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San Severo, Coccia “la pantera è un simbolo di potere dei malavitosi”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Gennaio 2020
Foggia // San Severo //

Sono trascorse ormai 2 settimane dai primi segni della presenza della pantera nelle campagne di San Severo. In seguito le segnalazioni si sono allargate nel raggio di Apricena, San Nicandro Garganico fino alla Foresta Umbra. Due giorni fa a San Marco in Lamis due allevatori dicono di averla vista. L’ennesimo annuncio senza riscontro.

 

Da una parte l’etologo Enrico Alleva, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei, si è detto scettico sulla possibilità che nelle campagne pugliesi si stia aggirando davvero un grosso felino. I video che ritrarrebbero l’animale non consentirebbero assolutamente una identificazione certa, benchè siano supportati dalla presenza di numerose testimonianze.

 

Al contrario Federico Coccìa, veterinario, già presidente del Bioparco di Roma, già 2 volte nel corso della “Vita In Diretta” aveva lanciato messaggi preoccupanti: “Abbiamo una animale che è affamato e va nel panico, non vorrei allarmare nessuno ma se incontrerà un uomo reagirà in modo sbagliato e potrebbe succedere una tragedia”, ha detto su RAI1. Oggi sul sito Leggo Coccia ha, se possibile, ancora più rincarato la dose.

 

“Non è animale usato negli spettacoli circensi, non è possibile quindi che sia scappata da un circo. La pantera è un simbolo di potere nelle proprietà dei malavitosi. Molto probabilmente è scappata da una di queste residenze. E’ cresciuta in cattività, abituata a ricevere la carne, si vede da come ha ucciso la capra. Inoltre, nelle case dei boss l‘aggressività degli animali viene stimolata. Chi la incontra rischia la vita”.

 

E ha aggiunto: “In tutta la Puglia vengono usate due gabbie per tentare di intrappolarla, ne servirebbe 20 o 30. Le istituzioni stanno sottovalutando enormemente il problema. È come se un terrorista girasse per i boschi con il kalashnikov”

 

Dello stesso avviso gli investigatiori: “La pantera potrebbe essere scappata dalla casa di un boss”. La detenzione di un grosso felino, nelle logiche della criminalità, è segno di supremazia e potenza. La pantera potrebbe essere stata liberata perché forse il boss temeva un controllo delle forze di polizia. (Fonte Repubblica)

 

Fatto sta i video diffusi finora fanno crescere i dubbi perché sfocati e inquadrano con difficoltà l’animale. Luigi Urbano, responsabile del servizio veterinario dell’Asl di zona, sostiene invece che le tracce e gli avvistamenti siano attendibili. “Dal luogo del primo avvistamento la pantera ha percorso almeno dieci chilometri“. Si sono alzati in volo pure i Predator dell’Aeronautica, velivoli comandati da terra partiti dalla base di Amendola. Da quest’ultima si fa sapere che il i Predator volano periodicamente per monitorare il territorio, a prescindere dalla presenza o no del felino. Qualche giorno fa sembravano aver identificato con certezza l’animale. Invece era soltanto un grosso gatto nero selvatico.

 

 

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