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Fascismo. Conti ancora aperti? I continui ritorni e la storia che non passa

AUTORE:
Paolo Cascavilla
PUBBLICATO IL:
2 Maggio 2021
Manfredonia //

Ci sono Comuni che chiedono la revoca della cittadinanza onoraria data a Benito Mussolini. Ancora in questi giorni. Dopo settanta anni.

Una cittadinanza al capo del governo, al capo del fascismo, data, pare, su sollecitazione dall’alto è qualcosa di insensato e ridicolo. Si dice che in quasi tutti i comuni sia stata concessa. Una bulimia. Aveva già monumenti, scritte sui muri, volti e bassorilievi, dappertutto. La cittadinanza: un atto di storia locale che racconta il “regime”, ormai svuotato di senso dalla caduta del fascismo e di Mussolini. La revoca che valore può avere? Perché questo bisogno di affermare l’antifascismo, questa demarcazione continua degli spazi?

Il dopoguerra è stato diverso al Sud e al Nord. Nel Meridione salvo pochi casi (Napoli) non ci sono stati eventi traumatici. Del resto c’erano gli alleati. Sono scomparsi alcuni segni esteriori. A Manfredonia altri cambiamenti sono avvenuti negli anni sessanta. Come l’edificio scolastico intitolato a Costanzo Ciano (poi Francesco De Sanctis) o via Principe Umberto. Per quest’ultimo ci fu un vivace dibattito in consiglio comunale tra l’unico consigliere monarchico e il gruppo del partito comunista. Ora è via delle Antiche Mura. Una denominazione quest’ultima maturata dall’attenzione verso il centro storico, i torrioni, il castello (donato allo Stato), la novità delle Stele Daunie. Ci sono altre cose che sono state dimenticate e trascurate: il confino delle Tremiti, dove c’era una biblioteca dei reclusi, arredi, il cimitero dove erano sepolti gli anarchici… E poi il campo di concentramento a Manfredonia. Una lapide è stata posta solo qualche anno fa.

Infermiere epoca fascismo (Ph: nelmovimento@)
Infermiere epoca fascismo (Ph: nelmovimento@)

Ci sono ancora segni del ventennio. Si vedono fasci sui tombini dell’acquedotto a Manfredonia e Monte S. Angelo e su alcuni edifici. Li sostituiamo? O abbiamo paura di dire che l’acquedotto pugliese è una realizzazione di quel periodo? O vorremmo che non fosse avvenuta? Ci sono i villaggi rurali, le case cantoniere, le opere di bonifica…

“Mussolini progettò la bonifica pontina e riuscì a far crescere il grano dove c’erano paludi e malaria. Fu una grande opera, sarebbe disonesto negarlo. Ricordo che il mio amico Treves era preoccupato. Sandro, mi diceva, se questo continua così siamo fregati”, questa riflessione di Sandro Pertini, è inquietante e indica la difficoltà degli oppositori di fronte a un totalitarismo di massa.

La Bonifica integrale diventò legge con il fascismo e in Capitanata ci provò prima il Consorzio di bonifica con un piano che prevedeva 103 nuovi centri tra cui 5 nuovi comuni. Ma l’opposizione degli agrari fu aspra e aggressiva… Furono creati i borghi di Siponto (tutti gli edifici esistenti sono stati costruiti allora, compreso l’alzabandiera), Tavernola e La Serpe (poi Mezzanone), dove alle famiglie furono assegnati 4 ettari comprati da una Opera Pia, senza intaccare il latifondo. Mussolini, in visita in Capitanata, rimase deluso e nel discorso a Foggia disse che dopo l’agro pontino si sarebbe pensato a Foggia.

Segezia - Chiesa dell'Immacolata di Fatima e campanile. Il campanile a pianta quadrata sorge sul grande sagrato della chiesa, come corpo a se stante, è costituito da nove piani a loggiato e termina con una cuspide conica coperta di maioliche. Arch. Concezio Petrucci foto GIANNI PORCELLINI - ARTEFASCISTA
Segezia – Chiesa dell’Immacolata di Fatima e campanile.
Il campanile a pianta quadrata sorge sul grande sagrato della chiesa, come corpo a se stante,
è costituito da nove piani a loggiato e termina con una cuspide conica coperta di maioliche.
Arch. Concezio Petrucci
foto GIANNI PORCELLINI – ARTEFASCISTA

Si rallentò per l’impresa etiopica e la proclamazione dell’impero. Nel 1938 Araldo Di Crollalanza, presidente Opera Nazionale Combattenti, e l’architetto Concezio Petrucci predisposero il piano di urbanizzazione della bonifica nel Tavoliere con l’esproprio di ca 30.000 ettari e l’assegnazione a 1384 famiglie di poderi da 15 a 30 ettari, con due borghi (Cervaro e Giardinetto) e due comuni rurali (Segezia e Incoronata). Un terzo, Daunilia, doveva sorgere sulla strada Foggia – Manfredonia.

I borghi sono di grande interesse (Segezia in particolare), storico e architettonico, e meritano di essere salvaguardati e visitati.

Ma i conti veri con il fascismo restano purtroppo aperti, e non siamo stati purtroppo “brava gente”. Le folle deliranti all’impresa d’Etiopia, alle leggi sulla razza, all’ingresso in guerra erano impressionanti. Il consenso c’era in tutti i ceti e classi sociali. In Italia 45 milioni di fascisti diventano 45 milioni di antifascisti (Winston Churchill). Un’immagine che è rimasta e che ha avuto echi anche durante la pandemia. Alla richiesta di lockdwon, nel Regno Unito, nella prima ondata, Boris Johnson rispose: “Noi inglesi siamo amanti della libertà”. E pensava a Churchill. Ha dovuto rispondere Sergio Mattarella.

A cura di Paolo Cascavila, fonte: futuriparalleli.it

7 commenti su "Fascismo. Conti ancora aperti? I continui ritorni e la storia che non passa"

  1. Certi articoli fanno venire in mente la poetica di Marino: “è del poeta il fin la meraviglia…”

  2. Se ci fosse ancora il GRANDE BENITO MUSSOLINI, sicuramente avrebbe risolto il problema del Covid in Italia in un paio di mesi!
    Credere, Obbedire e Combattere!

  3. Tra certe cose dette nell’articolo (la bonifica dell’Agro Pontino viene messa totalmente in ombra per la caterva di schifezze perpetrate dal porco appeso) e il tenore di alcuni commenti sotto al suddetto articolo, possiamo capire benissimo perché l’Italia, a livello di mentalità, viva ancora nel Medioevo, con tutto il rispetto per il Medioevo che, a differenza di ciò che si crede, fu un’epoca forse ben più illuminata della nostra.
    Per citare il titolo del famoso quadro di Goya: “Il sonno della ragione genera mostri”

  4. D’accordo con le considerazioni di Nicola Zitara.

    “Il sonno della ragione genera mostri”.

    Dopo aver letto l’articolo del prof. Cascavilla, temevo che vi sarebbero stati dei commenti fuori luogo.

    Oggi possiamo cercare di cambiare qualcosa, anche se spesso non si vede una concreta possibilità di ricambio. La (cattiva) politica ha occupato e occupa tutti gli spazi, a detrimento della competenze e del merito. Ed è sempre più difficile trovare delle vie di uscita da questa palude. Tuttavia, possiamo ancora sperare in qualche miglioramento, modificando, per esempio, le leggi elettorali per l’elezione dei parlamentari e dei consigli comunali.

    Oggi, possiamo cercare di farlo. Durante il regime fascista il silenzo era d’obbligo. Ma il ‘consenso’ era spesso solo apparente. Non tutti erano davvero consenzienti. Infatti, circolavano migliaia di barzellette sui gerarchi e sul Duce.

    Si spiega così, almeno in parte, quello che avvenne anche dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943. Ma va detto che il fatto di salire sul carro dei vincitori si spiega anche con la natura umana e in particolare con il nostro opportunismo, dovuto a secoli di asservimento ai potenti, stranieri e nazionali. Bisogna fare i conti anche con questo aspetto della storia del passato e riconoscerlo: FRANZA O SPAGNA purché se magna.

    Bisogna fare i conti con il passato: è troppo comodo dire: “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato, ha dato: scordiamoci del passato…”

    Ma a questo punto il discorso ci porterebbe troppo lontano.

    Meglio non parlare di politica quando non si è disposti ad apprendere dalla storia.

  5. Non entro nel merito.. ma difascismo, almeno di una parte di esso (squadrismo virtuale e forse anche materiale) si pratica attualmente contro di chi esprime una idea libera.

  6. @Elettore schifato dalla politica:

    Se per “idea libera” intende dire “fake news komplottare senza arte, né parte”, allora lo “squadrismo”, come lo definisce lei, che altri non è che lo sbugiardamento delle suddette minchiate con dati oggettivi alla mano, è cosa buona e giusta.
    Un conto è la sacrosanta libertà di pensiero, garantita dai principi della democrazia, un altro è voler far passare bufale fatte e finite, molto spesso pericolose per la propria e l’altrui incolumità, vedasi le cavolate sui vaccini, per verità assoluta, rovescio della medaglia dell’eccesso di democrazia

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