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Elezioni regionali, Vescovi pugliesi indicano le 6 priorità

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
13 Giugno 2020
Manfredonia //

In vista delle elezioni della nuova Consigliatura regionale, la Commissione regionale per i problemi sociali e il lavoro, giustizia, pace e custodia del creato della Conferenza Episcopale Pugliese – presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Taranto, Mons. Filippo Santoro – ha preparato una Nota dal titolo “La Puglia che speriamo: dallo ‘stare al balcone’ all’impegno per il bene comune”.

Si tratta di un testo, pubblicato in data 13 giugno, nel quale i vescovi della Puglia offrono seri spunti per un discernimento sull’attuale situazione socio-economica della nostra regione, perché tutti possano – si legge nel documento – “giungere più consapevoli a questo importante momento per la nostra democrazia”.

Partendo dalla esperienza che stiamo vivendo, nel comunicato stampa che accompagna la Nota si legge: “La crisi sanitaria mondiale ci sta insegnando che non siamo invulnerabili, ma siamo fragili di fronte agli attacchi di un virus sconosciuto. Siamo passati dalla minimizzazione del pericolo, al dolore, alla paura per la gravità del momento che suscita seri interrogativi sul valore della nostra vita e sul futuro della nostra esistenza personale e sociale. Quello che con certezza abbiamo compreso è che non siamo onnipotenti: la scienza e il progresso tecnologico, pur con tutti i loro enormi meriti, non possono eliminare il lato grigio dell’esistenza”.

Insomma, è chiaro che per i vescovi pugliesi “Questa situazione mette a nudo le nostre contraddizioni: si è passati dagli assalti ai supermercati per svuotare gli scaffali alla cura amorevole dei nostri fratelli, dall’accaparramento sconsiderato al vivere solo con ciò che è necessario. La pandemia ha già prodotto la perdita di tanti posti di lavoro, dimostrando la fragilità del nostro sistema economico e generando nuovi scartati tra i più deboli”.

Proprio alla luce di tutto ciò, l’invito è “a non lasciarci dominare dalla paura e ad esercitare la carità, a pregare per gli ammalati e per chi si spende per salvare le loro vite e ci chiamano anche alla prudenza in questa perché l’epidemia non dilaghi nuovamente. Ad ogni modo in questo momento così difficile siamo richiamati ad uno stile di vita più sobrio, meno superficiale, più responsabile e più solidale”.

La Chiesa non rimane distante dai drammi della nostra gente, ma, come ci ha insegnato il Concilio Vaticano II, sente che “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dell’uomo di oggi, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e angosce dei discepoli di Cristo” (GS 1).

Il messaggio si concentra su sei questioni cruciali.

In primo luogo vi è il grande tema del lavoro e in particolare quello lavoro giovanile, vista la forte emigrazione di tanti giovani dalla nostra Puglia verso il nord, e lo sfruttamento del lavoro stagionale degli immigrati spesso vittima del fenomeno del caporalato.

Un secondo e terzo punto riguardano da un lato la questione ambientale e la tutela del creato e dall’altro un cambio di rotta nelle politiche dello sviluppo industriale. I due punti devono essere armonizzati per evitare errori fatti nel passato, vedi la lezione della ex Enichem e del grande centro siderurgico di Taranto.

In quarto luogo si pone la necessità di avviare una seria politica del turismo finalizzata a valorizzare la nostra regione che è tra le più visitate al mondo, settore che potrebbe fare da volano all’intera economia regionale in termini anche di sviluppo sociale.

In quinto luogo la Commissione pone all’attenzione il grande tema della sanità pubblica in evidente stato di affanno, visto che –  si legge nel documento –  “l’emergenza sanitaria in questi mesi ha fatto riscoprire l’importanza della salute come bene sociale e globale, che può essere tutelato solo con la cooperazione e la solidarietà di tutti. Umanizzare le cure e soprattutto ridurre i tempi di attesa degli esami diagnostici, delle visite specialistiche e degli interventi chirurgici deve essere un obiettivo primario da perseguire: la qualità della vita del paziente non può prescindere dalla riorganizzazione dei presidi ospedalieri e dal rafforzamento qualitativo e quantitativo del personale sanitario”.

Ultima questione  la consapevolezza che dobbiamo fare “tristemente i conti con la criminalità organizzata: è sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo nel foggiano, dove lo Stato non sta facendo mancare la sua risposta, ma dove anche la società civile ed ecclesiale sta reagendo con coraggio e determinazione.  Gli sforzi di Magistratura e Forze dell’Ordine, vanno sempre sostenuti non spegnendo i riflettori sulla questione sicurezza e legalità, per evitare il rischio che la questione passi nell’oblio più totale.  Sarebbe però un’omissione non segnalare la sofferenza di tante imprese a causa di una elevata pressione fiscale che andrebbe evidentemente ridimensionata”.

Il messaggio dei vescovi pugliesi è di speranza ma anche di stimolo alla vigilanza per un voto responsabile e nient’affatto clientelare. “Le nostre comunità  –  continua ancora il documento – e il vasto mondo di associazioni, movimenti e del volontariato sono chiamate a lavorare per unire le forze in vista del bene comune e, anche nelle difficoltà che abbiamo segnalato, essere fattore di speranza e di responsabilità per costruire il nostro presente e il nostro futuro”.

Tutto questo è ancora più necessario oggi in tempo di pandemia. Per tale ragione, “È quanto mai urgente passare, per dirla con Papa Francesco, dal “balconear”, cioè dallo stare a guardare dal balcone a giudicare tutto e tutti, all’impegno concreto, sinfonico”, senza nessuna forma di demagogia per il bene comune a vantaggio della nostra amata Puglia”.

In definitiva, conclude il documento, “Non possiamo pensare a questa elezione  come un fatto di ordinaria amministrazione. L’attuale condizione di pandemia, che ha frammentato le relazioni sociali, orientandole verso un pericoloso individualismo, potrebbe rappresentare un alibi per ritirarsi dalla politica; al contrario riteniamo che possa essere la spinta a ripensare il servizio alla polis con modalità nuove”.

Al contrario, nel rispetto del primato della persona, è sempre più forte “il dovere di spronare la classe politica regionale ad operare per superare il disagio sociale e costruire il bene comune”.

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