L’Italia antifascista è stata in ultimo raccontata in maniera per certi versi lodevole da un noto storico, il professor Barbero il quale ha ricordato che vi è la storia dei singoli, fascisti e antifascisti, a cui ciascuno di noi è stato legato, ed esiste la storia di tutti gli italiani che è cosa ben diversa e che riguarda effettivamente l’oggi.
Queste le sue esatte parole: “C’è una parte di Italia che stava con i fascisti e che si è sentita sconfitta. Anche io avevo un nonno fascista che è stato fucilato dai partigiani ma la memoria personale non basta, perché ognuno ha la sua. Poi bisogna arrivare alla storia che significa: io capisco il tuo punto di vista, ma non puoi rimanere chiuso dentro questa cosa”. Ma se storia comune deve essere, allora non può e non deve essere parziale, ed è anche opportuno ripercorrerla sin dall’inizio.
Gli italiani non si sono svegliati una mattina e hanno trovato l’invasor, perché quello stesso invasore lo hanno viceversa invitato ed era un loro alleato, a differenza degli ucraini ad esempio. Quindi il problema del fascismo e dell’antifascismo all’italiana non è che ciascuno di noi rimane cristallizzato nella sua posizione, sordo a quella altrui e alla storia per come si è realmente svolta, ma perché cambia di volta in volta a seconda della convenienza e delle amicizie e
vicinanze politiche. Purtroppo, che gli italiani prima del 25 aprile fossero tutti fascisti e poi antifascisti è verità storica incontrovertibile, tranne le rarissime ed eccellenti eccezioni. E vale ancora oggi.
L’antifascismo degli italiani è, attualmente, solo pura retorica ed un mezzo obliquo di lotta politica laddove, cadute le ideologie, non si riesce ad elaborare uno straccio di visione politica complessiva per il futuro del paese. Ma soprattutto è la stessa dicotomia ad essere fuorviante poiché l’opposto del fascismo non è l’antifascismo, ma la democrazia, e gli antifascisti di allora, come anche gran parte di quelli di oggi, democratici non sono stati e non sono. Questi ultimi, magari strillano a squarciagola contro l’invio di armi all’Ucraina, ma se ci fosse oggi Mussolini starebbero ben comodi dalla sua parte, come stanno correttamente dalla parte di Putin, salvo poi cambiare casacca alla bisogna.
Pretendere ad ogni piè sospinto che gli italiani si dichiarino e dichiarino la nostra carta costituzionale come antifascista, non solo è un errore politico, ma anche un falso storico perché l’Italia e gli italiani, come non sono stati invasi dai fascisti e dai nazisti, essendone loro stessi in gran parte tali, non sono stati liberati dagli antifascisti, ma dagli americani e dall’occidente democratico, di cui peraltro non disdegnavano le armi e il denaro.
A controprova di tutto questo vi è che tutti pronti a combattere il fascismo di ieri, per finta naturalmente visto che non costa nulla, siamo comunque titubanti verso la resistenza ucraina che combatte quello sì un vero invasore, e non per vere motivazioni ideologiche o per vicinanza politica, ma per pura e semplice utilità materiale, cioè perché ci costa in bolletta.
Detta più semplicemente, essere antifascisti non significa automaticamente essere democratici ed infatti non lo erano la gran parte degli antifascisti di allora e non lo sono gli antifascisti di oggi, mentre essere democratici significa automaticamente essere sia contro i fascisti che gli antifascisti alle vongole.
Quelli che ogni santo 25 aprile ci intossica la festa della liberazione che è la festa degli italiani, della libertà e della democrazia e non degli antifascisti.
FOTOGALLERY LIBERAZIONE FOGGIA, PH ENZO MAIZZI, 25.04.2024