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Pesca, sospensione rate mutui. Gatta: approvato OdG, soddisfatto

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
14 Febbraio 2012
Manfredonia //

Il consigliere regionale del Pdl Giandiego Gatta (St)
Il consigliere regionale del Pdl Giandiego Gatta (St)
Bari/Manfredonia – ‘ATTIVITA’ pesca in Puglia’: dopo l’anteprima di ieri, approvato l’Ordine del giorno, su proposta del consigliere regionale Giandiego Gatta, con particolare richiesta all’ABI – dopo sollecitazioni della Giunta regionale – di sottoscrivere un Accordo, come quello già stipulato nel 2009 con il piano famiglia, per poter sospendere il rimborso delle operazioni di mutuo per un tempo di 12 mesi, nei confronti dei pescatori. Si fa riferimento a crediti richiesti agli istituti bancari per “l’acquisto e/o il miglioramento degli attrezzi di pesca e/o strumenti per il lavoro quotidiano”. L’ordine del giorno, dopo la proposta iniziale, è stato approvato congiuntamente dai consiglieri Gatta e Franco Ognissanti (Pd).

PROBLEMATICHE COMPARTIMENTO MARITTIMO DI MANFREDONIA. QUI PESCATORI: DALLA SPERIMENTAZIONE DELLE NUOVE RETI PER IL ROSSETTO E BIANCHETTO AI FONDI PEP PER I PROGETTI PILOTA, COMPRESO PIANI AUTOGESTIONE

FONDI PER PROGETTI PILOTA: NOMI SOCIETA’ BENEFICIARIE, COMPRESI PIANI AUTOGESTIONE BIANCHETTO E ROSSETTO

L’ordine del giorno. “La Comunità Europea con Reg. CE 1967/2006 ha diramato nuove disposizioni inerenti le attività di pesca costiera, segnatamente con nuove norme in materia di regolamentazione degli attrezzi e dell’attività di pesca nel Mediterraneo – dice nel testo il consigliere regionale G.Gatta – con D.Lgs. 9 gennaio 2012, n. 4 (Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura (…)) si è provveduto al riordino, al coordinamento ed all’integrazione della normativa nazionale in materia di pesca ed acquacoltura, fatte salve le competenze regionali, per dare corretta attuazione ai criteri ed agli obiettivi previsti dal regolamento (CE) n. 1198/2006 del Consiglio, del 27 luglio 2006, nonche’ dal regolamento (CE) n.1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata“.

“La marineria pugliese conta svariate decine di migliaia di lavoratori del settore, tra impiegati diretti e dell’indotto – continua il consigliere Gatta nell’Ordine del Giorno, approvato stamane durante la seduta di giunta regionale – in particolar modo, tra le più colpite in questo periodo, è la marineria del Golfo di Manfredonia, tra quelle con il maggior numero di natanti adibiti alla pesca del “bianchetto” e del “rossetto” dell’intero Adriatico, a cui è inibita la pesca perché la fase concessoria da parte del Ministero è ancora “in itinere”, a differenza di quella della Toscana e della Liguria, già definita”.

I pescatori di Manfredonia Domenico Tattilo, Matteo D'Errico, Michele Conoscitore (ST)
“A causa della crisi economica globale i costi del carburante sono lievitati tanto che il costo/beneficio per chi è dedito alla pesca è totalmente negativo, specialmente nel periodo invernale, e se a ciò si aggiungono le ristrettività del nuovo Decreto legislativo, i pescatori saranno costretti a lasciare le barche all’ormeggio”.


Pertanto, “considerato che la pesca nel Golfo di Manfredonia e nell’Adriatico in genere, per la particolarità dei fondali, dell’habitat e di altri fattori legati alla natura dello stesso, è diversa da quella che si effettua nel Tirreno, nel Mediterraneo in genere e nell’Atlantico; il problema immediato è creare oggi una prospettiva reddituale per gli operatori della pesca, per i quali la cattura di talune specie è, soprattutto nel periodo invernale, unica fonte di sostentamento; ad oggi, sia gli operatori della pesca che quelli dell’indotto hanno molta difficoltà a far fronte ai crediti vantati nei loro confronti dalle banche per mutui concessi per l’acquisto e/o il miglioramento degli attrezzi di pesca e/o strumenti per il lavoro quotidiano”.

Da qui “ritenuto che nell’immediato bisogna, dunque, urgentemente rapportarsi con gli organismi tecnici del Ministero delle Politiche Agricole e della Commissione Europea per ottenere una deroga corrispondente alle particolari caratteristiche del golfo di Manfredonia e del litorale pugliese per cercare di modificare il citato Decreto legislativo n° 4/2012; rilevato che, nelle more della eventuale ed auspicata deroga, è necessario attivare ogni misura di sostegno ed accompagnamento ai pescatori economicamente danneggiati dall’introduzione delle disposizioni comunitarie”, il consigliere regionale Gatta ha dunque impegnato il presidente della Giunta Vendola, l’assessore all’agricoltura e pesca Stefàno e l’assessore alla solidarietà dr.ssa E.Gentile “ad attivarsi per intraprendere iniziative a sostegno del reddito dei lavoratori della pesca e del suo indotto” e dunque “chiedere all’ABI (Associazione bancaria italiana) di sottoscrivere un Accordo, come quello già stipulato nel 2009 con il piano famiglia, per poter sospendere il rimborso delle operazioni di mutuo per un tempo di 12 mesi, nei confronti di queste famiglie”.

Infine, nell’Odg il consigliere Gatta ha chiesto ai destinatari indicati di “far proprie le indicazioni del mondo della pesca pugliese e dell’intero Adriatico, per elaborare una propria proposta da sottoporre al Governo ed all’Organo comunitario” e “ad attivare quanto prima tutte le misure necessarie ad attingere al Fondo Europeo per la Pesca, in parte gestito direttamente dalla Regione Puglia tramite il PO 2007 – 2013 per gestire l’assegnazione ai pescatori di fondi ormai assolutamente indispensabili alla loro sopravvivenza”.

“Sono estremamente soddisfatto per l’approvazione di questo Ordine del giorno – ha detto il consigliere regionale Gatta a Stato, a pochi minuti dall’approvato del provvedimento – si tratta di un primo segnale importante per il futuro del compartimento marittimo di Manfredonia. Attendiamo ora i prossimi sviluppi”. “La crisi che attanaglia da mesi il comparto della pesca in Puglia e, in particolare, la marineria del Golfo di Manfredonia, deve diventare una priorità per il Governo regionale – ha continuato l’avv. sipontino – Oggi l’intero Consiglio, approvando all’unanimità l’ordine del giorno di cui sono primo firmatario, ha dato mandato al Presidente Vendola di rappresentare le difficoltà, tutelare i diritti e difendere le legittime istanze dei pescatori rispetto al Governo nazionale e alla Comunità europea, anche tramite un accordo con l’Abi che sospenda il rimborso delle operazioni di mutuo per almeno 12 mesi”.

g.defilippo@statoquotidiano.it


VIDEO – I PESCATORI ULTIMANO LE RETI PER LA SPERIMENTAZIONE DELLE NUOVE ATTIVITA’ DI PESCA DEL ROSSETTO E DEL BIANCHETTO

3 commenti su "Pesca, sospensione rate mutui. Gatta: approvato OdG, soddisfatto"

  1. ma l’assesore angerilis dove,,,,,,, nn pensa ai broblemi dei nosrti pescatori, vergognateviiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

  2. MANIFESTAZIONE DEI MOVIMENTI AUTONOMI REGIONALI DELLA PESCA COSTIERA
    I Movimenti Regionali che prendono origine dalle manifestazioni Siciliane del 16 Gennaio 2012 del Movimento “Onda Anomala” hanno comunicato ad ANAPI Pesca, affidandogliene il coordinamento e la stesura del Documento Unitario, che il 28 febbraio prossimo si sono dati appuntamento per una Manifestazione a Roma per presentare al Presidente del Consiglio le loro proposte motivate per la soluzione della Crisi del Settore.
    Una rappresentanza unitaria dei Movimenti chiederà di essere ricevuta a Palazzo Chigi, per ottenere dal Presidente del Consiglio un documento programmatico per la soluzione della crisi che risponda ai punti evidenziati sul Documento Unitario dei manifestanti che di seguito pubblichiamo :

    MANIFESTO
    “Crisi di Settore della Pesca Italiana”

    Cause principali della crisi :

    1. l’applicazione del Regolamento CE “Mediterraneo” n° 1967/2006 e la scadenza delle deroghe in esso contenute, al 31 maggio 2010 per la “distanza dalla costa – maglie minime – taglie minime e pesche speciali (vedi bianchetto su tutte)”, non commisurato alla caratteristica e alle tradizioni della Pesca Costiera Italiana;
    2. l’applicazione del Regolamento CE sui controlli n° 1224/2009 con il Regolamento CE 404/2011 a partire dal 1 gennaio 2012 su :- “Licenza a punti – marcatura degli attrezzi da pesca – installazione di apparati di controllo Blue Box e dell’obbligo del giornale elettronico di bordo alle unità da pesca di L.F.T. lunghezza fuori tutto, comprese tra metri 12 e 15- inapplicabile ad imbarcazioni gestite da imprese a carattere familiare;
    3. le nuove norme in materia di commercializzazione e tracciabilità dei prodotti della pesca di cui al D.M. 10/11/2011 applicate con decreto del Direttore Gen.le Pesca del MiPAAF n° 155 del 28 dicembre 2011che presentano eccessi di dinamiche documentali inapplicabili;
    4. il costo del gasolio che sta ritornando ai massimi toccati nel 2008 – circa euro 1/litro, per motivi che appaiono solo speculativi e che per molte imprese di pesca – lo strascico su tutte – ma anche per i Palangari d’altura e la Circuizione/lampare, costituisce, da solo, circa il 50/60% dei costi di gestione;
    5. Le ultime Raccomandazioni dell’ ICCAT, la commissione internazionale sui tonnidi e grandi pelagici n° 09/04 del 2009 e 11/03 del novembre scorso hanno, dal 2008, fermato la cattura al pesce spada mediterraneo nei mesi di ottobre e novembre di ogni anno. Inoltre prevedono dal 2012 un altro mese di stop alla cattura con un – piano di gestione della risorsa nel 2013 e l’introduzione delle TAC (quote) anche per i Palangari Derivanti, normativa inapplicabile con equità a 7600 palangari . Per salvaguardare i giovanili sarebbe stato meglio intervenire sull’attrezzo palangaro per le alalunghe piuttosto che interdire la pesca a tutti ;
    6. La questione legata al Tonno rosso mediterraneo:- regime delle quote (TAC) fallimentare riduzione annuale delle tac ed esclusione di molti nostri Palangari dalle quote, hanno creato ulteriore disagio socio economico alla flotta da pesca nonostante i recenti studi che dimostrano la stanzialità e l’aumento dello stock mediterraneo ;
    7. Le ultime, inconsulte vicende legate alla Ferrettara – piccola rete derivante – che hanno prodotto il decreto 1 luglio 2011 – per ben due volte sospeso dal TAR Lazio su impugnativa dei pescatori – ed il decreto 21 settembre 2011 – anch’esso impugnato dai pescatori poiché illogico e soprattutto penalizzante per le marinerie del Mezzogiorno;
    8. Le “ Disattenzioni e i Ritardi” della DG Pesca del Mipaaf che hanno costretto la Commissione Europea a sospendere la pesca del Bianchetto e di altre Pesche Speciali.
    9. La legge di stabilità che ha abbassato lo sgravio contributivo della legge 30/98 e che dal primo gennaio 2012, causerà l’aumento dei contributi che dallo sgravio dell’ 80% passeranno al 60% per tutto il 2012, per poi attestarsi al 70% nel 2013, incomprensibile manovra di valore irrisorio per le casse dello Stato ma che espone lo Stesso Stato al rischio di ben maggiori esborsi a carattere assistenziale ;
    10. I tempi e i costi della Burocrazia del settore – il rapporto, molto spesso conflittuale con le Autorità preposte alle gestione del settore: AM, autorità Marittime – Autorità di Controllo in genere – Autorità sanitarie -. che spesso hanno modi e metodi non coordinati e differenti nell’applicazione di norme che dovrebbero essere comuni, senza commento;
    11. I ritardi delle Amministrazioni Regionali (molto spesso legati a problematiche Ministeriali e Comunitarie) in materia di Bandi FEP:- vedi mis. 1.3 Ammodernamento, unica misura che avrebbe un senso ai fini della tutela dell’ambiente e dei costi di impresa;
    12. Una pesca illegale non identificata da una precisa normativa che la rende incontrollabile e difficilmente perseguibile la cui pratica, indisturbata per i pescatori di frodo, viene invece addebitata solo a chi pratica la pesca professionale, perché identificabile, creando discredito alla categoria.

    PERTANTO

    Premesso che l’ordinamento statutario autonomo di alcune Regioni Italiane, permette loro di dotarsi di leggi ad hoc per la regolamentazione della pesca nell’ambito delle acque territoriali (miglia 12);

    Premesso pure che la modifica del titolo V della carta Costituzionale, ha di fatto, decentralizzato la gestione di molte competenze, demandandole alle Regioni.

    PROPONIAMO

    di attuare nel più breve tempo possibile il passaggio delle competenze sulla gestione delle licenze di pesca per la pesca costiera dal Ministero delle Politiche Agricole alle Regioni;

    di portare a 25 miglia dalla costa il limite delle acque internazionali;

    ciò significa

    Eliminare il potere degli interessi speculativi, anche internazionali, che incuranti delle piccole realtà sociali ed economiche della Pesca Costiera Italiana hanno sinora influenzato le Politiche Comunitarie della Pesca Mediterranea.

    Gettare le basi per le necessarie modifiche ai Regolamenti Comunitari, alcune di possibile immediata attuazione rispetto ai tempi della Comunità Europea, per renderli applicabili nella realtà mediterranea e nel rispetto delle peculiarità della tradizione della Pesca Costiera Italiana.

    In particolare ottenendo:

    il monitoraggio e la regolamentazione trasparente sia delle licenze che dello sforzo di pesca locale che riduce le pratiche illegali;

    la verifica costante, in tempo reale, dell’impatto – attrezzo/sforzo di pesca e specie bersaglio –, magari delegando i Co.Ge.PA di cui alla misura FEP 3.1 ad effettuare i controlli responsabilizzando così i Pescatori stessi ;

    una gestione della risorsa ittica più oculata, tracciabile e attenta alla sostenibilità sociale ed ambientale;

    Chi meglio delle Regioni saprebbe coniugare, anche nell’ambito della Politica Comunitaria Pesca, la gestione delle risorse acquatiche del proprio territorio con l’aspetto occupazionale sociale ed economico delle attività di mare, da sempre legate agli usi e alle consuetudini locali?

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