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Gruppo Salatto, “stato di crisi aziendale, sospesi gli stipendi”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
11 Maggio 2012
Manfredonia //

L'imprenditore della sanità privata foggiana Potito Salatto (fonte image: mediafoggia)
Foggia – “STATO di crisi aziendale con immediata sospensione degli stipendi, lì dove necessario, sino all’ottenimento dei suoi diritti per salvare le aziende del Gruppo medesimo”. Si fa riferimento ad una nota del Presidente provinciale AIOP, associazione Italiana Ospedalità Privata, dott. Potito Salatto, dell’omonimo gruppo, professionista gestore di diverse case di cure private in Capitanata, nonchè a Manfredonia (Casa di Cura San Michele), in seguito alla passata revoca dell’autorizzazione sanitaria, nelle precedenti branche specialistiche (attuali: lungadegenza e geriatria). La nota è del 9 maggio 2012 inviata alla CGIL dott.ssa Francesca Tavano, alla CISL dott. Giovanni D’Alessandro, alla UIL dott. Luigi Giorgione, alla UGL dott. Gabriele Taranto e p.c. al prefetto di Foggia, dott. Franceso Monteleone, al Presidente del Tribunale, al Direttore Generale della ASL ing. Manfrini.


Qui Casa di cura San Michele.
In una nota inviata al personale della Casa di Cura San Michele di Manfredonia, la Daunia Medica Spa (della quale il dr. Salatto è co-amministratore) informava già il 17 aprile 2012 che “il permanere di uno stato di deficit di liquidità dovuto ai tardivi pagamenti da parte dell’Asl Foggia e alla strumentale opposizione giudiziaria per la riscossione dei crediti degli anni precedenti”, nonché: il mancato riconoscimento della fascia B nonostante la pianta organica ad essa parametrata, oltre alle “ingiunzioni di pagamenti notificate dai fornitori” e “il basso tasso di occupazione dei posti letto” e il “gravare di onerosi interessi bancari raddoppiati rispetto all’anno precedente” aveva reso necessaria l’erogazione degli stipendi di marzo entro il 4 maggio 2012.


La nota del presidente dell’Aiop.
“La volontà della Regione è stipulare i nuovi contratti (da tempo scaduti) e pagare velocemente i fornitori, anche con transazioni. Il nuovo Direttore Generale della ASL di Foggia si è impegnato e si impegna a pagare anche gli arretrati. I tecnici (?) non “muovono le carte” (fatto salvo per alcuni). Perché? – si chiede il Presidente provinciale AIOP – Esistono delle priorità nella crisi a vantaggio della trasparenza? Chi è il reale “capo” della Tecnocrazia?”

“Chiediamo alle Organizzazioni Sindacali di difendere anche i dipendenti delle strutture sanitarie private. Non ci suicideremo. L’unica nostra sicurezza sarà ricorrere alla Magistratura penale e a quella civile per i danni. E che dire dei ritardi autorizzativi con conseguenti accreditamenti che hanno colpito i soliti noti?”.

“Si continuerà così?”.

“Si sono fatti ulteriori controlli per autotutela come fu per alcuni? Le Case di Cura desiderano solo equità, trasparenza e giustizia. Abbiamo appreso che alcuni agivano senza le necessarie autorizzazioni. Non si riesce ad ottenere il dovuto anche dopo sentenze civili e dispositivi della giustizia amministrativa”.

La Regione paga la ASL, ma la ASL non paga le strutture private ospedaliere pur avendone i mezzi e nonostante siano stati effettuati i controlli dovuti: Mancano i saldi 2011, nessun acconto per il 2012, nessun tetto di spesa, nessun raccordo con la rappresentanza ufficiale dell’associazione più rappresentativa datoriale AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata). Le Case di Cura private pagano dipendenti, contributi, fornitori, tasse e banche che senza contratto non sono disponibili ad ulteriori anticipazioni”.

“Per quanto sopra rappresentato, il Gruppo Salatto dichiara dunque lo stato di crisi aziendale con immediata sospensione degli stipendi, lì dove necessario, sino all’ottenimento dei suoi diritti per salvare le aziende del Gruppo medesimo”.

Redazione Stato, gdf@riproduzione riservata

3 commenti su "Gruppo Salatto, “stato di crisi aziendale, sospesi gli stipendi”"

  1. gli altri imprenditori onesti si suicidano per paura di far mancare lo stipendio ai propri dipendenti, invece questo imprenditore la prima cosa che fa taglia gli stpendi…

  2. Siamo alle solite non ottiene quello che vuole è subito passa alle minacce convocando sindacalisti che hanno avuto un ruolo determinante nella riapertura della clinica San Michele anche se i risultati non sono proprio soddisfacenti (8 licenziati).Gli stessi sindacati che non sono intervenuti quando Stato pubblico un articolo nella quale si riferiva che tecnici, infermieri, medici e ausiliari svolgevano compiti di portieri-centralinisti (lo stesso Salatto licenziò personale addetto a questo compito affermando che detto servizio era stato soppresso).Ora detto servizio viene svolto da una tecnica di laboratorio e 2 persone impiegate a progetto una delle quali parente della consulente che era già presente in clinica prima della chiusura e che avrebbe avuto un ruolo (?) nella stessa struttura x l’accreditamento definitivo e tutti sanno con quale risultato.

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