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Enichem, processi e ritorno Bianca Lancia: politica notabilato

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
29 Aprile 2010
Editoriali //

Conferenza stampa associazione Bianca Lancia (image L.Piemontese)
Conferenza stampa associazione Bianca Lancia (image L.Piemontese)
Manfredonia – SONO tornate le donne di Bianca Lancia, combattive ed impegnate come prima, più di prima. Primo passo, la presenza al processo di appello contro l’Enichem che comincerà il prossimo 30 aprile presso la Terza Sezione Penale della Corte di Appello di Bari, proposto dal pm di Foggia, Lidia Giorgio, dopo le assoluzioni di primo grado. Così inizia il ritorno sulla scena culturale e politica di Manfredonia dell’associazione Bianca Lancia, erede naturale del Movimento cittadino donne. E’ stata la presidente Iolanda D’Errico ad introdurre il tema della significativa presenza dell’associazione al processo d’appello all’Enichem (accanto alla Provincia, alla Regione e a varie associazioni quali Legambiente e il WWF) che mira a ribaltare la sentenza di primo grado che vide assolti i dirigenti della multinazionale con la formula : «il fatto non sussiste».

Una sentenza che lasciò incredule ed amareggiate le donne di Bianca Lancia: “Delusione enorme, ma non senso di sconfitta”- precisa la presidente D’Errico – “perchè al contrario della giustizia italiana, la città ha emesso un chiaro giudizio di condanna nei confronti dell’Enichem. La presenza al processo d’appello, come già a quello di primo grado a cui ci costituimmo come parte civile, è un impegno morale per noi. Vogliamo e dobbiamo essere presenti in nome di un patto morale stretto con la città, che vogliamo rispettare. Non chiediamo risarcimenti, ma la cancellazione di una sentenza che indigna per la formula usata: il fatto non sussiste. Bisogna ripristinare la verità, ed è per questo che lotteremo affinchè il processo d’appello non passi sotto silenzio”.

L’appello, originato dalla denuncia presentata nel 2008 dai familiari di Nicola Lovecchio (l’operaio dell’ex stabilimento scomparso per tumore, l’unico a rifiutare il patteggiamento e a voler continuare la battaglia legale) sostenuti da Medicina Democratica, non vede invece presenti i Comuni di Monte S.Angelo, Mattinata e Manfredonia. Duro il j’accuse rivolto dalle donne di Bianca Lancia proprio al Comune di Manfredonia, che ritirò la sua costituzione di parte civile nel processo, “decisione giustificata con motivi tecnici e di opportunità economica. A loro avviso 300.000 euro possono ripagare le morti, le sofferenze, i veleni che hanno inquinato l’ambiente e anche le coscienze. Ma vita e morte non sono monetizzabili”.

Ad un Comune che rinuncia alla difesa del diritto alla salute e alla tutela della salvaguardia del proprio territorio per ragioni economiche, le donne di Bianca Lancia rispondono con l’autotassazione, con i sacrifici che si sono imposte pur di sostenere gli oneri necessari alla presenza nel processo, a cominciare dalle parcelle degli avvocati (questa sarebbe stata un’ottima occasione in cui offrire servizi legali gratuiti, come pure a volte avviene, peccato averla persa). L’atto di accusa alla “politica politicante” continua nelle parole (ispirate ed apprezzate) della professoressa Rosa Porcu: ” C’è una politica che è in realtà notabilato, nomenklatura, che non ascolta, che esiste solo per sè, ed è quella vista nel gran bailamme della campagna elettorale appena finita. Poi c’è la politica vera, che sta nel territorio, che sa ascoltare le persone, a cominciare dai giovani. E’ quella la politica che facciamo noi: senza soldi, senza una sede ( il Comune non ce ne ha mai concessa una, nonostante le tante richieste fatte ), con poca o nessuna visibilità. E’ un impegno all’interno della società civile (non al chiuso delle stanze dei bottoni, ndR). La nostra è una “Resistenza”condotta tra gli impegni di lavoro e quelli, anche più gravosi, legati alle famiglie.”

Conferenza Bianca Lancia (image L.Piemontese)
Conferenza Bianca Lancia (image L.Piemontese)
L’accusa all’Amministrazione comunale di Manfredonia di aver latitato nella tutela della salute e dell’ambiente è proseguita nelle parole dell’ex assessore della prima giunta Campo, Giuseppe Guidone, il quale, evidentemente riferendosi a colui che è stato finora responsabile del settore ambientale (Zingariello) ha affermato: “Si sono persi cinque anni. Cinque anni in cui non si è fatto nulla in materia ambientale. Non era possibile nemmeno parlarne ai consigli comunali”.

PECORELLA – Alla conferenza stampa organizzata da Bianca Lancia era presente anche l’avvocato Stefano Pecorella, assessore provinciale all’Ambiente ( e secondo vari rumors, probabile nuovo presidente del Parco Nazionale del Gargano ), il quale ha ricordato come, a differenza del Comune di Manfredonia, la Provincia sia impegnata come parte civile anche al processo d’appello: “La Provincia ha scelto di andare avanti perchè crede nei valori e nei princìpi che stanno dietro questa battaglia, piuttosto che pensare ai costo economici. Protestai contro la sentenza di primo grado, quella formula non rappresentava la verità storica”. “Il degrado ambientale è la conseguenza del degrado sociale e morale esistente intorno a noi. Quotidianamente devo occuparmi degli esempi di tale degrado, come nel caso delle discariche presenti sul nostro territorio, tutte ugualmente esaurite e bisognose di ampliamento.” In quanto al luogo su cui sorgeva la fabbrica dei veleni: “Ancor oggi al Ministero dell’Ambiente si discute incredibilmente di quale sia la metodologia più idonea alla bonifica del terreno dell’ex Enichem, cioè di qualcosa che risale a 34 anni fa”. Pochi i cittadini presenti alla conferenza stampa, segno che si sta già perdendo la memoria storica di quanto avvenuto ancora poco tempo fa intorno e a causa dell’Enichem, oblio che Bianca Lancia vuole espressamente combattere. Tra i pochi che hanno deciso di partecipare, un cittadino ha chiesto:”Com’è possibile che un’amministrazione di sinistra si sia comportata così?”. Aveva nella mente, evidentemente, l’idea che la politica fatta da uomini di sinistra equivalga ad avere nel proprio DNA determinati valori, una certa sensibilità. Sensibilità, valori che forse si sono persi. Chissà.

PER APPROFONDIMENTI VEDI: Patologie, processi e femminismo


‘Disastro Enichem’: l’opera di Langiu, il sacrificio di Lovecchio

1 commenti su "Enichem, processi e ritorno Bianca Lancia: politica notabilato"

  1. devo fare i complimenti a lucia per l’editoriale!ma il tema non può esimermi da fare un picolo commento!Le amministrazioni che si sono succeduta hanno molte colpe prima fra tutte è quella di aver abbandonato le vittime dell’enichem…ma c’è stata un’amministrazione o meglio un sindaco degli anni di fuoco che ha sensibilizzato la cittadinanza,che ha guidato le lotte cttadine, che è stato dato del pazzo, dell’eretico che ha subito con la sua famiglia minacce di morte perchè aveva colto prima di tutti la reale pericolosità del petrolchimico e voleva chiuderlo prevedendo piani di risanamento e di reinserimento per la gente poi liceniata!be di quest’uomo in queste occasioni non si parla mai e mi dispiace!quell’uomo è mio padre e a 6 anni mi teneva per mano in piazza e mi insegnava a combattere per un ideale…

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