Edizione n° 5350

BALLON D'ESSAI

DUALISMO // Il Papa si scusa sui seminaristi gay: “Non volevo offendere”
28 Maggio 2024 - ore  20:21

CALEMBOUR

SENTENZA // TAR Puglia: Ministero dell’Ambiente condannato per inerzia sul Parco Eolico Marino Gargano Sud
29 Maggio 2024 - ore  01:38

Iscriviti al canale Whatsapp

Foggia

Manfredonia

Cronaca

Politica

Sport

Eventi

San Severo

Cerignola

Il “ragazzino” contro il sistema

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
22 Settembre 2010
Editoriali //

Uccisione Livatino, Zecchin (moglie)
Uccisione Livatino, Zecchin (moglie - da r.l.blog)
Foggia – “QUANDO moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”. Rosario Livatino, quando vent’anni fa veniva ucciso dalla mafia, aveva 38 anni. Nando dalla Chiesa, in un libro, l’ha definito “il giudice ragazzino”, riprendendo le identiche parole, usate qualche tempo prima, con sdegno, da Francesco Cossiga. Karol Wojtyla, un “martire per la giustizia”. Paolo Borsellino lo anteponeva, nel pantheon della legalità, ad ogni magistrato; lo esaltava come l’icona antitetica rispetto al malaffare, in quegli anni rappresentato da una politica imberbe, collusa ed a tratti addirittura confusa con la malavita organizzata. Era, quella, l’epoca melmosa del cambio di sistema, della “normalizzazione” democratica: scosse di assestamento che, dopo il terremoto degli anni di piombo, del 1977, del 1985, erano celate con boati di rumore assordanti. Era il tempo in cui tutti ammettevano gli errori delle rispettive ideologie, finendo per fare il gioco dei vuoti di pensiero, della massificazione iper liberista. Eldorado per la malavita. Un turbine volontario per lasciare che la polvere delle stragi di Stato venisse tacitamente occultata sotto il tappeto lercio della ragion di Stato. Ed amen.

Livatino_Rosario (giudice)
Livatino_Rosario (giudice)
Una figura come quella di Rosario Livatino dovrebbe gloriare l’intera nazione. Più forti, invece, sono in questi giorni gli atti di un sindaco vichingo che schiaffeggia lo Stato brandendo stelle delle Alpi; più forte la scomparsa di una comica malconcia; nettamente più forti gli echi del gossip politico. Per non parlare delle celebrazioni urticanti e delle fanfare fanfaroniche messe su per festeggiare l’anniversario di una nazione che nazione non lo è mai stata, così indaffarata nei suoi particolarismi. Voci, suoni, rumori che già mettono a tacere solo l’ultimo degli “sgarri” perpetuato dallo Stato nello Stato ai danni di chi, con le azioni concrete e non eclatanti, sceglie di non stare al gioco. Già si è spenta la luce su Angelo Vassallo, un cognome che ne tradisce la vocazione, relegato in bieche, periferiche ed insulse commemorazioni funebri, quando, al contrario, ci sarebbe da far festa al solo pronunciarne il nome.

Ecco, i nomi. Ne scriveva Michele Serra su La Repubblica proprio qualche giorno dopo l’uccisione del Sindaco di Pollica: i nomi sono importanti, il concetto. Non cambieranno il mondo, certo. Ma il loro perpetuarsi terrà in vita le idee di chi quel nome lo aveva ricevuto come un dono naturale. Ed allora, vent’anni dopo, forse converrebbe tornare a scandirlo il nome di Rosario Livatino. Ricordandolo come l’iniziatore di Tangentopoli in Sicilia, il “ragazzino” capace di scompaginare un sistema consolidato ed incancrenito, come colui che, primo fra tutti, capì che per colpire le mafie, tutte le mafie, c’è da svuotarne le casse. Tranciarne connessioni politiche e finanziamenti.

Che viva, allora Livatino. Rosario Livatino. Che viva in quella caparbia volontà intrisa di sogni e fede di confiscare i beni a chi usava la terra – bella e maledetta come tutta la terra del mondo, così amica e così pretenziosa di cure specie dove l’acqua scarseggia – per riproduzione di tutti i mali del mondo. Come forma di predominanza dell’uomo sull’uomo. Peggio, del ricco sul non abbiente. Non era un politico, Rosario Livatino. Ma la sua idea era quanto di più politicamente efficace ci fosse.

2 commenti su "Il “ragazzino” contro il sistema"

  1. Come vittima di mafia (ndrangheta in Lombardia), ho dedicato questo nuovo web (ne esistono molti… spero che un giorno ve ne siano milioni di web dedicati a Rosario Livatino) … il contenuto è molto duro, primariamente nella mia interpretazione delle massonerie che attualmente governarno le carriere dei magistrati, che furono i principali mandanti del barbaro assassinio del giudice Rosario Livatino.

Lascia un commento

“Il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni.” Sir Winston Leonard Spencer Churchill

Anonimo

StatoQuotidiano sei tu!

StatoQuotidiano, fondato nell'ottobre 2009, si basa sul principio cardine della libertà d'informazione, sancita dall'art. 21 della Costituzione.

Il giornale si impegna ad ascoltare la comunità e a fornire informazione gratuita, senza sostegno di classi politiche o sociali.

Ai lettori che ci seguono e si sentono parte di questo progetto, chiediamo un contributo simbolico, per garantire quella qualità che ci ha sempre contraddistinto!

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce, articoli, video, foto, richieste, annunci ed altro.

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce o disservizi.

Compila il modulo con i tuoi dati per promuovere la tua attività locale, pubblicizzare un evento o per proposte di collaborazione.

Nessun campo trovato.