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Fenice, parla Bove: “Le carte ci sono. SSN assente”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
28 Giugno 2011
Regione-Territorio //

Inceneritore La fenice (pietrodommarco.it)
Potenza – “Innanzitutto smentisco categoricamente di essere un concusso con Edf con cui avete scritto che io girerei a braccetto”. Bruno Bove, coordinatore Arpab di Potenza, uno dei maggiori imputati dei movimenti del Vulture e degli anti Fenice nel “processo” all’inceneritore melfese, si tira fuori. “Io sono un padre di famiglia nella vita di tutti i giorni, nè potentissimo né tantomeno altro. E, quando sono qui dentro – Stato Quotidiano l’ha incontrato a Potenza, nella sede dell’agenzia che coordina nel capoluogo lucano – svolgo semplicemente il mio lavoro”. Si difende, Bove. Proprio nel giorno in cui, di lì a poche ore, contro la Fenice parte l’arrembaggio anche del centrodestra di Basilicata, con l’affondo del consigliere regionale (e capogruppo Pdl a Viale della Regione) Nicola Pagliuca. Che ci ha messo tempo ma, ormai a sette mesi dal fatto, annota: “Risulta che dal dicembre 2010 la gestione dell’impianto di termovalorizzazione sia stato trasferito dalla Fenice Spa con capitale sociale di euro 330.500.000,00 alla Fenice Srl con un capitale sociale di soli euro 50.000,00”. “Il segreto di Pulcinella”, ne scherzano i responsabili foggiani del comitato. Pagliuca, della questione (che, chiaramente, potrebbe anche sottendere il futuro sanzionamento risarcitorio che potrebbe essere applicato a Edf per aver inquinato – che si andrebbe ad aggiungere agli altri evasi o ancora inevasi) ha chiesto conto al presidentissimo piddino della Lucania, Vito De Filippo domandando luce sulle “motivazioni addotte dalla Fenice Spa circa il passaggio di gestione alla nuova società e se sono state fornite, agli Enti competenti, le garanzie necessarie considerato l’esiguo importo del capitale sociale della Fenice Srl”.

Bove, questo, non può ancora saperlo quando lo sentiamo. Succederà soltanto nel pomeriggio.

Allora dott. Bove, i dati di maggio 2011 fanno paura. E sul serio. Secondo quello che voi stessi avete riportato nella tabella dei monitoraggi sui pozzi di emungimento, nell’acqua a valle di Fenice ci sono valori di arsenico doppi rispetto a quanto fissato dalla legge…
Ecco vorrei fermare l’attenzione su questo. Siamo stati noi dell’Arpa a rilevare i dati. Il che esclude ogni ipotesi di concussione con Edf. Noi siamo con la gente e svolgiamo attività di controllo. Non siamo i titolari delle procedure, ma solo consulenti per conto della Regione Basilicata. Non abbiamo il potere autorizzativo. Personalmente non mi interessa di star qui a fare a gara a chi è più bravo.

Non ha risposto. Che ne pensa dei dati? Non ne è spaventato?
La presenza dell’arsenico mi ha più che altro stupito. E tanto. Dobbiamo impegnarci per studiare i modi per uscire dal fenomeno.

E quindi il modo è: lasciamo che Fenici ampli la quantità da smaltire…
Quello della richiesta avanzata dal gruppo Edf di ampliare la quantità di prodotto da smaltire è un problema che riguarda la Regione e Fenice.

Va bene, ma di fronte all’evidenza, Arpa, che pensa? Non ha un’idea in proposito?
Sulla questione dell’arsenico, direi di andarci cauti. Non possiamo dire che dipenda direttamente dall’attività industriale e non, per esempio, dalla conformazione vulcanica di questa zona. Tempo fa scoppiò un caso analogo nei comuni di Barile e di Melfi. Nell’acqua, venne riscontrata una quantità pericolosa di arsenico. Si appurò appunto che, questa, dipendeva dalla morfologia geologica del territorio del Vulture melfese.

Si, va bene, ma del nickel? Non si trova in natura…
Possiamo dire per certo che si tratti dell’industrializzazione

Di Fenice, dunque.
Lo dice lei. Io parlo dell’attività dell’intero indotto

Fenice ha sentito puzza di bruciato e, a dicembre 2010, ha trasferito la gestione da una Spa con capitale sociale superiore ai 330 milioni di euro, ad una Srl che ne ha 50 mila. Non le pare strano? Un’ammissione, in fondo…
Non lo so, non ne capisco nulla. Dico che né io né lei diverremmo ricchi se ci mettessimo a parlare di economia

Vabbè, lasciam perdere. Piuttosto, Bove, che fine ha fatto la documentazione dei dati compresi tra il 2000 ed il 2006?
Io sono arrivato qui il 31 dicembre del 2007. Prima di allora, io non sono responsabile di quel che è stato fatto.

Si, ma lei saprà, ora, se questa carte ci sono o no, le avrà viste?
I dati, come tutti gli altri, sono qui, presso la sede potentina dell’Arpa. Ho ritenuto io di non diffonderli perché assunti dalla Procura e perché in corso un’indagine. Non mi prendo la responsabilità di azioni di cui non conosco le ripercussioni. Se mi danno l’autorizzazione a diffonderle, le diffondo.

Scusi, si tratta di dati pubblici.
E’ in corso un’inchiesta, le ripeto

Sono dati pubblici, l’Arpa dovrebbe diffonderli. O fornirli…
Chi li vuole venga qui e faccia un richiesta di accesso agli atti.

E lei li darà.
Siamo un ufficio pubblico

Ha mai domandato alla Procura il permesso di pubblicarli?
No, se loro non me lo chiedono io non lo faccio.

Senta Bove, l’Arpab non è l’unico attore zoppo di questo copione. L’ultima analisi del Centro Oncologico di Rionero, per giunta parziale stando le malattie possibili da contatto con Nickel e manganese, risale al 2006. Non le sembra strano tutto ciò?
Manca realmente un attore importante. Ed è il Sistema Sanitario Nazionale. Non è presente in alcuna forma. Dove sono? Sembra che questa zona sia stata abbandonata. A Taranto hanno mandato, per i controlli sull’Ilva, tre epidemiologi di fama nazionale. Qui, zero.

Lei crede che l’incenerimento sia una propulsione allo sviluppo? L’ha detto almeno un paio di volte, definendo Edf una “risorsa”.
Guardi, negli anni Novanta io sono stato uno dei leader della battaglia contro un inceneritore allora in costruzione nel mio paese, Baragiano (anch’esso in provincia di Potenza), non ho nulla da dimostrare. Ma qui non si tratta di battaglia o di politica. Io svolgo il mio mestiere, nient’altro.

p.ferrante@statoquotidiano.it

FOCUS, GLI ARTICOLI DI STATO – 1. Fenice, un caso di (a)normale inquinamento (Stato Quotidiano, 16 maggio 2011)
2. Fenice, la verità di Bolognetti: “Ci uccidono in silenzio” (Stato Quotidiano, 27 maggio 2011)
3. Fenice, contro l’inceneritore si muove anche la Capitanata (Stato Quotidiano, 31 maggio 2011)

4. Melfi, i panni sporchi di Arpab: “Giusto che Fenice chieda di bruciare di più” (Stato Quotidiano, 9 giugno 2011)
5. Fenice la rabbia del Comitato di Lavello: “Una presa in giro” (Stato Quotidiano, 14 giugno 2011)
6. Fenice avvelena ancora. A maggio riscontrato Arsenico (Stato Quotidiano, 20 giugno 2011)

7. Fenice, Comitato di Capitanata: “Clamoroso silenzio delle istituzioni” (Stato Quotidiano, 21 giugno 2011)
8. Bolognetti in tackle su Arpab: “Qualcuno blocchi Fenice”

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