Roma, 08 aprile 2021. Sono partiti gli ordinativi di pagamento delle prime 600mila istanze presentate sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate per un importo complessivo di 1.907.992.796 euro a favore delle imprese destinatarie dei sostegni che hanno presentato la domanda entro la mezzanotte del 5 aprile 2021.
I contribuenti coinvolti vedranno accreditarsi le somme direttamente sul conto corrente indicato nella domanda oppure potranno usare l’importo riconosciuto in compensazione.
Dal 30 marzo, giorno dell’apertura del canale telematico dell’Agenzia delle Entrate, ad oggi sono circa un milione le domande del contributo a fondo perduto inviate con l’apposita piattaforma informatica delle Entrate gestita con il partner tecnologico Sogei.
Più di 600mila domande già elaborate – Sono più di 600mila, precisamente 604.534, le istanze dei contributi a fondo perduto lavorate, per le quali è stato già predisposto il mandato di pagamento oppure riconosciuto il credito d’imposta. Quest’ultimo caso riguarda 10 mila domande, nelle quali i contribuenti avevano manifestato la scelta della compensazione in alternativa all’accredito su conto corrente.
Gli operatori interessati regione per regione – Sul totale dei soggetti richiedenti, quasi 100 mila svolgono la loro attività in Lombardia, seguono la Campania con 70.534 operatori economici, il Lazio (68.697), la Puglia (45.926), la Toscana (42.141), la Sicilia (41.763), il Veneto (40.620). Fra le altre regioni spiccano il Piemonte (39.411), l’Emilia-Romagna (38.556), la Calabria (20.987) e la Sardegna (17.657). Nella tabella seguente viene riportato il dettaglio di tutte le regioni.
Puglia | 45.926 | 7,6% | 115.788.704 |
Quando il 1977 si chiuse la prima industria di Manfredonia, noi eravamo in occupazione di fabbrica. Tra noi occupanti e senza stipendio da due mesi, si discuteva e si diceva ognuno come vedeva la situazione. Poi fui esentato dalla occupazione, per guai in famiglia e, in pratica, ritornai nella fabbrica occupata dopo due mesi e, parlando con i colleghi, scoprii che tutti quanti ripetevano le stesse cose, le stesse idee e speranze di mesi prima, come tanti alienati, fissati. Fui richiamato al lavoro per la liquidazione della società con alcuni stretti collaboratori e, all’istante, diventammo i nuovi nemici di chi era rimasto fuori. Quando, in esclusiva, riscuotemmo i nostri soldi, compreso gli arretrati, i richiamati avevano paura, erano terrorizzati al pensiero di uscire e passare tra il picchetto rimasto fuori. Così li raccolsi e, avendone riflettuto abbastanza, espressi le mie riflessioni: “”I nostri colleghi sono senza soldi da cinque mesi. Mettetevi nei panni del padre di famiglia che, ogni giorno, torna a casa e incontra il viso ansioso della moglie e dei figli che aspettano da lui una novità, una parola di speranza per il futuro: anche la persona più sensata si sente frustrato, arrabbiato e infuriato, prima con se stesso e poi con chi gli ha tolto il lavoro e il guadagno.”” La stessa cosa accadde alla Enichem i cui dipendenti si sentirono soli e circondati solo da nemici (ricordate vialenichem). Comprendo, quindi, la rabbia di chi, causa chiusura per virus, si trova senza soldi e senza speranza.