Edizione n° 5337

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Fantasticando: un ponte verso Santa Maria di Pulsano

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Giugno 2022
Gargano // Manfredonia //

Manfredonia (Fg), 14 giugno 2022 – Nel dicembre dello scorso anno ho avvertito la necessità di complimentarmi con l’ingegner Michelangelo De Meo, impressionato favorevolmente dalle sue innumerevoli idee progettuali, in particolare per le Isole Tremiti, per il Gargano, per Manfredonia. Michelangelo De Meo chiarisce che non ha ovviamente disegnato progetti esecutivi, ma ha posto a disposizione di chiunque idee, disegni, schizzi…

Decine e decine di proposte postate su Facebook, con dovizia di immagini e di particolari (l’ultimo album pubblicato contiene 133 nuove immagini), pensieri che avrebbero meritato qualche attenzione particolare soprattutto per Manfredonia e per Siponto. Per ipotizzare – in particolare e tutti insieme – un impegno collettivo per l’auspicabile superamento dell’inquinamento dell’immagine della nostra Città, a seguito del commissariamento del Comune di Manfredonia, nel 2019, per infiltrazioni mafiose.

 

Credo che tanti amici abbiano seguito le iniziali fantastiche ‘visioni’ progettuali per le Isole Tremiti – con il sottofondo delle poesie-canzoni di Lucio Dalla (accompagnate a suo tempo da tantissimi servizi)-.

Un’idea, in particolare, ha conquistato da sempre la mia attenzione: il ponte tibetano verso l’Abbazia Santa Maria di Pulsano, perché mi ero già occupato del problema, in particolare degli eremi, negli anni 1999/2000, nella mia qualità di Presidente della Commissione Distrettuale Rotariana “Ospitalità per il Giubileo” (1).

Mi piace infatti ricordare che la Commissione ha tentato di creare un gemellaggio tra Club Rotariani (della Puglia e del Trentino) per “… valutare la possibilità di redigere un progetto per collegare gli eremi del santuario di S. Maria di Pulsano, che si aprono sui costoni rocciosi del Gargano, oggi inaccessibili, con scale di corda, ponti, passerelle in legno e quant’altro avessero suggerito tecnici (Alpini) per la creazione di un fantastico percorso nella notte dei tempi, nella solitudine della spiritualità, in uno scenario che non ha eguali”.

La proposta all’epoca, purtroppo, non ebbe seguito, per cui oggi vorrei riesumare quel tentativo, diffondendo le mie attuali considerazioni su quanto suggerito dall’ingegner De Meo.

Il discorso non può essere focalizzato su un’idea nata con il Giubileo, e oggi tecnicamente resa pre-progetto da un valente professionista, ma occorre che venga curato il quadro d’insieme, lo scenario complessivo, per destare nei residenti e nei viaggiatori stupore ed entusiasmo. Un mosaico, composto da tante pietruzze policrome: cultura, natura, via dell’Angelo, eremi di Pulsano. Come De Meo racconta: “Conosco quella vallata molto bene perché mi piace trascorrere delle piacevoli giornate in mezzo alla natura. Adoro i profumi della vegetazione spontanea, i colori, il panorama mozzafiato e l’abazia di Pulsano ricca di storia. Ogni volta che percorro quei sentieri per andare all’Abbazia, vedo una vecchia strada abbandonata che doveva collegare Pulsano con il belvedere della strada provinciale n.57 che porta alla Frazione Montagna di Manfredonia. Una strada larga, comoda, già sterrata e con la realizzazione dei vari muri di sostegno della carreggiata”. Ed ancora: “penso a un pieno recupero funzionale della strada abbandonata continuandola con una pista ciclabile sospesa nel vuoto fino al belvedere di Manfredonia, trasformazione della strada esistente in un luogo naturale, vivo, di socializzazione, di relax”.

Mi sono sempre chiesto perché non far leva, per la strada della Montagna e per quella che collega la stessa nostra Montagna a Pulsano, anche sugli interventi previsti dalle norme a “sostegno per investimenti non produttivi, connessi all’adempimento degli obiettivi agro-climatico-ambientali” in particolare per la salvaguardia e il recupero dei manufatti in pietra a secco (muretti a secco…macere!) per garantire il mantenimento e la funzione di conservazione della biodiversità? (2)

In questo scenario, sulla via dell’Angelo, su un ponte sospeso tra terra e cielo (non intendo ovviamente spendere una sola parola sulle difficoltà progettuali organizzative e gestionali del progettista e dell’Ente capofila…), Manfredonia diverrebbe definitivamente centro pilota, leader e punto di riferimento della e per la Montagna Sacra, in un variegato e fantastico scenario, capace di far emozionare residenti e turisti, esaudendo qualsiasi voglia di esperienza, stimolando tutti i sensi per far ascoltare, guardare, respirare e annusare, assaporare, toccare e vivere… Far viaggiare con l’anima, anima che riceverebbe eguali risposte dagli immensi scenari di mare, dagli itinerari segreti, dagli itinerari artistici, storici, religiosi, ambientali, dal canto delle diomedee… in definitiva dagli itinerari della spiritualità (dove si è portati a spaziare oltre le cose del tempo). Tutto questo risponderebbe inoltre alla domanda di quanto il nuovo viaggiatore oggi cerca, un approccio emozionale al momento della propria vacanza, la scoperta di un territorio quale mezzo per vivere con tutti i sensi una destinazione, trasformando così la vacanza in un’occasione di diversa esperienza di vita. (3)

 

Non lasciamo soli i nostri valenti professionisti. Raccogliamo idee, suggerimenti, proposte per porli in condizione di disegnare progetti esecutivi. Per affrontare adeguatamente questi notevoli impegni, dovremo puntare tutti insieme, nell’ambito dei rispettivi compiti e responsabilità, sulla definitiva valorizzazione del nostro patrimonio, per il salto dalla cultura del pensiero alla cultura dell’azione, contribuendo a creare cantieri di lavoro per il definitivo passaggio, come detto, da una valenza turistica naturale ad una valenza turistica strutturale.

A cura di Vincenzo D’Onofrio

 

NOTE

(1) Lasciate che apra una parentesi su quanto realizzato all’epoca dalla Commissione Distrettuale Rotariana: i percorsi della fede e della spiritualità (Gargano e provincia di Foggia); il film documentario del regista Gino Cadeggianini (un emiliano che viveva a Monaco di Baviera, laureato in teologia) che riguardava sostanzialmente l’aspetto religioso, realizzato nel 1999 per la prima rete tedesca (BAYERISCHES FERNSEHEN); la cultura dell’accoglienza per l’Anno Santo; la predisposizione di materiale promo pubblicitario.

In quella circostanza venne anche presentata una particolare opera multimediale incentrata sull’importanza del Gargano nella storia del culto di San Michele e del pellegrinaggio europeo, dal titolo “La Via dell’Angelo”, a cura della Zemrude di Pescara, d’intesa con il Centro Italiano Turismo Sociale (Centro Pellegrinaggi) di Foggia, che abbracciava i vari aspetti del culto Micaelico, facendo leva sulle radici, sulle manifestazioni e sui principali insediamenti nell’Europa cristiana.

In occasione di queste iniziative per celebrare il grande irripetibile evento del 2000 (Anno Santo) il Rotary Club di Manfredonia chiese anche all’UNESCO il riconoscimento della Via dell’Angelo quale patrimonio culturale d’Europa, approvando un documento redatto dall’Accademico dei Lincei, prof. Cosimo Damiano Fonseca: “La Via dell’Angelo è una denominazione poetica con la quale viene indicata la Via Sacra dei Longobardi, una delle più importanti arterie del pellegrinaggio medievale, e ancor ‘oggi itinerario di fede e richiamo spirituale per migliaia di devoti”.

Doveva poi trascorrere altro tempo perché, come ampiamente noto, fossero riconosciuti Patrimonio mondiale dell’Umanità tutelato dall’UNESCO in Monte Sant’Angelo ben due siti: le tracce longobarde nel Santuario di San Michele Arcangelo (2011) e le faggete vetuste della Foresta Umbra (2017). L’Assemblea generale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), inoltre, nel 2015 ebbe ad approvare l’estensione della via Francigena verso Sud, verso la Puglia, il Mediterraneo e Gerusalemme, con l’autorevole apporto e supporto della Società Geografica Italiana, che ha predisposto e formulato il dossier di candidatura.

(2 )Sollecitazioni queste che potrebbero rivalutare la nostra frazione Montagna, ricordando che nel mio studio “Materiali per un piano di sviluppo turistico”, affidato alle stampe nel 1993 dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, delineavo i valori geografici della zona : 1) ubicazione al centro di un triangolo che ha per vertici i tre centri demografici più importanti del Gargano (Manfredonia, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo); 2) vicinanza al mare (meno di 15 minuti d’auto); 3) vicinanza all’Abbazia di Pulsano. Evidenziavo anche le caratteristiche geomorfologiche “che fanno di questo altipiano una zona interessante per i suoi aspetti paesaggistici, dagli orizzonti aperti ove il gioco delle brezze esercita, nei mesi caldi, un confortevole ruolo rendendo piacevole il soggiorno. Nel rispetto dei valori paesaggistici, potrebbe trovare la migliore espressione quell’idea agrituristica che ben si collega al Parco del Gargano”. Sottolineavo ancora che “si tratta di valorizzare le masserie, perché possano essere offerti nuovi tipi di soggiorno, e di progettare strutture riguardanti il “fuori albergo”: campi da tennis, piscine coperte, campi da bocce, mini golf, maneggi, parchi gioco, tiro con l’arco, ecc… Un nuovo messaggio da indirizzare non solo ai turisti e agli ospiti, ma anche alle famiglie che risiedono nelle limitrofe città, per riqualificare insieme all’agricoltura una storia e un’architettura di grande rilievo che ci appartengono”.

 

(3) I 9 PONTI TIBETANI PIÙ BELLI IN ITALIA

• Ponte tibetano Cesana Claviere, Piemonte

• Ponte alla Luna, Basilicata

• Ponte nel Cielo, Lombardia

• Ponte del Sole, Lombardia Dossena (Bergamo)

• Ponte Tibetano nel Parco della Murgia Materana, Basilicata

• Ponte Tibetano sulla Ferrata Dibona, Veneto

• Ponte delle Ferriere, Toscana

• Ponte Tibetano di Roccamandolfi, Molise

• Ponte Tibetano della Val Sorda, Veneto

• Ponte Tibetano di Laviano, Salerno

• Ponte Tibetano dei due Parchi Castelsaraceno, Basilicata

Il ponte da record si trova proprio nel nostro paese. Il Ponte Tibetano più lungo del mondo si trova in Piemonte: è il Ponte tibetano Cesana Claviere che si trova fra i comuni di Cesana Torinese e Claviere.

 

 

3 commenti su "Fantasticando: un ponte verso Santa Maria di Pulsano"

  1. Proposto 30 anni fa, ponti tibetani e funivia del promontorio del Gargano in più tappe.
    Sarebbe meraviglioso !!

  2. State fermi. Gli eremi sono sacri! Pulsano è ancora viva perché è poco accessibile dai vacanzieri giornalieri, sporcaccioni e non curanti del bene pubblico. Non a caso quella strada, che avrebbe dovuto collegare Pulsano alla provinciale per la montagna, fu interrotta a contrada Monteleone da mons. Quitadamo circa 60 anni fa

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