Edizione n° 5337

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Macondo-la città dei libri

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
30 Novembre 2013
Cultura //

“Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”. (Gabriel Garcia Marquez)
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∞ Io sò ∞
di Piero Ferrante
Tutte le storie hanno le ali. Salgono nel cielo al soffio del fiato che basta per emettere le parole che le compongono. Alle ali della storia di Carmela Cirella hanno strappato le piume. Una ad una, fintanto che sul dorso non sono rimasti incollati che piccoli scheletri, arti grigi e senza possibilità alcuna si spiccare il volo.

La storia di Carmela è la storia di una proibizione. È il sopravvento del forte sul debole, la legge della natura che sopraffà quella degli uomini. È una reale favola cattiva, assemblata da violenti, da iene da branco.

La storia di Carmela sono una molestia, cinque stupri, tanti muri di silenzio e nessuna verità. La storia di Carmela sono anche i suoi natali napoletani, la morte del padre, il trasferimento a Taranto, un tragico incidente che le ha intrioiettato una forza fisica leonina, i suoi tredici anni, l’internamento in centri per minori, il suicidio. Una storia lunga due anni, dal 2005 al 2007. Una storia ingiusta e piena di contraddizioni. Una storia sbagliata, direbbe De Andrè, perché, alla fine, nella storia di Carmela hanno pagato soltanto quelli che non avrebbero dovuto pagare.

Storie così, come quella di Carmela, non le racconti con le parole. Serve guardarle negli occhi come avessero carne, nervi, cuori, ossa, muscoli, organi. Ed allora è giusto se non normale, che a raccontarla organicamente, per la prima volta, sia stata la casa editrice Beccogiallo, con il graphic novel ‘Io so Carmela’. Come è probabilmente giusto che a far rivivere Carmela siano state due donne, Alessia Di Giovanni, sceneggiatrice, e Monica Barengo, disegnatrice.

Non un lavoro d’inchiesta o una cronaca (tutta la cronologia del dolore della giovane napoletana è in appendice al fumetto), piuttosto un intreccio intimo di citazioni, sensazioni, emozioni. Un piccolo scrigno di carta a tinte chiare e pastellate, non a caso nato dal diario privato di Carmela, e dunque pieno di aneddoti, di quelle piccole quotidiane sconfitte che hanno trasformato l’esistenza di un’adolescente in una lotta continua contro tutti prima ancora che, nel nostro Paese, si incominciasse il refrain del femminicidio.

La scelta delle autrici è di non narrare una morte, piuttosto è di raccontare una vita. Dura, difficile, sconvolta, destinata ad una prematura fine, ma pur sempre vita. E a volte, leggendo, si ha la sensazione, autentica e alchemica, che Carmela possa riappropriarsene ogni qualvolta si aprano le pagine di questo fumetto. Con tutte le sue sofferenze, certo, ma anche ritrovando igesti di ribellione, le sue danze sconclusionate, il suo amore per la musica, la sua ingenuità innocente da tredicenne.
Alessia Di Giovanni – Monica Barengo, ‘Io so Carmela’, Becco Giallo 2013
Giudizio: 3.5 / 5 – blu oltremare tarantino
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∞ Chi balla a notte fonda ∞
di Marilù Oliva
Titolo: Ballando a notte fonda
Autore: Andre Dubus
Traduttore: Nicola Manuppelli
Editore: Mattioli 1885
Collana: Experience/frontiere
Il libro: Quattordici storie di uomini e donne e famiglie dentro la vita americana, in lotta con pregiudizi e solitudine, feriti dalla perdita dell’amore o dall’impossibilità di accettarlo – ma capaci di trovare un’estrema luminosa redenzione. Dubus descrive il microcosmo di ciò che alla gente succede mentre parla o cammina, l’azione emotiva dentro una semplice azione. Una continua ricerca di luce e salvezza, di uno spiraglio in quelle che sono le barriere umane, a costo di mentire a se stessi. “Il più grande scrittore americano di racconti della seconda metà del XX secolo,” come sostiene Dennis Lehane, ci regala il suo ultimo capolavoro.
Uscito: 2013
ISTRUZIONI PER L’USO
Categoria farmacologica:
Pillole di coraggio
Composizione ed eccipienti:
Ma perché – ci si chiede – in Italia non vanno i racconti? Leggetevi una raccolta come questa e capirete che peccato. 14 storie sottratte a un’America latente, ordinaria ma al contempo stra-ordinaria, quotidiana. Canzoni che spariscono insieme alle stelle in rovina. Donne che soffrono, uomini che continuano nonostante un incidente a cavallo, matrimoni che vanno in polvere o si ricostituiscono. Sconforto, gratitudine, debolezza, dolori, sigarette, interruzioni, giorni guadagnati e giorni persi, poi un giovedì di inizio autunno.
Indicazioni terapeutiche:
«Se c’è chi scrive per turbare i giusti e chi per consolare gli afflitti e i peccatori, io direi che Dubus scriveva per dare coraggio a chi ha paura. A quelli terrorizzati da tutti gli sbagli che devono ancora fare. Ogni sua riga mi sembra piena d’affetto verso di loro» (dalla prefazione di Paolo Cognetti, p.11)
Consigliato a tutti, benefico per:
Peccatori che traggono dal loro peccato suspence e domande, come sottolinea Nicola Manuppelli in appendice.
Chi si diverte solo con un grande sforzo di volontà
Chi a volte piange per le cose belle
A chi riesce bene sfrattare le persone.
Chi sa che non c’è mai abbastanza tempo.
Chi odia il mattino, soprattutto nei giorni feriali.
Controindicazioni:
Il romanzo non è indicato per chi continua a mentire a se stesso, come faceva Tess.
Posologia, da leggersi preferibilmente:
Senza tuffarsi tra le onde
Effetti (in)desiderati:
Piangerete per gli uomini che avete conosciuto in una qualsiasi guerra. Per quelli soccorsi e per quelli che non siete riusciti a salvare.
Avvertenze:
Se qualcuno smette di amarvi, non pensate che non vi abbia mai amato
Conservare
Vicino agli altri libri dell’autore, magari di fianco a The Collected Stories di Richard Yates.
La recensione completa potete leggerla sul Bugiardino della Community online de l’Unità
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LA CLASSIFICA DEI LIBRI PIU’ VENDUTI IN ITALIA (fonte ibs.it)
1. Michele Serra, “Gli sdraiati”, Feltrinelli 2013
2. Luis Sepùlveda, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, Guanda 2013
3. Fabio Volo, “La strada verso casa”, Mondadori 2013

Con il ritorno di Macondo, abbiamo ancora più bisogno di sentire la vostra voce. Inviateci suggerimenti, critiche, proposte, consigli a p.ferrante@statoquotidiano.it

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Non ci resta tanto tempo. Il sogno non diventa realtà da solo: bisogna corrergli dietro. (Carlito’s Way)

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