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Berlusconi: “Scegli il nucleare e risparmi sulla bolletta”

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
1 Ottobre 2010
Regione-Territorio //

Centrale nucleare (fonte image: ecoo.it)
Roma – “TRA i nostri capisaldi c’è quello di fornire i nostri cittadini e le nostre imprese di fonti di energia economicamente convenienti, rispettose dell’ambiente e che nel contempo riducano la pericolosa dipendenza energetica del nostro Paese. E la sola risposta oggi è il nucleare, una sfida che dobbiamo perseguire con convinzione e determinazione”. Lo ha sostenuto il Presidente del Consiglio Silvo Berlusconi nel corso del discorso che ha preceduto il voto di fiducia al Parlamento italiano, durante il quale ha sottolineato che il varo di un piano per l’energia nucleare si annovera tra i “risultati certamente positivi” dei due anni di Governo, al pari del federalismo, della lotta alla criminalità organizzata e del controllo dell’immigrazione clandestina. Nel frattempo la diffusione dei 52 potenziali siti deputati al costruzione dei depositi di scorie nucleari, affiancate dai laboratori di ricerca, non cessa di creare polemiche, anche perchè, in mancanza dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, la Sogin, società deputata dal Ministero del Tesoro per redarre il progetto, si è riservata di mantenere segreti la localizzazione esatta dei siti stessi.

LEGAMBIENTE: CRITERI VECCHI DI 30 ANNI – Nel frattempo il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani, ha dichiarato all’agenzia Adnkronos che “le 45 aree a tutt’oggi ritenute idonee per la costruzione nel nostro paese degli impianti di produzione di energia da nucleare sarebbero ancora quelle identificate nel 1979 dall’allora Cnen, il Comitato nazionale per l’energia nucleare diventato Enea nel 1982“. Secondo la mappa del 1979, i siti “potenzialmente idonei per la costruzione di impianti nucleari in Italia” identificati dall’allora Cnen toccavano 14 regioni sulle 19 più le due Province autonome esistenti.

8 CENTRALI NUCLEARI IN PUGLIA – Partendo dal Nord, in Lombardia ci sarebbero, secondo la mappa del vecchio Cnen 3 aree idonee possibili, in Piemonte 2, in Veneto 4 aree, in Friuli Venezia Giulia 2, in Emilia Romagna 2. Al Centro la mappa identificava in Toscana 4 siti, nel Lazio 3, in Molise 1 e in Sardegna 5. Al Sud, infine, in Campania 2 siti, in Puglia 8 siti, in Basilicata 1, in Calabria 4 siti e in Sicilia 4. I criteri sono sempre gli stessi rispetto a 30 anni fa, vale a dire, una stabilità geologica, quindi la disponibilità di acqua per raffreddare gli impianti, inoltre serve un’adeguata distanza dai centri abitati e, ultimo, la presenza di un adeguato elettrodotto per trasportare l’energia elettrica prodotta dalla centrale nucleare agli utenti”.

PROGETTI DI COSTRUZIONE GIA’ PRONTI – “Secondo l’attuale norma, infatti, l’Agenzia per la sicurezza nucleare dovrà definire i criteri e, in seconda battuta – spiega Ciafani – le aziende potranno presentare i progetti e la mappa dei siti su cui realizzarli. Sono certo che le aziende abbiano già i progetti pronti e che li esibiranno dopo aver sentito le linee guida che detterà la futura Agenzia”. “Progetti – aggiunge – che si baseranno sui 4 criteri industriali di allora ma ancora oggi validi e, quindi, la vecchia mappa identificata dall’allora Cnen rimane un punto di riferimento concreto”.

AFFARI & RADIATTIVITA’ – Il nodo alla base della costituzione degli impianti nucleari poggia sugli incentivi riservati ai comuni, le regioni e gli enti locali che firmeranno per consentire l’istallazione di impianti nucleari e deposi di scorie. Un altro affare per le multinazionali coinvolte nel business del nucleare (una quarantina in tutto) sarà rappresentato, inoltre, dai centri di ricerca associati ai depositi nei quali potranno convergere, quando saranno a pieno regime, oltre mille operatori. Nel sito della Sogin è riportato che “nei prossimi trent’anni, solo il mercato mondiale del decomissioning (lo smantellamento delle centrali nucleari) è valutabile nell’ordine di 300 miliardi di euro.” Sempre nel sito della società si riporta la “durata” della radioattività delle scorie nucleari che, essendo funzione del tempo di decadimento dei diversi radioisotopi presenti, è estremamente variabile andando da pochi secondi a decine o centinaia di migliaia di anni.

PALESE: “ALCUNE REGIONI HANNO GIA’ ACCETTATO” – Il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese ha affermato, pochi giorni fa, che in Italia ci sono gia’ alcune Regioni che si sarebbero dette disponibili ad ospitare centrali nucleari aggiungendo però che le loro generalità saranno divulgate solo l’indomani della creazione dell’Agenzia della sicurezza nucleare. Fatto sta che il Governo è perfettamente consapevole che la costruzione di una sola centrale nucleare può costituire un notevole incentivo anche le regioni confinanti. Ad un immediato incentivo pecuniario del Governo, infatti, è associata anche la promessa di un drastico taglio sulla bolletta energetica, valutata intorno al 30 %, diversamente a quanto avviene attualmente per le rinnovabili.

PD: “ABBASSARE LA BOLLETTA? CON LE RINNOVABILI SI PUO'” – ”L’autorevole progetto Roadmap 2050 prova che una Europa con un’economia a basse emissioni di carbonio, in linea con gli obiettivi economici, ambientali e di sicurezza energetica dell’Unione europea non solo e’ sicuramente possibile, ma e’ anche un traguardo conveniente per tutti, a partire dai cittadini che possono veder alleggerite notevolmente le loro bollette”. Lo hanno dichiarato in una nota i senatori Roberto Della Seta, capogruppo del Pd in Commissione Ambiente, e Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuti ieri sera all’incontro sull’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili per l’Europa e il Mediterraneo. E questo significa, aggiungono i senatori del Pd, ”che per i consumatori non ci saranno costi superiori se si seguira’ la strada delle energie rinnovabili, perche’ il costo futuro dell’elettricita’ per una famiglia si potra’ attestare a meno di 70 centesimi al giorno”.

IL NUCLEARE E’ RISCHIOSO E ANTIECONOMICO – ”La strada dell’energia nucleare – rilevano Ferrante e Della Seta – perde ancor di piu’ ragione d’essere: l’energia atomica ha come fattori negativi che lo rendono chiaramente anti economico i problemi della sicurezza, del mantenimento e dello smaltimento delle scorie, costi non solo enormi, ma anche difficili da prevedere e da quantificare esattamente”. ”Occorre agire pero’ entro il 2015 – concludono i senatori del Pd-, e non perdere altro tempo prezioso come sta facendo il Governo Berlusconi, intenzionato a imbarcare il Paese nell’avventura nucleare, sprecando le risorse che dovrebbero andare invece nella direzione dell’efficienza energetica, delle interconnessioni delle reti a livello locale e dello sviluppo tecnologico delle rinnovabili.”

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