Edizione n° 5336

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Antigone: chiusura OPG, percorso difficile

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
30 Marzo 2015
Regione-Territorio //

Roma – Come preannunciato, oggi si sono svolte le visite da parte degli Osservatori dell’Associazione Antigone e dei responsabili delle sedi regionali, in quattro dei sei OPG attualmente esistenti in Italia: Aversa, Castiglione delle Stiviere, Barcellona Pozzo di Gotto (in corso in questo momento) e Napoli (anticipata ad oggi, rispetto a quanto comunicato in precedenza, per questioni logistiche). Nella mattina di mercoledì 1 aprile ci sarà la visita a Reggio Emilia mentre, nei giorni a seguire, a Montelupo Fiorentino.

Quella di chiudere gli OPG è una decisione importante, frutto di anni di lunghe battaglie condotte da più soggetti, tra cui Antigone. Una riforma che, le nostre visite hanno dimostrato, essere stata necessaria. Molte delle persone che abbiamo incontrato avevano storie che parlano di un periodo di tempo molto più lungo passato in misure di sicurezza – all’interno degli OPG – di quella che sarebbe state le pene massima da scontare se fossero stati condannati al carcere. Spesso autori di reati non gravi. Esempio lampante è dato da un ragazzo internato ad Aversa che dal 2007 è in OPG per resistenza a pubblico ufficiale.

“Sappiamo che è un percorso difficile – ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, al termine della visita ad Aversa – e non ci aspettiamo miracoli da un momento all’altro, ma il proseguimento di un percorso necessario dal quale non dobbiamo tornare indietro, facendoci magari spaventare da possibili difficoltà emerse in alcuni territori nell’accogliere queste persone”. “Più visitiamo gli OPG – ha aggiunto Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell’Associazione – più ci rendiamo conto che la maggior parte dei casi hanno poco a che vedere con la sicurezza pubblica”. “A tal proposito è importante che le REMS non ripropongano una logica per troppo tempo vista negli OPG, ma che mettano al centro un progetto di cura che non sia solo sedazione, ma – ha concluso Marietti – un progetto terapeutico con la presa in carico sociale della persona”.

Aversa. Ad oggi erano presenti 96 internati di cui, circa 50, provenienti dal Lazio. Pochi invece i campani. I poliziotti penitenziari impegnati nell’OPG sono 79. Degli internati, quelli per cui è stata accertata la pericolosità sociale e stanno quindi scontando la misura di sicurezza sono 39. La maggior parte delle persone attualmente internata è in misura provvisoria. Anche ad Aversa ci sono persone che sarebbero dimissibili per quanto riguarda la loro pericolosità sociale, ma che l’istituzione non riesce a dimettere per la mancanza di accoglienza sanitaria sul territorio. L’OPG di Aversa sarà riconvertito in una casa di reclusione a basso regime di sicurezza. Dal 31 di marzo ciò che accadrà è che nessun internato farà più ingresso, cosa che Antigone monitorerà puntualmente. Quelli che attualmente vi sono internati usciranno pian piano. Di alcuni se ne farà carico la ASL, a livello di servizi mentali territoriali che niente hanno a che fare con l’area penale. Quelli socialmente pericolosi verranno invece trasferiti nelle REMS delle quali se ne prevedono due di venti posti ciascuna. Una a San Nicola Baronia (Av) che dovrebbe essere pronta il 30 maggio; la seconda a Calvi Risolta (CE), che dovrebbe essere pronta il 31 agosto. Nel frattempo esistono tre REMS provvisorie: Rocca Romana (CE) 20 posti, Mondragone (CE) 8 posti, Bisaccia (AV), media-bassa sicurezza, 10 posti.
Castiglione Delle Stiviere.

L’OPG di Castiglione Delle Stiviere rappresenta un’eccezione rispetto agli altri, essendo infatti l’unico a non essere gestito dal Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, bensì tramite una convenzione con l’Azienda Ospedaliera “Carlo Poma” di Mantova. Altra caratteristica distintiva è l’essere l’unico OPG italiano con una sezione femminile.

Gli internati ad oggi sono 225, 159 uomini e 66 donne. Nell’ultimo periodo sono aumentati gli ingressi. Le ammissioni da gennaio sono state infatti 42 (28 uomini e 14 donne), mentre le dimissioni 33 (17 uomini e 16 donne). Facendo parte dell’Azienda Ospedaliera l’OPG verrà trasformato in una REMS, così da sfruttare anche le strutture della parte trattamentale già presenti. Una, la “Morelli”, è già pronta e accoglierà 20 persone. Per le altre i lavori dovrebbero partire a dicembre 2015.

Il numero degli internati dovrebbe calare nelle prossime settimane. Resteranno nell’OPG (e verranno poi spostati nelle REMS) i lombardi internati (148) e i liguri per i quali è stata stipulata una convenzione con la Regione Liguria. I 40 internati piemontesi saranno invece spostati nelle strutture di questa regione. Anche le donne non lombarde verranno spostate nelle strutture delle regioni di provenienza e, quelle che dovrebbero restare a Castiglione Delle Stiviere, sono 20.

Proprio per le sue peculiarità, parrebbe che gli internamenti nella struttura potrebbero proseguire, divenendo esso stesso una sorta di incubatore del passaggio OPG-REMS. Negli scorsi mesi la ASL ha iniziato le assunzioni per entrare a regime con ciò che prevedono le nuove normative. Inoltre si sta procedendo da qualche tempo ad una riorganizzazione degli internati sulla base del tipo di patologia, dividendo gli psicotici, i ritardi mentali, gli abusi e i disturbi della personalità (cluster a, cluster b).

Napoli. La situazione organizzativa riscontrata a Napoli al momento della visita, il numero di persone in entrata costante e la condizione ancora precaria delle REMS, non consentono di ritenere possibile una chiusura definitiva nei tempi previsti.

L’ipotesi più accreditata in questo momento sembra essere quella dell’utilizzo transitorio di strutture pubbliche in sostituzione temporanea di quelle residenziali (c.d. “pre-REMS”). Come per Aversa, dal 31 marzo l’OPG di Napoli non dovrebbe accogliere ulteriori persone in entrata, ma mantenere come unico compito quello di dismettere gli internati rimasti. Quelli non ancora dismessi alla data di apertura delle REMS, vi confluiranno. Le persone presenti sono 84 su una capienza di 100 posti, di cui la maggior parte campani (52) e laziali (22). 23 internati sono in modalità provvisoria, 55 hanno progetti personalizzati e potrebbero uscire, ma di questi solo 29 sono in uscita presso strutture atte ad accoglierle.

Gli agenti di polizia penitenziaria sono 69 su 118 unità previste dalla Pianta Organica. Educatori in servizio sono 3; 4 i medici incaricati più uno mensilmente in distacco nel Centro Penitenziario di Secondigliano; Siass (continuità assistenziale) 5 unità; 2 sono gli psichiatri, cui se ne aggiunge un terzo per due volte a settimana. Gli Psichiatri hanno degli orari prefissati in cui sono presenti e non ci sono nei giorni, che rimangono coperti solo dalla guardia medica.

Redazione Stato

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