fatelo voi. Ribaltate tutto per favore. Non mollate per favore. Non mollate. Si ricomincia da capo!”.

Il 26 febbraio Grillo, in seguito al successo alle elezioni politiche, ha proposto il premio Nobel come possibile successore di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica. Dario Fo ha immediatamente risposto alla chiamata dell’amico dichiarando che “Fare questo lavoro è duro e sarebbe disastroso per i miei interessi fondamentali cui tengo molto: tenere lezioni ai ragazzi, incontrarmi coi giovani, avere rapporti creativi, scrivere, tenere conferenze”. Sempre nel 2013 muore la moglie Franca Rame.

Se c’è un testo che però non può prescindere dalla presenza scenica di Fo, questo è “Mistero buffo” (1969), lungo monologo in grammelot che imita il dialetto padano, che offre una versione smitizzata di episodi storici e religiosi, coerente con l’idea che “il comico al dogma fa pernacchi, anzi ci gioca, con la stessa incoscienza con cui il clown gioca con la bomba innescata”. Una delle idee guida dello spettacolo è che la cultura alta abbia sempre rubato a mani basse elementi della cultura popolare, rielaborandoli e spacciandoli per propri (sul rapporto tra Fo e la cultura popolare, si veda Antonio Scuderi, Dario Fo and Popular Performance, Legas 1998 e, dello stesso autore, Le cuit et le cru: il simbolismo zoomorfico nelle giullarate di Dario Fo, nel volume Coppia d’arte citato nella bibliografia conclusiva).

https://it.wikipedia.org/wiki/Dario_Fo

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