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Manfredonia, “Mare e legalità”: in ricordo di Angelo Vassallo

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
17 Settembre 2017
Cultura // Manfredonia //

Manfredonia, 17 settembre 2017. “Angelo vive, i grandi uomini non muoiono ma vengono ricordati attraverso le loro opere”. Così Dario Vassallo in ricordo del fratello Angelo, il ‘sindaco pescatore’ del Comune di Pollica, ucciso in un attentato, il 5 settembre 2010, con 7 colpi di pistola.

Oggi con ancora più forza non si vuol perdere la memoria ma portare avanti i progetti che il sindaco Vassallo promuoveva con dedizione e passione affinché il suo mare e l’ambiente avessero il rispetto che meritano, in particolare la causa degli ‘spazzini del mare’: è di questo e di altro di cui ieri 16 settembre 2017 si è discusso a più voci nel dibattito ‘Mare e legalità’ presentato da Enrica Amodeo (presidente di Manfredonia Nuova) e svolto al Luc, organizzato da Italo Magno e dall’associazione Manfredonia Nuova alla presenza di Dario Vassallo e di altre personalità politiche pugliesi.

Non si possono portare a terra i rifiuti ritrovati in mare, si va incontro a sanzioni e per questo i pescatori sono costretti a ributtarli in mare…bisogna tutelare il mare, ci appartiene”, le parole di Michele Conoscitore, pescatore di Manfredonia che ha conosciuto Vassallo anni fa e da allora lotta affinché il suo esempio non venga dimenticato; purtroppo il porto di Manfredonia (così come molti altri in Italia) non è ancora attrezzato per questo tipo di attività, come invece già avviene a Pollica, anche se numerosi imbarcazioni si dicono disposte ad aderire al progetto.

E’ assurda l’idea che il pescato si venda a 1,50 euro al kg e smaltire la plastica debba costare 3 euro al kg ai pescatori”, interviene Dario Vassallo che ha portato, con la Fondazione intitolata al ‘sindaco pescatore’, il progetto ‘Pulizia dei fondali marini’ anche a Washington dove è stato premiato tra i 24 progetti provenienti da tutto il pianeta come il miglior nel 2016 e presentato alla Conferenza Mondiale sugli Oceani (Our Ocean 2016) organizzata dall’allora Segretario di Stato John Kerry.

“Gli impegni presi devono essere rispettati, non si può titubare di fronte alla giustizia: o c’è un sì o c’è un no, altre risposte non possono esistere”, così Dario si rivolge ai rappresentanti delle istituzioni politiche presenti.

Italo Magno ricorda il sindaco Angelo Vassallo che in un comizio disse: “Oggi vi voglio parlare di un’altra possibilità, quella di tornare indietro. Perché l’unica speranza che abbiamo per rilanciare l’economia è di tornare indietro. Ogni mattina che io vado al mare, mia moglie mi chiede: quando torni? Ed io le dico, non lo devi chiedere a me, devi chiederlo al mare, perché è il mare che comanda. La storia buona dell’uomo sembra si sia interrotta e noi la dobbiamo riprendere esattamente da dove si è interrotta. Non è più tempo di costruire case sopra case, brutte, in luoghi ameni e nelle vicinanze del mare. Dobbiamo ripartire dal rispetto della natura, altrimenti la natura si rivolta contro. Non possiamo più inseguire il progresso, continuare con opere inutili e con le concessioni edilizie. Torniamo indietro, a quando era il mare che comandava”.

Nonostante le difficoltà, gli ostacoli che inevitabilmente incontra chi voglia essere portatore di giustizia non bisogna lasciarsi andare al pessimismo: “la lotta è difficile e dura, gli interessi sono tanti e non tutti puliti; le autonomie locali sono messe ogni giorno sotto scacco o sono blandite o corrotte dall’illegalità strisciante e perfino diffusa, ma la colomba e lì in alto, in attesa sul ramo. Sta a noi, con un impegno costante, quotidiano e convinto, il compito di farla tornare a volare. Perciò occorre ancora dire: viva la forza degli uomini onesti. Viva la colomba della pace e della giustizia sociale”, conclude Italo Magno.

A cura di Libera Maria Ciociola, Manfredonia 17.09.2017

Angelo Vassallo
Angelo Vassallo (fonte image: unonotizie.it)

INTERVENTO DEL PROF. ITALO MAGNO AL CONVEGNO SU “MARE E LEGALITÀ” 16.09.2017
” Stasera avrei voluto iniziare raccontandovi di un uomo buono, inesorabile nella sua dignità: invece mi trovo a parlare della sua famiglia, chiusa nel dolore. La madre di Angelo, Giuseppina, la vedova, Angelina, i suoi due figli e gli altri parenti, tutti chiusi nel loro dolore; Dario, serrato dentro la gabbia dei ricordi e mosso ovunque sia possibile, perché solo così può evitare di essere sopraffatto dall’inquietudine (1).

Avrei voluto parlarvi di sette colpi di pistola, sparati a bruciapelo, e di un morto. Fa sempre tanta sofferenza vedere un morto, ma per Angelo è davvero troppa la sofferenza, perché vittima d’ingiustizia. Angelo è stato ammazzato alle 21.20 del 5 settembre 2010, al buio di una serata d’estate che, per ossimoro, era bellissima.

Questo avrei voluto raccontarvi. Ma non sarà così, perché Angelo non è davvero morto e vive in mezzo a noi; egli non è morto perché esiste ancora il suo mare incontaminato delle cinque vele blu ed esiste la bellezza di Pollica. Angelo Vassallo vive con noi, perché in Italia tutti lo apprezzano e gli dedicano piazze, strade, giardini; a Finale Ligure gli hanno intitolato un molo ed il 5 settembre in tante città, compresa Manfredonia, gli sono state dedicate targhe ricordo e svolte riflessioni sul significato del suo impegno. La fama di Angelo è arrivata fino a Washington, dove la Fondazione Vassallo ha presentato il suo progetto ”Pulizia dei Fondali Marini”, premiato tra 24 progetti provenienti da tutto il pianeta, presentato anche alla Conferenza Mondiale sugli Oceani; la fiction su di lui, dal titolo IL SINDACO PESCATORE, con Sergio Castellitto, viene proiettata ed apprezzata in tutto il mondo. Come si vede Angelo non è morto, le conseguenze delle sue azioni sono sotto gli occhi di tutti e tutti noi ne siamo ispirati e nutriremo sempre una grande fede nel futuro, finché lui farà da guida alle nostre azioni.

Angelo è vivo perché il mare, da cui Angelo ha tratto la sua forza ed ogni insegnamento, è ancora là, brillante come lui; non si può avere giustizia se non si parte dal mare, se non si riesce ad apprezzare il dondolio delle onde e la poesia del suo respiro incontaminato. Il mare è onestà, è natura, è sentimento. (2)

Avrei voluto parlare di un modesto pescatore che un bel giorno si trova in mano lo scettro del comando. Poteva diventare un signore, incontrare gli uomini potenti della sua città. Ma Angelo, invece di sedere altero su una bella poltrona, cosa fa? Torna al mare. E quando gli dicono che il depuratore non funziona, c’infila anche le sue mani per rimetterlo in funzione e far tornare cristallino il suo mare; poi va in mezzo alla sua gente, chiede loro cosa deve fare e prende a progettare la trasformazione della città, in sintonia con il suo popolo. Ed il popolo lo capisce, lo segue, gli dà piena collaborazione.

È vero che Angelo, anche lui, si da alla politica, ma riesce ad esercitare solo la buona politica, come disse don Ciotti, egli fa una politica con la “P” maiuscola, perché l’altra politica non gli piace, quella fatta principalmente di affarismo e spregiudicatezza. Quando i signorotti locali lo sbeffeggiano perché un pescatore decide di fare il sindaco e gli chiedono come avrebbe fatto a far funzionale la macchina amministrativa, Angelo risponde con fierezza. “È facile, basta fare il contrario di quello che avete fatto voi!”.

Soprattutto egli era consapevole che per rilanciare l’economia, un’economia fatta per l’uomo non per le speculazioni, occorre ripartire dal mare e dalla natura.

In un comizio disse: “Oggi vi voglio parlare di un’altra possibilità, quella di tornare indietro. Perché l’unica speranza che abbiamo per rilanciare l’economia è di tornare indietro. Ogni mattina che io vado al mare, mia moglie mi chiede: quando torni? Ed io le dico, non lo devi chiedere a me, devi chiederlo al mare, perché è il mare che comanda. La storia buona dell’uomo sembra si sia interrotta e noi la dobbiamo riprendere esattamente da dove si è interrotta. Non è più tempo di costruire case sopra case, brutte, in luoghi ameni e nelle vicinanze del mare. Dobbiamo ripartire dal rispetto della natura, altrimenti la natura si rivolta contro. Non possiamo più inseguire il progresso, continuare con opere inutili e con le concessioni edilizie. Torniamo indietro, a quando era il mare che comandava”.

Avrei voluto parlarvi del dovere della riconoscenza verso un uomo così buono, così donato al bene pubblico, ed invece sento che il partito, che nel nome di Angelo Vassallo ha raccolto voti e dignità, ha creato intorno a lui, negli ultimi anni della sua vita ed anche dopo la sua morte, un’orbita d’isolamento, a livello locale e nazionale. E questo in quanto Angelo, tra i suoi pochi “vizi”, aveva quello dell’onestà e molti di coloro che dirigono o rappresentano un partito, oggi, credono che chi fa politica debba essere sempre disponibile al compromesso. E questo andrebbe bene, se non fosse che molti politici fanno confusione tra i compromessi, che sono mediazioni di idee, per dare le giuste soluzioni alle città, e le compromissioni, che sono tutt’altra cosa ed hanno un bassissimo profilo morale, con vere e proprie punte d’immoralità. Sicuramente Angelo non era uomo di compromissioni.

Scrive Dario, che ci onora della sua presenza questa sera,: “La politica non ha avuto la forza di affrontare una questione così grande. Per questo hanno preferito cancellare Angelo, invece di ricordarlo. Ci sono giardini, sale consiliari e strade intitolate a lui in diverse parti d’Italia. Ma non il porto di Acciaroli. Il suo ex partito, il PD, non si è neppure costituito parte civile nei processi e così il comune di Pollica. Lo abbiamo fatto noi come Fondazione Vassallo, rimanendo soli”.

E rivolgendosi a suo fratello Dario conclude così: «In questi 7 anni il Cilento e questo nostro Paese sono precipitati sempre più in basso. Se tu tornassi non riconosceresti la tua Pollica e tantomeno Acciaroli, lì dove noi siamo cresciuti e divenuti uomini; è diventato tutto artificiale, come un parco divertimenti. Suoni, rumori, cemento, tanto, troppo cemento, puzza di fritture, soldi, alcool, droga costellano l’estate e gli “altri” la fanno da padrone”.

E tuttavia, non possiamo abbandonarci al pessimismo, caro Dario, noi debbiamo con forza richiamare tutti ad avere speranza, operare per infondere nei giovani fiducia nel cambiamento. La lotta è difficile e dura, gli interessi sono tanti e non tutti puliti; le autonomie locali sono messe ogni giorno sotto scacco o sono blandite o corrotte dall’illegalità strisciante e perfino diffusa, ma la colomba e lì in alto, in attesa sul ramo. Sta a noi, con un impegno costante, quotidiano e convinto, il compito di farla tornare a volare. Perciò occorre ancora dire: viva la forza degli uomini onesti. Viva la colomba della pace e della giustizia sociale”.

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2 commenti su "Manfredonia, “Mare e legalità”: in ricordo di Angelo Vassallo"

  1. Gli avete fatto vedere le foto della vecchia scogliera secolare ubicata in pieno centro per costruire un porto senza barche e qualche gelateria!!

  2. Con il pretesto di un colossale porto turistico utile ad accogliere centinaia e centinaia di barche da turismo, guardate che meraviglia ci hanno tolto per sempre…tanti ma tanti posti di lavoro invece…qualeche ristorante e gelateria che si potevano allestire nelle vie della città, è valsa la pena politici amministratori cosi amanti della vostra terra di Manfredonia e geniali cementificatori? Vassallo non lo avrebbe permesso mai! Buona serata.

    https://www.youtube.com/watch?v=F1pRVEaeBtY

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