Manfredonia/San Giovanni Rotondo. ATTINTO da uno o più colpi d’arma da fuoco. Potrebbe essere questa la causa del decesso di Nicola Di Tullo, 46enne (classe 1969) artigiano di Manfredonia, del quale non si sono avute più notizie dalle ore 15.45 del 02 aprile 2016. L’uomo sarebbe stato visto l’ultima volta sabato mentre scendeva verso l’ingresso della strada – in Contrada Garzia – che a nord conduce verso una nota azienda latteo – casearia. In particolare si fa riferimento all’area situata nei pressi della sede del Commissariato di Pubblica Sicurezza, termine di Viale Di Vittorio, con strada che da Siponto conduce verso la SP141 e la SS89 per Foggia. Da raccolta dati, Di Tullo viveva con i genitori nei pressi della zona della scomparsa.
Prima di allontanarsi dalla propria abitazione, Di Tullo avrebbe riferito di avere un appuntamento – che in verità non ci sarebbe mai stato – con un amico. Prima dell’ipotetico incontro, l’uomo avrebbe effettuato delle telefonate per richiedere l’intervento dell’ambulanza e delle forze dell’ordine. Come comunicato a Stato Quotidiano dal legale della famiglia Di Tullo, Avv. Gianfranco Di Sabato, il prefetto di Foggia dr.ssa Tirone – in seguito alla presentazione della denuncia per la scomparsa – aveva indetto da domenica un Piano provinciale di ricerche, portate avanti dagli agenti del Commissariato di P.S. di Manfredonia, dai Carabinieri del Comando compagnia locale e dai Vigili del fuoco. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato nella serata di ieri, domenica 3 aprile, in località Miscillo, agro di San Giovanni Rotondo, in un’intercapedine di un muro di un casolare. Attesa naturalmente per l’esame autoptico che dovrebbe svolgersi entro martedì o mercoledì prossimi. Prima del colpo, o dei colpi d’arma da fuoco, l’uomo sarebbe stato ”picchiato e colpito alla testa con un oggetto”.
Le ricerche sono state condotte dal Commissariato di Manfredonia, dai Carabinieri e dai Vigili del Fuoco. Il legale della famiglia aveva lanciato un appello alla popolazione per la comunicazione di elementi utili per le indagini.
Come riporta l’Ansa, ”Polizia e carabinieri stanno sentendo diverse persone, tra amici e parenti della vittima. Riguardo al movente gli investigatori valutano in particolari quelli legati a questioni familiari o a un debito di denaro”.
FOTOGALLERY VINCENZO MAIZZI
Redazione Stato Quotidiano.it – RIPRODUZIONE RISERVATA
Che schifo ammazzare un uomo (per gli ipotetici motivi indicati,ndr)
Ci vorrebbe la pena di morte
Sono D’accordo con te..uccidere nel 2016 è una schifezza.Basta con questi uomini primitivi senza sostanza.PENA DI MORTE.
non bisogna portare la pena di morte x chi ammazza ma a chi quanti usano l’uomo
a parte l’pena di morte x chi ammazza che e il minimo ma bisognerebbe includere ……..