(laleggepertutti) Torna alla ribalta la questione dell’incostituzionalità dei Dpcm, i decreti emanati dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, durante lo stato di emergenza allo scopo di contrastare la diffusione del Covid-19 anche limitando alcune libertà dei cittadini, come quella di movimento sul territorio nazionale.
Adesso, nel mirino c’è l’ultimo, quello entrato in vigore il 4 dicembre e che regola gli spostamenti e i ricongiungimenti degli italiani durante le festività natalizie, imponendo forti restrizioni. Alcuni si chiedono se queste limitazioni violino le prescrizioni della Carta costituzionale e la questione ora è tornata prepotentemente di attualità.
La “bomba” arriva oggi dal vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli: in un’intervista a La Verità afferma che «le libertà costituzionali possono essere compresse solo con una norma di rango costituzionale. Conte invece le ha limitate con un atto amministrativo, cioè una norma di rango secondario, contro la quale esistono solo i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. È comunque qualcosa di totalmente incostituzionale e cercheremo di portare la questione alla Consulta».