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“Manfredonia, gli evangelici della nostra comunità esempio di cristianesimo”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
30 Settembre 2016
Manfredonia //

Manfredonia. Per una settimana nel mese di Settembre un folto gruppo di credenti evangelici si sono riuniti in piazza Duomo per poter diffondere il messaggio di Cristo allietato pure da bei canti. Così in una tenda, montata per l’occorrenza, hanno potuto stringere la loro appartenenza a Cristo, diffondendo il vangelo con riti ed usanze poco differenti da quelli degli altri credenti es.: Cattolici. In ogni modo superando le differenze insite in culti che riconducono sempre a Gesù, in questa pubblicazione vogliamo evidenziare le virtù dei cristiani. In un certo senso i cristiani sono rinchiusi nel mondo, ma non appartengono a esso. Ciò è testimoniato anche dalla seguente Storia di un’ ignoto autore del II secolo, che indirizzava una lettera a un certo Diogneto.

Nella lettera era riportato di come un uomo si recò a consultare un rabbino, di nome Hofez Chaim … di seguito riportiamo i contenuti della lettera in questione:”I cristiani … Risiedono in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile. Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. Come tutti gli altri uomini si sposano ed hanno figli, ma non ripudiano i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il letto. Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati.” Se ci impegnassimo un pochino di più a conoscere la nostra Patria, e la pensassimo un pochino di più, vivremmo veramente questa realtà terrena con un’attitudine diversa, e cioè: da forestieri! L’eredità comprende tutto ciò che godremo in cielo per l’eternità e tutto quanto sarà nostro per mezzo di Gesù (cfr Sl 16,5). Queste frasi umanistiche e bibliche nel contempo ci riconducono a tre caratteristiche di questa eredità, cioè l’essere: Incorruttibile, senza macchia ed inalterabile. A rievocare e spiegare tali parole è stato Davide Martella, uno dei responsabili della realtà evangelica a Manfredonia. Sempre lo stesso ha portato la testimonianza dell’inizio della storia evangelica a Manfredonia attraverso la lettura di un testo da lui pubblicato. Storicamente nella nostra epoca (ci fu una folta presenza evangelica dal XIV sec. agli inizi del XVIII sec.) risale al 1893 (alcuni barlumi anche qualche anno prima) per iniziativa di alcuni evangelici di Foggia che si erano staccati dalla chiesa Metodista, guidata dal pastore e insigne predicatore Pietro Taglialatela.

Alcuni di loro, appartenenti alle famiglie Cocca, Principe e Valente erano impiegati nelle ferrovie, quindi stabilivano contatti un po’ ovunque nei paesi situati sulle linee ferroviarie collegate con Foggia. Da soli pochi anni (dal 1885) la linea ferroviaria Foggia-Manfredonia era operativa, quindi la città del Golfo costituiva un nuovo campo da evangelizzare. Nell’immediato dopoguerra, e in un clima (anni 20-30) relativamente denso di lotte sociali e politiche (scioperi di braccianti agricoli, sciopero dei pescatori, agitazioni di forti movimenti contro il carovita, ecc.), nell’anno dei “Patti Lateranensi” (febbraio 1929): il famoso concordato fra Stato italiano e Vaticano, un operaio dell’imprenditore edile-stradale Giuseppe Amoroso si interessa del Vangelo. Si tratta di Lorenzo Murgo, cavamonte, padre di tre figli ( ne avrà, poi, altri nove), il più grande, una bimba di quattro anni. In quei giorni, sul medesimo cantiere, con una ditta sangiovannese, lavora tale Tobia Ercolino, trentacinquenne di fede evangelica, convertito nel 1920 (da alcune testimonianze si ipotizza il 1922-23) attraverso la testimonianza di suo cognato Giuseppe Antonio Battista, a sua volta venuto alla fede a Pavia durante la prima guerra mondiale per mezzo degli evangelisti Gino Veronesi ed Emilio Carcano. Tobia è certamente indimenticabile per la chiesa evangelica di Manfredonia, perché è stato lo strumento usato da Dio per l’inizio dell’opera nel dopo guerra. Ciò che è avvenuto dopo è una storia più recente. Gli Evangelici di Manfredonia, delle Assemblee “dei Fratelli” in Italia, oggi localmente esercitano il proprio culto in quattro assemblee e in quattro rispettivi quartieri della città di Manfredonia: viale Michelangelo, presso Siponto; via Sacco e Vanzetti, nel rione Croce; via Capitano Ettore Valente, zona cimitero; via Mozzillo Iaccarino, rione Monticchio.

Da qualche anno, a partire dagli inizi degli anni 90, si è registrata una piccola presenza Evangelica Pentecostale. Lo stesso Davide Martella ricorda di aver intervistato alcuni testimoni oculari del primo e del secondo dopo guerra e altri che hanno conosciuto di persona alcuni protagonisti della nostra storia, anche se essi stessi non erano (alcuni non lo sono ancora) dei credenti evangelici. Martella ha cercato, inoltre, di documentarsi il più possibile, benché non sia riuscito a reperire del materiale epistolare, tranne informazioni da alcuni libri, periodici e riviste, che sono le fonti del testo da lui pubblicato e che ricordiamo essere intitolato L’Evangelo all’opera. Gli inizi e la crescita della chiesa “dei fratelli” di Manfredonia” Edizione del 2006 a cura del Centro Biblico di Napoli.

(A cura di Benedetto Monaco, Manfredonia 30.09.2016)

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