A cura di Franco Rinaldi
Alcuni giorni fa, mi ha rattristato profondamente la notizia della morte di Lina Fiale. Sapevo, che da molto tempo, dopo il delicato intervento chirurgico al quale era stata sottoposta presso l’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di S.Giovanni Rotondo, non stava più bene. Lina è stata nel corso della sua vita prima di tutto una moglie e una mamma encomiabile. Dopo la perdita del marito Tonino Iacoviello, avvenuta anni fa, al quale era molto legata, ha continuato a dedicarsi e a sostenere con grande amore i suoi cinque figli e ad assistere suo fratello Peppino. Nata a Manfredonia il 22 ottobre 1941, sin dalle prime esperienze scolastiche ha evidenziato una inconsueta sensibilità d’animo e grandi attitudini nel campo artistico culturale, tanto da conseguire nel tempo vari riconoscimenti anche a livello nazionale. Poetessa, attrice, pittrice, disegnatrice, ricamatrice, appassionata nelle ricerche del vernacolo, modista dalla raffinata creatività, costumista e autrice di lavori teatrali, di canti in dialetto manfredoniano e in lingua, alcuni dei quali dedicati alla Madonna di Siponto. Per quanto concerne la sua passione di design di moda e per i costumi, Lina mi riferiva che anni fa era stata contattata da una famosa casa di moda di Roma, e che aveva rinunciato a quella allettante attività per dedicarsi esclusivamente alla sua amata famiglia. Numerose sono state le sue performance in spettacoli dalla stessa organizzati in loco, in teatri, nelle piazze e nelle scuole, dove Lina si è cimentata in qualità di attrice e dove nel contempo sono state recitate le sue liriche e cantate le sue canzoni. Verso la fine degli anni ’90, insieme ad un gruppo di bravi attori e attrici sipontini, fondammo la “Compagnia Teatro e Canto Popolare Città di Manfredonia” nella quale Lina ebbe il ruolo di attrice e autrice dei testi rappresentati.
Nella stessa Compagnia teatrale, nella quale recitavano: Lello Castriotta, Angela Vispo, Tonino Lurdo, Tonia Trimigno, Michele Ognissanti, Carmela Castrignano, Michelino Catalano, Lella Ognissanti, Michela Borgia, Katia Tomaiuolo, Giuseppe Borgia, Pasquale Totaro ed altri attori e musicisti, Lina tenne in seguito anche l’incarico di Presidente, sostituendo nella carica Michel Piemontese. Tra gli spettacoli di successo allestiti con la Compagnia Teatrale Teatro e Canto Popolare voglio ricordare: “A Jire”, una rappresentazione di storia, tradizioni e canti popolari che tenemmo la prima volta sulla banchina del Molo di Ponente e poi in largo Diomede, alla presenza di migliaia di spettatori. Spettacolo successivamente, replicato al Teatro Ariston e al Piccolo di Foggia. Lina, partecipò altresì in qualità poetessa all’allestimento di serate di poesie in vernacolo e in lingua organizzate dal prof. Lorenzo Prencipe e da Michele Racioppa con la collaborazione dallo scrivente. Nello spettacolo teatrale intitolato “A Madònne de Sepònde” (dedicato alla Madonna di Siponto), rappresentato in loco in Piazza Duomo e presso l’atrio della scuola elementare Croce, Lina inserì alcuni suoi scritti e canzoni dediti alla Vergine di Siponto. Nello stesso spettacolo furono recitate composizioni ed eseguiti canti popolari del prof. Lorenzo Prencipe e di Franco Rinaldi, dedicati alla Madonna di Siponto. Nel campo letterario la nostra poetessa conseguì numerosi premi e attestati dei quali ricordiamo: 1° Premio “Idea, Moda Maglia” a cura del mensile “Rakam”, Rusconi Editore; 2° Premio nel concorso di poesia e cultura “Re Manfredi” a cura dell’ANCIS di Manfredonia . Tra le sue bellissime pubblicazioni letterarie di poesie in vernacolo e in lingua: “Se t’accorgi” Ed. Del Golfo – 1995; “Jinda sta terre ca sime nete” –Ed. Del Golfo – 1996. Mi piace ricordare, l’introduzione di un suo scritto citato nella prefazione della sua pubblicazione “Se t’accorgi”, che così recita: “Nella poesia sono entrata in punta di piedi. L’Ho accarezzata e coccolata come una mamma fa con il suo figliolo”. In suo ricordo, ho voluto recitare in un video clip una delle sue più belle liriche intitolata: “Se t’accorgi”, che Lina dedicò ai suoi figli.
Quando muore un’artista di talento è come se un pezzo della sua Città scompare per sempre. Restano i ricordi, gli affetti indelebili dei familiari, e ai posteri, resta eterna e tramandata la sua attività artistica.
A cura di Franco Rinaldi, cultore di storia e tradizioni popolari di Manfredonia