Foggia – “L’INCENERITORE del gruppo Mercegaglia uccide la vita in Puglia. Ecco come sarà arrestato l’affare di Borgo Tressanti“: si svolgerà lunedì 23 novembre, alle ore 20 nella palestra di Borgo Tressanti, l’incontro tra le varie associazioni della Capitanata, in relazione all’inchiesta e progetto del giornalista, direttore di Italiaterranostra.it, Gianni Lannes. Già in un precedente articolo sulla stessa testata (giugno 2009), a firma di Maria Rosaria Fergola, Isabella Antonacci e Lucia Gervasio, si mise infatti in evidenza, relativamente all’installazione dell’impianto nel territorio foggiano, come la valutazione di impatto ambientale della Regione Puglia, firmata dall’ingegner Antonicelli, aveva stabilito “l’idoneità” per l’avvio all’installazione dell’impianto, nell’area di Borgo Tressanti. Un Borgo nel quale vivono e lavorano circa 1.500 persone, a quasi 18 chilometri a nord-est di Cerignola. Circa sei anni fa la comunità venne a conoscenza casualmente, “dato che nessuna istituzione politica ne parlò prima”, dell’imminente costruzione di un “termovalorizzatore di biomasse”. Ad imporre l’inceneritore nel territorio di Borgo Tressanti sembra ci fu la spinta del comune di Manfredonia, che “invece di installarlo nella zona industriale relativa all’area ex Enichem, “decise di istallarlo ai limiti del proprio confine, quasi 30 chilometri lontano dalla sua città, proprio ai confini del territorio di Cerignola”. Il nascente sito dovrebbe nascere infatti in contrada Paglia a 3 chilometri da Borgo Mezzanone (piccola frazione di Manfredonia) e 5 chilometri dal centro di Borgo Tressanti. Già nel maggio del 2003, e sempre presso la palestra scolastica di Borgo Tressanti, ci fu l’incontro-dibattito con il sindaco di Manfredonia, Paolo Campo. Campo avrebbe promesso di “visionare i documenti dell’impianto” sostenendo che “che l’impianto avrebbe bruciato esclusivamente biomasse (scarti della produzione agricola)”. Nel 2005, ci fu un’altra conferenza pubblica nella sala consiliare del comune di Cerignola, con il professor Federico Valerio, direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell’Istituto Tumori di Genova. L’esperto chiarì qualsiasi dubbio spiegando la pericolosità di un inceneritore di rifiuti e anche le alternative all’incenerimento. Il luminare parlò infatti della raccolta differenziata porta a porta come “il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio delle generazioni future, oltre a incrementare posti di lavoro, riusare e riutilizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica, contribuendo così a restituire e conservare un ambiente “naturalmente” più ricco”. Nel 2005, con le elezioni comunali e regionali, ogni schieramento politico si schierò contro i termovalorizzatori, come l’attuale presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che affermò di essere contrario e che addirittura ne avrebbe impedito la costruzione in Puglia. Il comune di Manfredonia, nel frattempo, avrebbe continuato a rilasciare i permessi per costuire al gruppo Mercegaglia. Nel dicembre del 2005, denuncia la redazione di Italiaterranostra.it, la ricerca giornalistica relativa al nuovo inceneritore fu interrotta per una settimana. Il gruppo fu convocato in prefettura per “cercare un accordo”: all’incontro parteciparono i tecnici del gruppo Marcegaglia e quelli incaricati da Provincia, Comuni di Cerignola, Manfredonia e l’Associazione Culturale Giovani per l’Ambiente di Borgo Tressanti.
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