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Manfredonia, Cascavilla: “A teatro non solo per abitudine” (vd)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
30 Ottobre 2014
Manfredonia //

Manfredonia – “RIGENERA” è la Stagione di Prosa 2014-2015 del Teatro Comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia. L’Assessore alle Politiche culturali della Città di Manfredonia, Paolo Cascavilla, così presenta la Stagione.

”La storia ha conosciuto molti periodi in cui lo spazio pubblico si restringe, diviene incerto e le persone chiedono protezione, si rinchiudono a difendere pochi interessi particolari. Si parla di poche cose e sono sempre le stesse. Forse il nostro tempo è segnato da queste caratteristiche. I Greci ritenevano che solo il dialogo che si occupa delle cose del mondo, il corretto scambio di parole può unire i cittadini in una polis. “Il mondo non è umano perché è fatto da essere umani, e non diventa umano solo perché la voce umana risuona in esso, ma solo quando è diventato oggetto di dialogo” (H. Arendt).

L’onesto e il retto conversar cittadino – dice Leopardi – è un elemento fondamentale della società. Ma in Italia, sostiene, “il passeggio, gli spettacoli e le Chiese sono le principali occasioni di società che hanno gli italiani…”. E gli argomenti e i comportamenti dominanti sono il riso, il cinismo, i pettegolezzi… E fanno tutto per assuefazione, imitazione.

Ora la conoscenza si crea tramite la “conversazione”. La conoscenza collettiva è legata a eventi, opinioni, costumi, ma è fatta soprattutto da persone che amano conversare sulle cose del mondo. E la conversazione pone al centro la parola, che trasforma, che rigenera, commuove, fa sognare, apre altri mondi.

Questa stagione di prosa racconta i mondi di amori impossibili, le visioni degli scarti umani e di coloro che hanno saputo coltivare un sogno, che lottano contro i limiti del corpo, o di chi sogna solo un bacio, o di chi davanti a una siepe riesce a costruire l’infinito. E ancora racconta di chi prova a coprire la realtà con un velo e di chi lo squarcia, gli ideali, le solitudini nei rapporti umani… E al centro la parola. Forse la crisi di cui si parla sempre e ovunque è la crisi della parola, che ha perduto senso, calore, tenerezza, nesso etico, pietas.

La letteratura, il teatro sono inutili. Come l’amore, non hanno il potere di costringere, ma sono le uniche possibilità per restare umani, per avere dignità, per sconfiggere le paure e resistere alla perdita della memoria. La letteratura, il teatro sono inutili, ma … un mondo senza letteratura “è un mondo senza desideri, nè ideali, nè disobbedienza, un mondo di automi privati di ciò che rende umano un essere umano: la capacità di uscire da se stessi e trasformarsi in un altro, in altri, modellati dall’argilla dei nostri sogni” (Vargas Llosa)”.

RICCARDI: COMUNE VICINA AI PROGETTI DEL TEATRO. ”Credo che sia superfluo sottolineare l’importanza educativa e culturale del teatro. Non si spiegherebbe il valore che fin dall’antichità gli è stato attribuito e la grande partecipazione popolare che ha sempre riscosso. Comprensibile e spiegabile solo perché in esso, attraverso le magie della scena e l’abilità degli attori ognuno vedeva e vede rappresentata la sua vita negli aspetti più drammatici o i suoi difetti, per correggerli enfatizzati in modo tale da suscitare il riso. Il teatro rappresenta l’uomo, in tutti i suoi aspetti, e spinge a riflettere, quindi educa.

La sua funzione purificatrice è sempre stata ed è presente in qualsiasi testo sia classico sia moderno. Accanto a questo suo compito storico si aggiunge anche quello di aiutare i ragazzi, i giovani, che lo sperimentano a livello amatoriale, a proporsi agli altri, a confrontarsi con essi, ad affrontare il pubblico, dapprima incerti e timorosi, poi sempre con maggiore sicurezza. Sono queste le motivazioni che spingono l’Amministrazione ad avere, nonostante il momento infausto dal punto di vista finanziario, un occhio di riguardo per il Teatro comunale e per la stagione teatrale, che viene offerta a tutti ogni anno con una serie di spettacoli di alto spessore e con testi di autori antichi e moderni di tutto rispetto, che non mancheranno di riscuotere un successo meritato.

Come sindaco non posso non evidenziare l’impegno dei responsabili a cui è affidata la gestione del nostro Teatro Comunale e congratularmi con loro per la efficace sinergia realizzata con il Teatro Pubblico Pugliese per offrire, anche quest’anno, ai nostri concittadini un cartellone vario nei temi, interessante culturalmente e meritevole di grande attenzione”. Lo ha detto il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi.

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Redazione Stato

1 commenti su "Manfredonia, Cascavilla: “A teatro non solo per abitudine” (vd)"

  1. Il teatro: luogo di musica, danza, rappresentazioni della realtà, di poesia, di racconti….di tutto ciò che la creatività umana possa pensare e realizzare. Luogo dove l’arte può prendere forma anche andando contro a certe regole formali per permettere una comprensione dell’esistenza senza doverne fare un’esperienza diretta. Una realtà educativa più controllata e serena per la gente…forse poco presa in considerazione rispetto ad altre città; infatti si può notare facilmente come a differenza di territori si differenziano anche le decisioni amministrative e governative oltre che di costume e cultura. Perchè? Oltre alle problematiche territoriali che si differenziano tra loro per le diversità territoriali, per il resto perchè ogni comunità raggruppata in città decide diversamente dalle altre? Si cerca un’uniformità…ma le decisioni sono differenti. Come il diritto delle varie nazioni: qualcosa in una nazione è consentito fare ma in un’altra no. Eppure si è tutti uomini e donne e si dovrebbero avere delle regole generali dovute alla nostra natura non in uguaglianza ma certamente in somiglianza. Forse noi abbiamo poca effettiva libertà personale che non permette di vivere liberamente tanto da poter entrare facilmente in teatro quando ci si sente…è difficile farlo nelle Chiese, figuriamoci in un teatro…Forse troppo stretti alle figure presbiterali apprezzando poco il diritto scritto, tramandato e difficilmente applicato. Troppo difficile…si sceglie un’altra via…tanto si muore tutti…ma come si muore? Ci vorrebbe più libertà cittadina…troppo legati alla figura della famiglia solo in astratto e non per l’effettive problematiche. occorre molta più competenza e professionalità soprattutto nei contatti e nei legami famiglia società; la famiglia necessita di una società di diritto che possa sostenere e correggere il suo operato, e non il contrario, come accade. Infatti fermi tutti: sono mesi che non possiamo muoverci più di tanto…e del resto non sapendolo fare forse è meglio stare il più fermi possibile. Abbiamo avuto bisogno di questa emergenza per far lavare le mani alla gente, per far pulire minimamente le cose pubbliche…eppure c’è chi continua a tenere l’auto non pulita o cose simili. Il collegamento con il teatro? faccia la propria intelligenza…ne serve tanta per arrivare a capire che si è ignoranti e che si deve imparare e migliorare…

    Che sia fatta una Volontà oltre umanità…

    mele, carne, malva, un po’ di vino…una preghiera…

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